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Cronaca

«Ritorno Trionfante alla Vigna del Signore: Un Annuncio che Risuona»

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«Ritorno Trionfante alla Vigna del Signore: Un Annuncio che Risuona»

# Il Caso di Costantino Bonaiuti: Una Tragica Storia di Omicidio e Malessere

Costantino Bonaiuti, un ingegnere di 61 anni, è accusato di omicidio volontario aggravato da futili motivi e premeditazione per la morte della sua ex compagna, Martina Scialdone. Le sue parole, pronunciate durante uno dei momenti più bui della sua vita, risuonano in modo inquietante: “Voglio tornare nella vigna del Signore per riunirmi con mia madre e le mie sorelle.” Questa frase è stata riportata dalla sua ex moglie, che ha testimoniato riguardo al difficile stato emotivo di Bonaiuti.

L’Omicidio di Martina Scialdone

L’episodio fatale si è verificato il 13 gennaio 2023, quando Costantino ha ucciso l’avvocatessa 34enne all’esterno di un ristorante nel quartiere Tuscolano. La testimonianza dell’ex moglie ha messo in luce momenti cruciali della serata, compreso il fatto che Bonaiuti era tornato a casa con una valigetta, ignara del contenuto letale. Nonostante i numerosi conflitti che avevano caratterizzato la loro relazione, quella sera non ci furono conversazioni tra i due. “Le liti erano divenute all’ordine del giorno, e lui spesso si sfogava con insulti,” ha raccontato l’ex coniuge, sottolineando come questa dinamica avesse portato alla rottura del loro matrimonio.

La Lunga Lotta di Bonaiuti con la Depressione

Costantino ha combattuto con problemi di depressione e rabbia sin dagli anni ’90. La sua vita è stata segnata da eventi traumatici, tra cui la scomparsa delle due sorelle e della madre, avvenuta nei primi anni 2000. Per affrontare questi lutti, ha intrapreso un percorso terapeutico che prevedeva l’uso di farmaci ansioliti e antidepressivi, affiancati da sedute di psicoterapia. Tuttavia, le sue condizioni sono rimaste altalenanti, con tentativi di miglioramento seguiti da ricadute in stati di profonda tristezza.

Anche un amico di lunga data, conosciuto da oltre trent’anni in palestra, ha apportato la sua testimonianza in aula. Ha descritto la relazione tra Bonaiuti e Scialdone, evidenziando come quest’ultima si fosse sviluppata in un periodo di grande instabilità personale per l’imputato. Durante una cena, l’amico ha notato una tensione palpabile tra i due, aggravata dalla situazione complessa che l’imputato stava vivendo.

Conclusioni

La tragica vicenda di Costantino Bonaiuti ci invita a riflettere sulle complessità della salute mentale e sulle conseguenze devastanti che possono derivare da gratuiti omicidi. Lungo il percorso di questa triste storia si intrecciano emozioni profonde e relazioni instabili, culminando in un atto di violenza che ha privato della vita una giovane donna e ha segnato in modo indelebile due famiglie. Resta ora da comprendere se la giustizia riuscirà a dare risposta a questa tragedia umana.

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Un viaggio sorprendente nella Roma di Bergoglio: dall’ottica agli ex detenuti

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Un viaggio sorprendente nella Roma di Bergoglio: dall’ottica agli ex detenuti

Scopri le storie commoventi e segrete di Papa Francesco che hanno trasformato vite ai margini della società! #PapaFrancesco #StorieDiFede #PeriferieIncredibili

Le Testimonianze

Immaginate la sorpresa quando Papa Francesco, con la sua umiltà disarmante, strinse la mano a nonna Rosina nella Casa della Carità della parrocchia di San Gregorio Magno, dandole la forza per affrontare la malattia. L’allora parroco Don Renzo Chiesa ricorda vividly quel momento: “Quando scese dall’utilitaria, chiese: ‘Ma questa è la famosa Magliana?'”. E non è finita qui: in un incontro esclusivo a Corviale con l’associazione Piacca, che aiuta chi ha avuto guai con la giustizia, Francesco volle ascoltare storie personali. Massimiliano Lustri, un tempo noto come “Er tapparella”, racconta: “Rise a crepapelle ascoltando i miei aneddoti, come quella volta che in un appartamento finii per pranzare con un’anziana”. Quell’incontro magico cambiò tutto: i ragazzi dell’associazione si reintegrarono nella società e ancora oggi portano al collo il rosario regalato dal Papa.

L’Abbraccio

E se vi dicessimo che un semplice abbraccio del Papa ha consolato un bimbo e lasciato un segno indelebile? Durante la visita alla parrocchia San Paolo della Croce al Serpentone, Francesco abbracciò Emanuele, un ragazzino di 8 anni, che con voce tremante gli chiese: “Mio papà è morto, era ateo, ma ci ha fatto battezzare, ora dov’è? Sta in paradiso?”. Il parroco Don Roberto Cattaneo, ancora emozionato, rivela: “Negli anni, il Pontefice mi chiamava per sapere come stava Emanuele”. Oggi, a 17 anni, Emanuele si è commosso profondamente alla notizia della scomparsa di Francesco, sostenuto dalla mamma Elisabetta Pacciotti: “Per lui è come aver perso un altro papà; il Papa lo rassicurò dicendo che suo padre era sicuramente in paradiso”. Ma le sorprese non si fermano: durante la pandemia, Francesco chiamò inaspettatamente per una benedizione in streaming, dimostrando un’umiltà che lascia senza parole. E poi, c’è la storia di Cinzia Desiati, la mamma di Fabrizio Di Bitetto, morto in un incidente: “Ricevetti una telefonata da un numero privato: ‘Sono Papa Francesco, non è uno scherzo’. Quella chiacchierata fu come una carezza, e mantenne la promessa invitandoci in Vaticano”.

L’Incontro

Preparatevi a storie che vi faranno riflettere: Francesco era maestro nell’incontrare chi ne aveva più bisogno, come quando abbracciò Serena, una mamma che aveva perso la figlioletta Angelica. Oppure, nella parrocchia di Santa Bernadette Soubirous a Colli Aniene, dove in un ritrovo informale ascoltò i giovani dell’oratorio, rispondendo a domande su come pregare: “È importante sentire lo sguardo di Dio e vivere la ‘chiesa in uscita’, scendendo in strada per aiutare”. E chi dimentica quando si riunì in preghiera nel cortile di un condominio in via della Palmarola, senza preavviso, raccomandando alle famiglie: “Ascoltate i vostri figli”. Persino in centro, fece capolino nel negozio di dischi in via della Minerva o dal fidato ottico Alessandro Spiezia in via del Babuino: “Venne di persona per le lenti, dicendo che ‘dall’ottico si va di persona’. La sua umiltà mi ha sempre spiazzato; non voleva sprechi e con me aveva un’amicizia che mi ha riempito il cuore”.

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A Roma, il drammatico confronto tra una madre e un aggressore con il figlio di 4 anni al fianco

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A Roma, il drammatico confronto tra una madre e un aggressore con il figlio di 4 anni al fianco

Hai mai immaginato un tranquillo pomeriggio con tuo figlio trasformarsi in un incubo per colpa di un aggressore ubriaco? #Roma #Esquilino #MinacciaNotturna

L’Incidente Sconvolgente nel Cuore di Roma

Un pomeriggio apparentemente sereno si è trasformato in un momento di puro terrore per una mamma e il suo bambino, mentre camminavano nei pressi di piazza Dante, nel vivace rione Esquilino. L’uomo, di origini straniere e visibilmente alterato dall’alcol, brandiva il collo di una bottiglia di vetro, creando un’atmosfera di paura e tensione inaspettata.

La Testimonianza della Mamma Terrorizzata

Anna M. ha raccontato i dettagli di quell’incontro agghiacciante: “Erano circa le 18 e io e mio figlio stavamo tornando a casa dopo una giornata al parco. Il bambino era stanco ma felice, e le giornate più lunghe rendevano tutto così piacevole”. Ma improvvisamente, l’uomo ha iniziato a seguirli, accelerando i passi e gridando insulti, lasciando la donna in preda al panico.

L’Aggressione e il Momento di Paura

Nonostante i tentativi di distrarre il piccolo e accelerare, l’aggressore li ha raggiunti, afferrando il braccio della mamma e puntandole il collo della bottiglia quasi in faccia. “Voleva soldi e il bambino ha iniziato a piangere, mentre lui rideva in modo inquietante”, ha spiegato Anna. Per liberarsi, ha dovuto cedere 50 euro, sperando che l’incubo finisse lì e che l’uomo scomparisse. Da quel momento, il piccolo è rimasto profondamente scosso, e la mamma ora si chiede come vivere in un quartiere dove eventi del genere sembrano all’ordine del giorno.

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