Cronaca
Ogni giorno si registrano 100 episodi di borseggio nei centri di ristorazione del centro città.
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Un aumento allarmante di furti e borseggi nel centro di Roma preoccupa i commercianti, soprattutto in vista del Giubileo. Claudio Pica, presidente della Fiepet Confesercenti, denuncia un raddoppio delle segnalazioni rispetto allo scorso anno, con una media giornaliera tra 80 e 100 casi di scippi, furti e borseggi nei bar e ristoranti. Questo incremento sembra essere collegato all’aumento del flusso turistico post-Covid. Pica sostiene che le forze dell’ordine debbano coinvolgere anche i titolari delle attività nella pianificazione della sicurezza, per garantire ai visitatori una maggiore legalità nel centro della Capitale.
Le aree più colpite
Dai dati delle forze dell’ordine emergono statistiche preoccupanti: nell’area delle Mura Aureliane, solo in cinque giorni, è stata registrata una media di 140 denunce per borseggi nei locali, lungo le strade e sui bus. I luoghi più bersagliati includono piazza Farnese, l’Aventino e la stazione Termini, dove sono stati intensificati i controlli. Anche i quartieri di Roma nord, come ponte Milvio, Prati e Parioli, e i rioni Monti e Trastevere, sono particolarmente colpiti.
Prosegue la lotta contro il crimine
Nel 2024, l’escalation di furti e scippi ha portato a numerosi arresti: 121 persone fermate per furti di portafogli, 136 per furti in pubblica via e 97 borseggiatori sorpresi alle stazioni o sui bus. Le operazioni delle forze dell’ordine proseguono con agenti in borghese nelle zone a maggior rischio, soprattutto in vista dell’arrivo di pellegrini e turisti per il Giubileo. Gli investigatori segnalano un aumento delle attività criminali delle gang di latinos, soprattutto di origini peruviane e cilene, specializzatesi nei furti nei locali e sui mezzi pubblici.
I commercianti reagiscono
I titolari dei locali tentano di proteggere i clienti, soprattutto nelle aree esterne più esposte, adottando misure preventive come avvisi ai clienti e installazione di telecamere di sorveglianza. Pica sottolinea la necessità di una pianificazione più efficace per la sicurezza, in particolare durante periodi di alta affluenza come il Giubileo, e chiede l’implementazione di misure specifiche per le aree vulnerabili come i dehors di bar e ristoranti.
Cronaca
Prime dieci sospensioni effettuate
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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.
Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.
I DANNI
Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.
LA RIAPERTURA
In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.
Cronaca
Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda
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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.
LA SEQUENZA
La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.
SOTTO LA LENTE
Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.
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