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Cronaca

Tentato investimento di due carabinieri in pattuglia a Roma, uno spara alle gomme del SUV

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Tentato investimento di due carabinieri in pattuglia a Roma, uno spara alle gomme del SUV

Incidenti inquietanti in Via Servilio Prisco

Una notte turbolenta si è verificata in Via Servilio Prisco, una strada situata nelle immediate vicinanze di Via Tuscolana. Un SUV ha alimentato una serie di eventi preoccupanti, rivelando così quanto sia sottile il confine tra microcriminalità e traffico di sostanze illecite. Il tutto si è consumato intorno all’1 di notte, quando i carabinieri sono stati allertati da residenti impauriti dal rumore di vetri rotti. La scena che hanno trovato era ben più complessa di quanto immaginassero.

La minaccia del SUV

All’arrivo delle forze dell’ordine, un uomo armato di un bastone stava vandalizzando le automobili parcheggiate. Ciò che ha preso una piega ancora più drammatica è stato l’arrivo di un SUV, il quale ha cercato di investire deliberatamente i carabinieri presenti. In un primo tentativo, il veicolo ha cercato di colpirli frontalmente, per poi invertire la marcia e riprovare. In risposta a questa aggressione, uno degli agenti si è visto costretto a estrarre la pistola e mirare alle ruote del SUV nel tentativo di fermarlo. Tuttavia, il veicolo è riuscito a fuggire rapidamente, mentre i residenti, ormai svegli e terrorizzati, continuavano a contattare il 112 per segnalare l’accaduto.

Ricerche e sviluppi delle indagini

Dopo aver arrestato l’uomo responsabile dei danni alle auto, le autorità hanno focalizzato la loro attenzione sul SUV in fuga. Grazie a una rapida registrazione della targa, è emerso che il veicolo potrebbe essere stato rubato. Le indagini si sono intensificate, con il dispiegamento di posti di blocco e controlli accurati nella zona circostante, inclusi gli accampamenti informali. Nel frattempo, le immagini delle telecamere di sorveglianza sono state attentamente analizzate, nella speranza di identificare il guidatore del SUV. Sebbene non ci siano attualmente evidenze che colleghino direttamente il tentativo di investimento con i vandalismi, l’accaduto ha indubbiamente fatto aumentare l’ansia tra i residenti riguardo la sicurezza nella loro area.

Cronaca

Prime dieci sospensioni effettuate

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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.

Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.

I DANNI

Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.

LA RIAPERTURA

In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.

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Cronaca

Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda

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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.

LA SEQUENZA

La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.

SOTTO LA LENTE

Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.

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