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Tre mila assunzioni potrebbero essere annullate: personale insufficiente a Roma.

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Tre mila assunzioni potrebbero essere annullate: personale insufficiente a Roma.

Dopo il grande sforzo fatto per portare a termine i cantieri, il rischio è che Roma si ritrovi poi a corto di personale nell’anno del Giubileo. Un evidente paradosso, che però rischia di essere realtà con il blocco del turnover al 75% inserito nella Manovra. A dicembre, i dipendenti del Campidoglio che andranno via saranno 900, un dato in calo rispetto a quello degli anni precedenti. Dunque, con il blocco del ricambio al 75% ne potrebbero entrare solo 675 in sostituzione. Il danno per la città potrebbe essere su vari fronti, a cominciare da quello della sicurezza. Nel 2025 infatti sono attesi a Roma oltre 30 milioni di pellegrini («100 mila al giorno» secondo le stime fornite dal sindaco Roberto Gualtieri), con picchi in estate e per i grandi eventi, come il raduno dei giovani che si terrà tra il 28 luglio e il 3 agosto. Insomma, è chiaro che servirà uno sforzo per garantire che tutto si svolga senza problemi. Anche per questo, nel 2024 è andato in porto un maxi piano di assunzioni di agenti di polizia locale varato dal Campidoglio per dare fiato a un organico da tempo in affanno, con oltre 3mila uomini e donne in meno rispetto a quelli necessari. E così sono da poco entrati in funzione 800 nuovi agenti: il Campidoglio però voleva assumerne altri mille in tempo per il Giubileo, chiedendo al Governo un aiuto finanziario. Ipotesi che sulla base delle regole attuali rischia di allontanarsi parecchio.

IL NODO

Altra questione è quella che riguarda la macchina burocratica capitolina. Nel corso di dieci anni il Campidoglio ha perso quasi 2mila dipendenti, passando da 23.845 persone impiegate nel 2023 alle 21.944 unità in servizio al 31 dicembre 2023, (-8,01%). Solo nell’ultimo anno si è riusciti a invertire un po’ la rotta con 1.764 ingressi (a fronte comunque di circa 900 uscite messe in conto). Il Comune sconta la concorrenza non solo del privato ma anche dei ministeri, più remunerativi. I numeri però vanno letti con cognizione di causa: per esempio, per il disbrigo delle pratiche Roma Capitale ha spostato negli uffici amministrativi insegnanti che avevano dato la loro disponibilità. Ossia personale tendenzialmente in età avanzata e tutto da formare, con le incognite del caso. Più in generale, i dipendenti capitolini sono in media più vicini alla pensione che alla laurea: nel 2006 infatti l’età media del personale di ruolo impiegato in Campidoglio era 49,53 anni, salita nel 2023 a 53,14 anni. Mentre solo l’un per cento di chi lavorava per Roma Capitale l’anno scorso aveva meno di 30 anni. Con tutte le conseguenze sul fronte del processo di digitalizzazione in corso nella pubblica amministrazione, soprattutto nell’anno in cui si dovrà spingere per portare a termine i progetti del Pnrr, che dovranno essere conclusi entro e non oltre il 2026, pena la perdita di progetti da milioni di euro finanziati da Bruxelles.

I FONDI

Alla fine di quest’anno il Campidoglio avrà assunto come detto oltre 1.700 persone, tutte pagate con fondi propri (agenti di polizia locale compresa) a parte 220 insegnanti ed educatrici per le quali è stato possibile attingere ai fondi Pon, i programmi operativi nazionali per contrastare la povertà finanziati dalla Commissione europea. In aggiunta, Roma Capitale aveva domandato al governo risorse per 3mila persone in vista dell’Anno Santo (tra vigili, istruttori amministrativi e personale scolastico) chiedendo all’esecutivo un contributo per i primi tre anni in forma decrescente per poi farsi carico della spesa successivamente.

GLI EXTRA

Su questo tavolo, bisognerà capire dunque cosa si deciderà di fare in Manovra. Le 3mila assunzioni extra peraltro non sono una partita solo economica. Al momento infatti sarebbero ancora in vigore per la Capitale delle soglie massime alle assunzioni previste per gli enti locali che impedirebbero questi ingressi. Usiamo il condizionale perché è in corso un confronto tra il ministero dell’Economia e il Campidoglio (il nodo è giuridico e riguarda le condizioni applicabili a Roma). Secondo quanto filtrato, invece, nella finanziaria ci sarebbero un centinaio di milioni varati dal governo per gli eventi previsti per l’Anno Santo. Fondi che andranno divisi a loro volta tra la società Giubileo, Zètema (l’ente di Roma Capitale opera nella cultura) e infine la Regione Lazio.

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