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Cronaca

Sottopassaggio della stazione Tiburtina utilizzato come discarica abusiva

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Sottopassaggio della stazione Tiburtina utilizzato come discarica abusiva

La Situazione Critica del Sottopassaggio di Tiburtina

Negli ultimi mesi, il sottopassaggio situato nei pressi della Stazione della Metropolitana di Tiburtina ha visto un aumento preoccupante del degrado urbano. Questo spazio, un nodo cruciale per i trasporti pubblici a Roma, si è trasformato in un luogo di abbandono che suscita grande preoccupazione tra i residenti della zona. Invece di offrire un ambiente pulito e sicuro, il passaggio è ora invaso da sporcizia e rifiuti di ogni tipo.

Un Passaggio Trasformato in Discarica

La situazione è diventata insostenibile, con l’accumulo di spazzatura che va dalle buste di plastica agli scarti alimentari. Questo panorama desolante, caratterizzato da vetri rotti e rifiuti vari, sottolinea l’assenza di una gestione adeguata da parte delle autorità competenti. I residenti hanno espresso la loro frustrazione per la mancanza di risposta alle numerose segnalazioni fatte nel tempo. Maria, una madre residente nella zona, ha descritto impietosamente le condizioni degradanti di un’area tanto frequentata, sottolineando il potenziale rischio sanitario derivante dalla presenza di rifiuti che attirano animali randagi e insetti.

Appelli alla Mobilitazione Civica

Luca, un giovane del quartiere, ha lanciato un appello alla cittadinanza per non restare in silenzio di fronte a questa situazione. Ha esortato i suoi concittadini a esprimere il loro disagio e a mobilitarsi per affrontare il problema del degrado. Il quartiere di Tiburtina, con la sua stazione metropolitana di grande importanza, non è solo un punto di passaggio, ma un simbolo della capacità di Roma di fronteggiare le sfide legate ai problemi urbani. Gli abitanti sperano in azioni concrete da parte delle autorità, desiderosi di recuperare un ambiente che rispecchi dignità e sicurezza nella loro vita quotidiana.

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Prime dieci sospensioni effettuate

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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.

Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.

I DANNI

Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.

LA RIAPERTURA

In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.

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Cronaca

Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda

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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.

LA SEQUENZA

La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.

SOTTO LA LENTE

Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.

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