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Cronaca

“Terrificante aggressione: giovane minacciata da due uomini con un cacciavite e derubata di 70 euro”

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“Terrificante aggressione: giovane minacciata da due uomini con un cacciavite e derubata di 70 euro”

Incubo Notturno per Clara: Un Esperienza Terrificante

Clara, una giovane di 25 anni, ha vissuto una serata da incubo al termine di una lunga giornata di lavoro. Dopo aver concluso il suo turno in un ristorante, la giovane stava tornando a casa quando ha subito un’aggressione che l’ha segnata profondamente. La scena si è svolta nella tranquillità della notte in via Rattazzi, nel quartiere Esquilino, dove due uomini l’hanno avvicinata minacciandola con un cacciavite per derubarla di 70 euro.

La Tentazione di Accelerare il Passo

Era una serata di routine e Clara, stanca ma sollevata per il lavoro finito, si trovava a pochi passi dalla propria abitazione. Tuttavia, ha iniziato a percepire una presenza inquietante: qualcuno la seguiva. Per cercare di allontanarsi da quella sensazione sgradevole, ha aumentato il passo, ma la sua preoccupazione è diventata realtà quando è stata raggiunta e afferrata per un braccio.

Un Furto Terrificante

All’improvviso, uno degli aggressori ha estratto un cacciavite, costringendola a consegnare il denaro. Nonostante la paura palpabile e il battito del cuore accelerato, Clara ha cercato di mantenere la calma. In assenza di altri passanti e sentendosi in grave pericolo, la decisione di cedere sembrava l’unica via per salvaguardare la propria incolumità. In un clima di risate sinistre, i due ladri hanno prelevato i 70 euro dal suo portafoglio, restituendole il contenitore vuoto nel modo più umiliante, gettandolo a terra e spingendola via prima di dileguarsi.

Riflessioni sulla Sicurezza Pubblica

L’episodio ha lasciato un segno profondo su Clara, che ora vive nella paura e nel ricordo di quel brutto momento. La sua esperienza mette in evidenza un problema cruciale: la sicurezza pubblica nel quartiere. Nonostante ci siano eventi significativi come il Giubileo che richiederebbero un’intensificazione dei controlli, alcune zone della città continuano a dimostrarsi vulnerabili. È fondamentale riflettere su questa situazione per garantire un ambiente sicuro per tutti i cittadini, onde evitare che simili episodi si ripetano in futuro.

Cronaca

Prime dieci sospensioni effettuate

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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.

Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.

I DANNI

Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.

LA RIAPERTURA

In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.

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Cronaca

Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda

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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.

LA SEQUENZA

La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.

SOTTO LA LENTE

Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.

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