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Cronaca

Roma: Il Finto Dormiente Svelato dalla Polizia – Un Ladro in Azione!

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Roma: Il Finto Dormiente Svelato dalla Polizia – Un Ladro in Azione!

Un Incontro Inaspettato nel Quartiere Flaminio

Recentemente, durante una consueta ronda nel quartiere di Flaminio, gli agenti di una volante, appena usciti dalla caserma di Guido Reni, hanno notato una situazione che destava qualche sospetto in piazza Apollodoro. Un uomo si trovava nei pressi di una Fiat 500 parcheggiata e, con movimenti poco rassicuranti, sembrava impegnato in attività poco chiare all’interno del veicolo. Al vedere gli agenti avvicinarsi, l’individuo si è rapidamente spostato sul sedile posteriore, destando ulteriormente l’attenzione delle forze dell’ordine.

La Giustificazione poco Credibile

Gli agenti, preoccupati per la situazione, hanno deciso di interrogarlo per capire cosa stesse facendo in un’auto che non era la sua. L’uomo, un trentenne, ha fornito una spiegazione poco plausibile, affermando di essersi addormentato e che l’auto rappresentava per lui un rifugio temporaneo per un riposino. Tuttavia, la sua giustificazione non ha convinto i poliziotti, pungolati da un forte senso di intuizione.

Rivelazioni Sconvolgenti all’Interno del Veicolo

Non avendo fiducia nella sua versione, gli agenti hanno deciso di ispezionare il veicolo, scoprendo così che il motorino d’accensione era stato manomesso. Ulteriori indagini all’interno dell’abitacolo hanno rivelato un sacchetto contenente vari strumenti da scasso, incluso un dispositivo elettrico capace di disattivare rapidamente il sistema di allarme dell’auto. Gli agenti erano giunti in tempo per sventare un possibile furto, formando un intervento decisivo.

Un Arresto Necessario

Successivamente, l’uomo è stato accompagnato presso il commissariato di Villa Glori, dove gli agenti hanno appurato che il sospettato vantava un curriculum criminale di tutto rispetto, con numerosi reati simili già a suo carico. Questo ha portato all’arresto immediato del trentenne, evidenziando l’importanza dell’intervento delle forze dell’ordine nel prevenire atti delittuosi.

Questa situazione sottolinea la fondamentale necessità di mantenere alta la vigilanza e la prontezza delle forze di polizia, il cui intervento tempestivo è cruciale per garantire la sicurezza pubblica e contrastare le attività criminali.

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Prime dieci sospensioni effettuate

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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.

Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.

I DANNI

Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.

LA RIAPERTURA

In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.

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Cronaca

Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda

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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.

LA SEQUENZA

La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.

SOTTO LA LENTE

Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.

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