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Meloni e Regione Lazio: l’intervento decisivo per evitare l’aumento del biglietto Atac

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Meloni e Regione Lazio: l’intervento decisivo per evitare l’aumento del biglietto Atac

La corsa contro il tempo per l’approvazione del nuovo contratto di servizio Atac continua senza sosta, mentre la Capitale si prepara per il Giubileo. Tuttavia, Roma si trova a fronteggiare un grave problema finanziario, con un vuoto di ben 66 milioni di euro all’orizzonte. Questo deficit potrebbe costringere all’inevitabile aumento del costo del biglietto per metro e bus, generando preoccupazioni tra i pendolari della città.

Le tappe per l’approvazione del nuovo contratto Atac

Il Campidoglio sta lavorando freneticamente per finalizzare il contratto di servizio Atac, stagnante dal 2015, entro il 31 dicembre. Segue un percorso articolato di approvazioni: dalla delibera di giunta discussa in Commissione Mobilità, passando attraverso ulteriori discussioni con gli assessori e i consigli municipali. Una volta approvato dall’Assemblea Capitolina, il documento dovrà essere pubblicato per 60 giorni sul sito dell’Anac, per poi dar vita al vero e proprio contratto di servizio. L’obiettivo è un lancio ufficiale a gennaio 2025, in coincidenza con l’inizio del Giubileo.

Il problema dei soldi: mancano 22 milioni di euro all’anno

Non si tratta solo di una questione di tempistica. Il Piano economico finanziario evidenzia un ammanco di 22 milioni di euro annui per tre anni, portando il totale a 66 milioni di euro. Roma Capitale, con un investimento di 600 milioni di euro, coprirà il 60% del contratto, mentre il rimanente 40% dovrebbe provenire dal Fondo Nazionale Trasporti e dagli incassi dei biglietti. Tuttavia, mentre i costi per servizi, forniture, carburante ed energia elettrica sono aumentati, queste ultime due voci rimangono stazionarie da vent’anni, creando una disparità preoccupante.

Regione Lazio, Governo e aumento del biglietto: chi può decidere?

L’aumento del biglietto Atac sembra inevitabile. La decisione potrebbe cadere nelle mani del governatore del Lazio, Francesco Rocca, se non saranno trovate alternative finanziarie. In assenza di ulteriori fondi dal Fondo Nazionale Trasporti o dalla Regione Lazio, si prospetta un possibile aumento del biglietto da 1,5 euro a 2 euro. L’assessore Patanè ha espresso l’urgenza di un trattamento adeguato per Roma come Capitale d’Italia, ricordando anche il ricorso del Comune di Milano contro la Regione Lombardia per fondi insufficienti. Con il tempo che stringe, la Capitale si trova davanti a una sfida critica per mantenere le agevolazioni attuali e garantire un servizio di trasporto efficiente e accessibile per i suoi cittadini.

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Urna funeraria abbandonata sulla spiaggia di Ostia con una targhetta che riporta il nome della defunta

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Urna funeraria abbandonata sulla spiaggia di Ostia con una targhetta che riporta il nome della defunta

Un urna funeraria è stata abbandonata sulla spiaggia Limone di Ostia, attirando l’attenzione dei cittadini. L’oggetto riporta una targhetta in oro con il nome della defunta e le date di nascita e morte. I passanti hanno scattato delle foto e le hanno condivise nel gruppo Facebook “Ostia Informa”.

Misterioso ritrovamento

L’urnadalla forma particolare è stata trovata semi-nascosta nella sabbia, con la parte alta esposta. Già sono emerse varie ipotesi riguardo al motivo della presenza dell’urna sulla spiaggia. Si pensa che i familiari della defunta possano averla portata per un ultimo saluto al mare, ma non è chiaro se contenga ancora le ceneri o se sia stata svuotata.

Le reazioni degli utenti

La pubblicazione ha suscitato numerosi commenti, con utenti sconcertati per la situazione. Alcuni hanno espresso l’opinione che i familiari avrebbero dovuto gestire l’urna in modo più appropriato, piuttosto che lasciarla sulla spiaggia. Un utente ha notato: “Potrebbe e dico ‘potrebbe’ essere stata gettata in mare e poi arrivata a riva”, mentre un altro ha riflettuto sulle circostanze dietro questo gesto, dicendo: “Chissà cosa ha portato il parente a fare un gesto simile…”.

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Giuseppe Pignatone convocato in commissione per indagare sulla scomparsa di Emanuela Orlandi: chi è e quali sono i suoi legami

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Giuseppe Pignatone convocato in commissione per indagare sulla scomparsa di Emanuela Orlandi: chi è e quali sono i suoi legami

C’è grande attesa per l’audizione di Giuseppe Pignatone, convocato da Don Vergari e dalla vedova di De Pedis, che lo ha definito ‘procuratore nostro’. Questa audizione si inserisce nell’ambito della commissione bicamerale d’inchiesta sui casi di scomparsa di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori. Pignatone, che dieci anni fa ha chiesto e ottenuto l’archiviazione delle indagini sul caso Orlandi per mancanza di prove, risulta al centro delle indagini attuali.

Legami e indagini chiuse

Tra gli indagati all’epoca figuravano esponenti della banda della Magliana e monsignor Pietro Vergari. Le affermazioni di Don Vergari, che ha definito Pignatone ‘procuratore nostro’, sollevano interrogativi sul possibile legame tra i due. Il dottore Pignatone, presidente del Tribunale dello Stato della Città del Vaticano fino alla fine del 2024, ha avuto una carriera segnata da indagini significative, inclusa Mafia Capitale. È importante sottolineare che, nonostante la mancanza di prove consistenti, le motivazioni per la chiusura delle indagini sul caso Orlandi rimangono oggetto di discussione.

Il ruolo di Sabrina Minardi

La riapertura delle indagini sul caso di Emanuela Orlandi è stata innescata dalle dichiarazioni di Sabrina Minardi nel 2006, partner di Enrico De Pedis. Minardi ha affermato che Emanuela sarebbe stata rapita per ordine di figure religiose e sarebbe stata nascosta prima di essere lasciata ad un prete. Queste rivelazioni hanno portato a nuove inchieste, coinvolgendo diversi indagati.

Le parole di Pietro Orlandi

Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, ha commentato la situazione attuale, sottolineando quanto sia complessa la vicenda legata alla scomparsa della sorella e come le indagini siano state influenzate nel tempo. Il suo coinvolgimento, insieme all’auspicio di maggiore chiarezza, rappresenta il desiderio di giustizia e verità per una storia che dura da decenni. La commissione d’inchiesta ha ascoltato vari testimoni, e l’audizione di Pignatone è vista come un passo cruciale nel riaccendere l’attenzione su un caso irrisolto.

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