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Cronaca

“Sacerdote sotto scorta spara: fermato un 41enne nella spettacolare svolta di un pomeriggio infuocato!”

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“Sacerdote sotto scorta spara: fermato un 41enne nella spettacolare svolta di un pomeriggio infuocato!”

# Tentativo di Aggressione a Don Antonio Coluccia: Un Nuovo Atto di Violenza a Roma

Un episodio preoccupante si è verificato a Roma, coinvolgendo Don Antonio Coluccia, un sacerdote noto per il suo costante impegno nel combattere lo spaccio di droga nelle aree periferiche della capitale. Durante una passeggiata dedicata alla legalità nel quartiere Quarticciolo, il sacerdote è stato oggetto di un tentativo di aggressione avvenuto ieri sera mentre si trovava in compagnia della sua scorta.

L’accaduto: un attacco durante la passeggiata

Mentre Don Coluccia camminava lungo via Palmiro Togliatti, un individuo ha tentato di colpirlo utilizzando una bomboletta di acciaio. Fortunatamente, l’aggressore è stato immediatamente fermato dagli agenti presenti sul posto. In un gesto disperato, l’uomo ha esclamato: “Aiutatemi, mi stanno carcerando!”, attirando l’attenzione di circa cinquanta persone che sono accorse per sostenerlo. Nonostante gli sforzi delle forze dell’ordine per riportare la calma, l’aggressore è riuscito a fuggire, costringendo uno degli agenti a sparare un colpo in aria con una M12 per proteggere Don Coluccia dalla situazione tumultuosa. Durante il caos, sette persone hanno aggredito gli agenti e uno di loro, un muratore di 41 anni identificato come S.C., è stato arrestato e dovrà affrontare accusa di resistenza aggravata. Attualmente, si trova sotto obbligo di firma in attesa di processo.

Solidarietà e reazioni istituzionali

L’atto di violenza ha suscitato un’ondata di solidarietà nei confronti di Don Coluccia, con diverse figure pubbliche e politiche che hanno espresso il loro sostegno. Il sindaco Roberto Gualtieri e la premier Giorgia Meloni hanno rilasciato dichiarazioni ufficiali, sostenendo con fermezza il lavoro del sacerdote nella lotta contro la criminalità e il degrado sociale. “Il governo è dalla sua parte”, hanno rimarcato, sottolineando l’importanza di continuare a combattere le sfide quotidiane che il sacerdote e le forze dell’ordine devono affrontare per garantire la sicurezza e migliorare la qualità della vita nei quartieri più problematici di Roma.

In conclusione, questo episodio non solo evidenzia la determinazione di Don Coluccia, ma mette in luce anche l’urgente necessità di maggiore attenzione e supporto per coloro che lavorano instancabilmente per la giustizia e la legalità.

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Truffa dei permessi di soggiorno per madri straniere

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Truffa dei permessi di soggiorno per madri straniere

Un papà italiano per garantire alle neomamme straniere il permesso di soggiorno: è questo il meccanismo rivelato da un’indagine condotta dal commissariato Viminale. Tre donne sudamericane avevano coinvolto due senza tetto e un pregiudicato nel ruolo di padri improvvisati per i loro figli, presentandosi negli uffici anagrafici degli ospedali per dichiarare la paternità. Gli investigatori hanno scoperto una rete di sfruttamento che traeva vantaggio dalla vulnerabilità degli uomini coinvolti, offrendo in cambio denaro, pasti e sigarette.

LA BANDA

Il principale artefice del raggiro è Simeone Halilovic, 53 anni, soprannominato Kojak, che si occupava di reclutare i falsi padri e definire i compensi. Al suo fianco operavano Daniele Amendolara, 35 anni, e Settimio Possenti, 55 anni, entrambi con precedenti penali. A supportare l’inchiesta c’è anche un clochard, testimone chiave che, dopo aver subito minacce, ha fornito testimonianze cruciali. Halilovic aveva convinto il clochard a dichiararsi padre di un bambino, mentre la madre, una cittadina venezuelana di 33 anni, lavorava come escort.

IL DNA

Le indagini hanno portato alla raccolta di prove biologiche grazie alla collaborazione del clochard, che temeva per la propria vita. Halilovic, dopo aver appreso della sua collaborazione con gli inquirenti, ha tentato di rintracciarlo, dichiarando: «Se lo trovo lo taglio». Gli agenti hanno scoperto che le madri erano in realtà conviventi con i veri padri dei bambini, portando alla luce un complicato sistema di false dichiarazioni. I test del DNA hanno confermato la verità riguardante le paternità, e per Halilovic e i suoi complici sono scattate misure restrittive, mentre le tre donne sono state poste agli arresti domiciliari. Il clochard, che ha assistito le forze dell’ordine, non è stato colpito da misure cautelari.

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Monica Guerritore avvia le riprese del film su Anna Magnani il 23 aprile

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Monica Guerritore avvia le riprese del film su Anna Magnani il 23 aprile

Una voce umana è il titolo della pellicola che vedrà Guerritore interpretare una delle più grandi icone femminili del cinema italiano e mondiale. Il film si propone di esplorare la vita e l’eredità di questa figura attraverso una narrazione intensa e coinvolgente.

Un’interpretazione straordinaria

La scelta di Guerritore per il ruolo principale è stata accolta con entusiasmo, poiché l’attrice è nota per le sue capacità artistiche e la profondità delle sue interpretazioni. Gli amanti del cinema aspettano con impazienza di vedere come riuscirà a portare sul grande schermo l’essenza di una personalità così complessa e affascinante.

Riscoprire un’icona

La pellicola offrirà non solo un tributo alla carriera della protagonista, ma anche una riflessione sui temi universali di amore, perdita e autocontrollo. "Una voce umana" non si limita a raccontare la storia di una donna, ma cerca di catturare le emozioni e le esperienze che hanno segnato la sua vita, rendendo omaggio alla sua grandezza.

In attesa di ulteriori dettagli sulla programmazione e sul rilascio del film, il progetto sta già suscitando un notevole interesse tra il pubblico e gli addetti ai lavori.

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