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Cronaca

Tentativo di scippo a Piazza Vittorio a Roma: due borseggiatori aggrediscono una ragazza ma sono costretti a fuggire.

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Tentativo di scippo a Piazza Vittorio a Roma: due borseggiatori aggrediscono una ragazza ma sono costretti a fuggire.

Spavento a Piazza Vittorio: una giovane affronta i borseggiatori

Prima un forte spavento e poi la lotta con tre borseggiatori senza scrupoli, questo è quello che ha affrontato Camilla, una ragazza di 26 anni a Piazza Vittorio Emanuele, intorno alle otto di mattina. "Sono uscita per andare a lavoro, stavo camminando per andare a prendere la metro a piazza Vittorio, quando ho visto un uomo fermo vicino una colonna delle arcate". La ragazza stava camminando sotto gli archi e l’uomo, uno straniero, era piantonato accanto ad una delle tante colonne a guardarsi intorno. "Proprio in quel momento sono passati accanto a me due uomini che mi hanno osservata. Ho percepito che mi stessero guardando la borsa e che dovevo stare attenta. Proprio in quel momento ho visto l’uomo che era di vedetta fare un cenno agli altri due, che dopo avermi superata si erano rigirati. L’ho visto con la coda dell’occhio, a quel punto ho sceso le scale della metro camminando velocemente e stringendo la borsa con la mano".

Aggredita ma salvata dall’intervento di una passante

Era arrivato il momento di fare il biglietto ma non di abbassare la guardia, infatti proprio mentre la ragazza pagava il biglietto usando la carta, i tre uomini l’hanno circondata e uno ha tentato di strapparle la borsa dalle mani. "Non ho mollato, così mi ha aggredita anche l’altro strattonandomi, una donna si è avvicinata ed è intervenuta dicendogli che avrebbe chiamato la polizia." I tre si sono immediatamente dileguati e mi hanno spinta, è stato davvero incredibile. Non so come abbia fatto a difendermi ma sono contenta di esserci riuscita, non smetterò mai di ringraziare la signora che mi ha aiutata, a differenza di tanti che hanno visto la situazione e che non sono intervenuti. Tuttavia non li biasimo.

Allerta nel quartiere

Non sarebbe la prima volta che i tre individui vengono avvistati sotto gli archi di piazza Vittorio Emanuele con l’intento di rubare, si raccomanda dunque la massima attenzione. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Cronaca

Prime dieci sospensioni effettuate

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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.

Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.

I DANNI

Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.

LA RIAPERTURA

In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.

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Cronaca

Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda

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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.

LA SEQUENZA

La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.

SOTTO LA LENTE

Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.

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