Attualità
Pena dell’ergastolo: la richiesta che scuote Calderon e Molisso!

Accusa di Omicidio e Mafia
Raul Esteban Calderon e Giuseppe Molisso sono accusati di omicidio volontario aggravato da motivi mafiosi e di possesso illegale di armi. La procura ha avanzato una richiesta di ergastolo per entrambi i sospettati, ritenuti i responsabili dell’omicidio di Selavdi Shehaj. L’omicidio è avvenuto il 20 settembre 2020 sulla spiaggia di Torvajanica, in un contesto che ha visto decine di testimoni presenti: un’esecuzione tipicamente mafiosa, realizzata in pieno giorno e senza alcuna possibilità di fuga per la vittima.
Possibili Motivi dell’Olocausto
Il pubblico ministero ha dichiarato: “Non siamo a conoscenza del movente preciso; potrebbe riguardare questioni legate alla droga oppure, più probabilmente, essere connesso al tentato omicidio di Leandro Bennato e ai legami con l’assassinio di Fabrizio Piscitelli. Le modalità di esecuzione presentano notevoli similitudini. Siamo certi che l’omicidio di Selavdi Shehaj sia stato pianificato come un atto mafioso, scelto deliberatamente per avvenire in una domenica affollata, con l’intento di inviare un chiaro messaggio di potere”.
Richieste di Condanna per i Coinvolti
Per quanto riguarda Enrico Bennato, la procura ha chiesto una condanna di ventiquattro anni di reclusione. Anche le richieste per gli altri, come Guido Cianfrocca e Luca De Rosa, sono state significative: rispettivamente tre e due anni di carcere. Resta ancora in fuga un altro indagato, Altin Sinomati, ritenuto dagli inquirenti colui che ha commissionato l’omicidio, promettendo 150mila euro a Calderon per portarlo a termine. Calderon e Molisso, quest’ultimo legato alla figura di Michele Senese, affrontano gravi accuse di omicidio aggravato e detenzione illegale di armi.
I Legami con Altri Omicidi
Ci sono chiare analogie tra il delitto di Shehaj e quello di Fabrizio Piscitelli, un noto boss della criminalità organizzata romana assassinato il 7 agosto 2019 nel parco degli Acquedotti. Anche in quella circostanza è stato Calderon il principale accusato, ritenuto il responsabile dell’omicidio avvenuto con un colpo di pistola sparato da dietro. Entrambi i delitti si sono consumati in pubbliche aree affollate, suggerendo una deliberata ostentazione di potere da parte degli esecutori. Nessuna confessione è stata rilasciata da Calderon riguardo al suo ruolo in questi omicidi, mentre i mandanti continuano a rimanere ignoti.
Attualità
Spaccio di droga a Roma Nord attraverso un linguaggio in codice per ordinare “metà panino” e “tre litri di vino”

Tre persone sono state arrestate dai carabinieri in un’operazione contro lo spaccio a Roma Nord, a conclusione di un’indagine della procura di Roma coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia. Le operazioni si sono svolte tra Roma Nord e Civita Castellana, in provincia di Viterbo, e hanno portato alla scoperta di un’attività di traffico illecito di sostanze stupefacenti, culminando nel sequestro di 800 grammi di droga.
Le indagini, iniziate nel 2020, hanno rivelato un’organizzazione attiva soprattutto nelle zone di Prima Porta, Formello e Sacrofano. I carabinieri hanno effettuato servizi di osservazione e pedinamento, documentando molte cessioni di stupefacenti, in particolare cocaina, marijuana e hashish. Il sodalizio si presentava con una struttura gerarchica ben definita, come spiegano le autorità: “Uno, in qualità di capo e organizzatore dell’associazione, mettesse a disposizione la sua abitazione quale centrale di spaccio, definisse i turni dei venditori (per assicurare rifornimento costante alla piazza), procurasse ai pusher lo stupefacente da vendere, remunerasse i sodali con una retribuzione (in denaro o in stupefacente) e provvedesse alle spese legali in caso di arresto con i proventi delle cessioni; mentre gli altri due fossero preposti alla custodia, al confezionamento in dosi e allo spaccio al dettaglio della sostanza.”
Dettagli sulla rete di spaccio
Il giro di droga documentato dai carabinieri era di oltre 500 dosi settimanali, per un valore stimato di circa 10.000 euro. Inoltre, gli inquirenti hanno decodificato il linguaggio in codice utilizzato per effettuare ordini, con espressioni come “un litro intero di latte”, “metà panino”, “tre litri di vino”. Nel corso delle indagini, sono stati sequestrati anche 29.000 euro in contante e sono stati segnalati numerosi acquirenti.
Attualità
L’uomo in palestra è stato salvato da Angela, la poliziotta fuori servizio.

La poliziotta della Questura di Roma, Angela, ha salvato un uomo mentre si trovava in palestra. Fuori servizio e addestrata in tecniche di primo soccorso, ha subito riconosciuto un arresto cardiaco quando l’uomo si è accasciato a terra. In attesa dell’arrivo del personale sanitario, Angela ha praticato un massaggio cardiaco.
Dopo aver constatato che il massaggio non bastava, Angela ha utilizzato il defibrillatore presente in palestra, somministrando due scariche. Secondo i sanitari del 118, le manovre salvavita della poliziotta sono state decisive per la sopravvivenza dell’uomo.
“Tutto è successo in pochi attimi quando Angela, appassionata di sport, finito il turno mattutino, si è recata in palestra per la sua consueta sessione di allenamento. Al suo occhio di poliziotta non è sfuggito quello che stava accadendo. Un uomo sul tapis roulant si è accasciato a terra. Lei capisce subito la gravità, il signore è incosciente e Angela inizia a praticare il massaggio cardiaco. Senza perdersi d’animo si fa portare un defibrillatore automatico, attuando tutte le procedure della tecnica salvavita. – si legge nella nota diffusa dalla questura di Roma – Due scariche non sono sufficienti, ma lei non demorde, continua a massaggiare fino all’arrivo dei sanitari, che trasportano l’uomo in ospedale dove ha ripreso conoscenza ed è ricoverato in condizioni stabili”.
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