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Cronaca

Tentativo di investimento di un carabiniere durante un arresto al Tuscolano: l’agente spara alle ruote di un suv

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Tentativo di investimento di un carabiniere durante un arresto al Tuscolano: l’agente spara alle ruote di un suv

Notte di tensione a Roma: Carabinieri minacciati da un SUV

Nella notte scorsa, un inquietante episodio ha scosso la capitale italiana. A Roma, in particolare nella zona Tuscolana, le forze dell’ordine sono state coinvolte in un violento confronto durante il tentativo di arrestare un individuo che stava vandalizzando veicoli parcheggiati. La situazione è degenerata quando un SUV ha cercato di investire uno dei carabinieri, costringendolo a reagire.

L’intervento dei Carabinieri

L’allerta è scattata intorno alle 2:40, quando il numero di emergenza 112 ha ricevuto numerose segnalazioni riguardanti un uomo armato di spranga. A seguito di queste chiamate, le pattuglie del Nucleo Radiomobile dei Carabinieri sono arrivate rapidamente sul posto. Qui hanno identificato e arrestato un 38enne di origini bengalesi, ritenuto responsabile del danneggiamento di almeno tre automobili.

Tuttavia, la situazione si è ulteriormente complicata. Un SUV, sfrecciando a velocità sostenuta, ha puntato dritto verso uno dei carabinieri. Per evitare di essere investito, il militare ha dovuto rifugiarsi tra le auto in sosta, mentre il SUV tentava nuovamente di colpirlo in un secondo passaggio.

Le indagini in corso

Mentre il carabiniere ha tentato di neutralizzare la minaccia sparando agli pneumatici del veicolo, il SUV, incredibilmente, è riuscito a fuggire. Attualmente, le autorità stanno conducendo un’approfondita indagine per risalire all’identità del conducente e comprendere a fondo la dinamica di quanto accaduto. Le forze dell’ordine stanno mettendo in campo tutte le risorse necessarie per garantire la sicurezza della zona e identificare l’autore di questo grave atto.

Questo incidente sottolinea ulteriormente l’importanza dell’intervento immediato delle forze dell’ordine nelle situazioni di emergenza. La comunità locale, nel frattempo, attende ansiosamente aggiornamenti e chiarimenti sulla situazione, cercando risposte su un episodio che ha scosso la tranquillità del quartiere.

Cronaca

Prime dieci sospensioni effettuate

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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.

Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.

I DANNI

Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.

LA RIAPERTURA

In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.

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Cronaca

Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda

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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.

LA SEQUENZA

La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.

SOTTO LA LENTE

Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.

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