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Militare della Nato sotto inchiesta per investimento di una badante, informazione ai carabinieri avvenuta con ritardo.

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Militare della Nato sotto inchiesta per investimento di una badante, informazione ai carabinieri avvenuta con ritardo.

Maria Smical, 63 anni, tragicamente deceduta dopo un incidente stradale

Maria Smical, 63 anni, è deceduta a seguito dei numerosi traumi riportati in un tragico incidente. Il suo ricordo emerge in circostanze drammatiche: la donna è stata investita a seguito di uno scontro tra due auto, evento di cui inizialmente non era stata fatta menzione. L’incidente è avvenuto sulla variante Formia-Garigliano, dove Maria è stata travolta da un’Audi TT mentre camminava a bordo strada.

L’accaduto

Il responsabile dell’investimento è un militare della Nato, in servizio presso la base di Gaeta. L’uomo, a bordo dell’Audi, ha colpito Maria nella prima mattinata di mercoledì scorso, mentre lei rientrava dal suo lavoro di badante, dopo aver accudito un anziano. L’autopsia ha tristemente confermato che la morte è sopravvenuta a causa dei gravi politraumi subiti nell’impatto.

Dettagli dell’incidente

Maria è stata colpita mentre tornava a casa dalla sua notte di lavoro. L’incidente è stato causato da uno scontro tra l’Audi e una Fiat 500, guidata da una residente di Minturno. Il corpo di Maria, scagliato a decine di metri e finito nella vegetazione, è stato trovato solo ore dopo, grazie alla scoperta di un passante. Il militare non aveva dichiarato l’investimento ai carabinieri, ignorando il corpo sul luogo dell’impatto. La situazione si è ulteriormente aggravata portando all’apertura di un’inchiesta per omicidio stradale.

La vita di Maria

Originaria della Romania, Maria Smical si era trasferita in Italia per lavorare come badante. Al momento dell’incidente, aveva appena concluso il suo turno di lavoro presso l’abitazione del suo assistito anziano. Resta incerto se la tragica fine si sarebbe potuta evitare con un soccorso tempestivo.

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29enne a processo per violenza e sequestro di una studentessa americana dopo serata in discoteca

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29enne a processo per violenza e sequestro di una studentessa americana dopo serata in discoteca

Un uomo di 29 anni è stato rinviato a giudizio con l’accusa di violenza sessuale aggravata, sequestro di persona e furto. Secondo l’accusa, avrebbe violentato nel 2021 una ragazza americana di 21 anni, studentessa alla John Cabot University di Roma. Il 29enne è stato arrestato a un anno dai fatti: secondo la difesa non sarebbe lui il responsabile dello stupro, ma un’altra persona, con il quale sarebbe stato confuso. Della sua identità è invece certa la ragazza. La vicenda è riportata da Il Messaggero. La violenza risale a una notte di ottobre 2021, quando la giovane era andata con alcuni amici in discoteca a Testaccio. Qui ha conosciuto il 29enne, con cui ha cominciato a chiacchierare. Quando i suoi amici sono andati via, lei è rimasta con lui. Pensava di passare una serata piacevole e invece, una volta uscita da lì, le cose si sono messe in un modo molto diverso. Dopo qualche ora si è svegliata in un’abitazione a Giardinetti con il ragazzo, ma non si ricordava assolutamente di esserci andata. Da qui il sospetto che sia stata drogata con il Ghb, sostanza che l’avrebbe resa inerte e totalmente incapace di opporre qualsiasi resistenza. Quando la 22enne ha provato ad andare via è stata bloccata dal ragazzo, che l’ha chiusa a chiave nella camera da letto, impedendole di muoversi. Le ha poi rubato 100 euro dal portafoglio e due anelli di bigiotteria. Solo dopo diverso tempo lei è riuscita a convincerlo a farla uscire di casa.

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Un grosso tumore renale rimosso al Bambino Gesù che aveva invaso il cuore di una bimba di 8 anni.

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Un grosso tumore renale rimosso al Bambino Gesù che aveva invaso il cuore di una bimba di 8 anni.

Un intervento chirurgico complesso e straordinario è stato eseguito presso l’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma per asportare un tumore del rene, un nefroblastoma, che aveva invaso anche il cuore di una bambina di otto anni. Durato oltre 9 ore e richiedendo un temporaneo arresto cardiaco, è stato portato a termine con successo. Secondo il dottor Alessandro Crocoli, responsabile dell’Unità di Chirurgia Oncologica, questo successo rappresenta una grande speranza per tante famiglie che affrontano situazioni simili. Il nefroblastoma, noto anche come tumore di Wilms, è un raro tumore che colpisce principalmente i bambini tra 1 e 5 anni, con un’incidenza di 8 casi ogni milione di bambini in Italia. La piccola Francesca, otto anni, era affetta da questo tumore al rene destro, esteso fino all’atrio destro del cuore prima dell’intervento.

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