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Villetta dei Ciontoli a Ladispoli messa all’asta: luogo dell’omicidio Vannini

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Villetta dei Ciontoli a Ladispoli messa all’asta: luogo dell’omicidio Vannini

La casa del delitto Vannini finisce all’asta

La villetta dove il 17 maggio del 2015 Marco Vannini venne colpito da un colpo di pistola che lo portò alla morte oggi è finita all’asta.

La villa di Ladispoli avviata alla vendita

La villa di Ladispoli in via Alcide De Gasperi in cui viveva la famiglia Ciontoli

"Villino su tre piani collegato da scala, composto al piano terra da centrale termica e giardino di pertinenza, al primo piano da salone, cucina, bagno, disimpegno e ampia terrazza, al piano secondo da tre camere di cui una con balcone e bagno". Sembra un annuncio come tanti quello apparso oggi sul sito Immobiliare.it riguardo ad un’abitazione di Ladispoli all’asta.

Un luogo segnato dalla tragedia

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Non è una villetta qualunque, ma il teatro di uno dei casi di cronaca nera più famosi e seguiti negli ultimi anni. Si tratta infatti della casa della famiglia Ciontoli, dove Marco Vannini venne colpito da un colpo di pistola, che lo portò alla morte. La casa è ormai disabitata da tempo, i Ciontoli infatti si sono tutti trasferiti altrove, anche per evitare i cronisti, molto prima della condanna definitiva, che li ha portati in carcere.

Nel 2018, proprio di fronte all’abitazione, è stata realizzata una targa, dedicata a Marco Vannini e voluta dal Comune di Ladispoli per continuare a ricordarlo. "Chi diceva di amarti – si legge – ti ha lasciato morire, ma nessuno farà mai morire il nostro amore per te, mamma e papà". Quasi dieci anni dopo l’omicidio, la villa su tre livelli e di oltre 15 metri quadri verrà battuta all’asta. L’offerta minima è di 157.500,00 euro e la data di vendita è prevista il 17 gennaio 2025.

Vannini, ora processo per falsa testimonianza. Izzo: "Mia vita rovinata, non ho coperto i Ciontoli"

Il processo e le condanne definitive

Il 3 maggio 2021 la Cassazione ha messo la parola fine ad una vicenda giudiziaria che andava avanti da 6 anni. Tutta la famiglia Ciontoli si trova ancora in carcere, dopo la conferma delle condanne della sentenza di appello bis del 30 settembre scorso. Antonio Ciontoli è stato condannato a 14 anni di reclusione per omicidio volontario mentre la moglie Maria Pezzillo e i figli Federico e Martina dovranno scontare nove anni e quattro mesi di carcere per concorso anomalo in omicidio volontario.

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Incendio appiccato da un detenuto nella sua cella al carcere Regina Coeli di Roma

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Incendio appiccato da un detenuto nella sua cella al carcere Regina Coeli di Roma

Un detenuto ha appiccato un incendio nella sua cella al carcere romano di Regina Coeli, mentre un altro si è ferito gravemente al collo. La notizia è stata comunicata dal sindacato Fp Polizia Penitenziaria della Cgil, che ha definito l’episodio come un'”ennesima notte di follia” all’interno dell’istituto penitenziario.

Incendio e fuga di fumo

Il sindacato ha spiegato che il detenuto ha provocato un incendio creando una grossa nube di fumo nella sezione detentiva. Solo l’intervento tempestivo del personale di Polizia Penitenziaria ha evitato conseguenze più gravi. Durante le operazioni di evacuazione, un altro detenuto, probabilmente sconvolto e in preda al panico, si è procurato una grave ferita da taglio al collo.

Condizioni critiche del personale

La Cgil ha sollevato preoccupazioni riguardo alla situazione del personale, avvertendo che è “fortemente in sotto organico”. Il sindacato ha denunciato le “precari e difficili condizioni di lavoro” nella struttura, sottolineando che la Polizia Penitenziaria sta affrontando turni massacranti e operando al di sotto dei livelli minimi di sicurezza. Hanno fatto appello per “interventi urgenti dalle varie Autorità” e hanno chiesto una riforma dell’intero sistema penitenziario che possa affrontare le emergenze e restituire dignità ai lavoratori del Corpo di Polizia Penitenziaria.

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Carro distrutto dalle fiamme al carnevale di Pontecorvo, due bimbi ustionati e la folla in fuga

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Carro distrutto dalle fiamme al carnevale di Pontecorvo, due bimbi ustionati e la folla in fuga

Durante la sfilata della 73esima edizione del Carnevale Ciociaro Pontecorvese a Pontecorvo, provincia di Frosinone, un carro allegorico ha preso fuoco, generando panico tra i presenti. Tre persone, tra cui una donna e due bambini, sono rimaste ferite, mentre un carabiniere ha riportato una lieve ustione.

Incendio del carro allegorico

Le prime indagini indicano che l’incendio potrebbe essere stato causato da un corto circuito dell’impianto elettrico. Tuttavia, si è successivamente ipotizzato che il rogo possa essere originato da un servizio di effetti scenici che utilizzava fiamme. Testimoni affermano che le fiamme sarebbero state più alte del previsto e, a causa del vento, hanno investito un pupazzo di cartapesta, innescando il fuoco.

Dettagli sui feriti

Tra i tre feriti figurano la moglie e il figlio di chi ha allestito il carro, colpiti mentre si trovavano all’interno della struttura. I feriti sono stati trasportati all’ospedale di Cassino: un bambino e la donna sono stati dimessi con ustioni ritenute non gravi, mentre l’altro bambino ha riportato ustioni più significative, ma non si trova in pericolo di vita.

Inoltre, un carabiniere ha subito una leggera ustione al collo a causa di residui di resina bruciata, secondo quanto riportato dall’agenzia LaPresse.

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