Attualità
Alle poste per ottenere un prestito travestito da prete con la talare: viene arrestato
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I poliziotti hanno arrestato due truffatori seriali ora ai domiciliari con braccialetto elettronico. Uno si è finto prete per ottenere un finanziamento alle poste, l’altro gli ha fatto da complice.
Tentata truffa in abiti talari
Travestito da prete con tanto di talare, si è presentato alle poste di via Anastasio II a Roma per ottenere un prestito. Una tentata truffa sventata dai dagli agenti della Polizia di Stato, avvenuta nella mattinata di oggi, martedì 12 novembre. A finire in manette sono stati un sessantunenne pluripregiudicato e un complice, che sono finiti ai domiciliari con braccialetto elettronico. Dovranno rispondere di tentata truffa in concorso.
Il modus operandi dei truffatori
Secondo le informazioni apprese, il sessantunenne stamattina è entrato nelle poste di via Anastasio II insieme ad un complice. L’uomo nel tentativo di assumere un ruolo autorevole ha indossato una talare, l’abito nero del clero lungo fino alle caviglie, che viene indossato al di fuori delle celebrazioni liturgiche e che spesso oggi è sostituito dal clergyman composto da pantaloni, camicia con colletto rigido bianco e giacca. Il travestimento aveva come obiettivo quello di fingere di essere una persona che non era davanti agli occhi dei dipendenti delle poste, per non provocare sospetti. Il sessantunenne ha chiesto un finanziamento bancoposta mostrando una patente di guida che era stata rubata ad un alto prelato del Vaticano. A dare l’allarme e a richiedere l’intervento della polizia è stato l’Ufficio Fraud Management di Poste Italiane, che si è accorto di operazioni sospette.
Arresto e accuse
I poliziotti sono intervenuti alle poste e hanno bloccato il finto prete e il complice. Gli accertamenti hanno mostrato che l’uomo in passato aveva inviato il proprio certificato di morte contraffatto alle Procure, perché era imputato, sperando di ottenere l’estinzione dei processi. Aveva inoltre con sé una carta d’identità riprodotta, intestata ad una donna residente nella provincia di Potenza. Il complice è un quarantenne, già indagato per essersi spacciato come carabiniere dei Nas durante un controllo delle forze dell’ordine, esibendo un falso distintivo di qualifica e un passaporto contraffatto della Presidenza del Consiglio dei Ministri. L’arresto è stato convalidato con i domiciliari e l’obbligo del braccialetto elettronico.
Attualità
Decesso dopo il parto a Rieti, scattano indagini per un risarcimento di quasi 2 milioni di euro dalla Asl
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Le indagini sono state avviate a Rieti in seguito al risarcimento di 1,8 milioni di euro da parte della Asl alla famiglia di una paziente deceduta dopo un parto cesareo. La Corte dei Conti sta esaminando il caso.
Dettagli della vicenda
Una donna è morta dopo un intervento di parto cesareo presso l’ospedale San Camillo De Lellis a Rieti. Inizialmente, la paziente aveva manifestato dolore e gonfiore addominali. Tuttavia, i medici non hanno ritenuto necessario effettuare ulteriori controlli. A causa di ciò, si erano sviluppate gravi complicazioni, tra cui un’emorragia interna che ha reso urgente un’isterectomia, la quale è stata eseguita con un ritardo di sette ore, portando alla morte della donna.
Le conseguenze legali
Due medici sono stati condannati per omicidio colposo in merito all’accaduto, mentre una dottoressa, che ha sempre proclamato la propria innocenza, ha presentato ricorso in Cassazione. Nonostante siano trascorsi oltre dieci anni, la vicenda legale non si è ancora conclusa.
Indagine della Corte dei Conti
Secondo quanto riportato da la Repubblica, la Asl di Rieti è stata condannata in primo grado come responsabile civile e ha presentato reclamo in Corte d’Appello, dove il procedimento rimane aperto. In aggiunta ai procedimenti penali e civili già avviati, è stato avviato un procedimento davanti alla Corte dei Conti per chiedere un risarcimento per danno erariale nei confronti dei medici coinvolti, in relazione all’incapacità di salvare la paziente.
Attualità
Una 73enne viene azzannata alla mano da un cane, il padrone scappa. Il figlio: “Forse dovrà essere operata”
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Momenti di paura a Monteverde lunedì 17 febbraio 2025, quando una donna di 73 anni è stata aggredita da un cane al guinzaglio. Il figlio della vittima, Emiliano, ha dichiarato a Fanpage.it: “Il padrone è scappato via senza prestare soccorso”.
La dinamica dell’incidente
La donna, di nome Patrizia, stava passeggiando con un’amica in via Fonteiana, all’altezza del civico 111, vicino all’istituto Federico Caffè, quando il cane si è avvicinato e l’ha azzannata alla mano, provocandole una ferita che ha iniziato a sanguinare copiosamente. “Mi ha chiamato l’amica che si trovava con lei per dirmi che mia madre era stata azzannata mentre passeggiavano insieme,” ha raccontato Emiliano. Il padrone del cane, dopo aver assicurato che avrebbe chiamato aiuto, ha abbandonato la scena.
L’intervento dei passanti
La situazione ha attirato l’attenzione di alcuni passanti, incluso un giovane che ha attraversato la strada per soccorrere Patrizia. “La ferita alla mano continuava a perdere davvero molto sangue,” ha affermato Emiliano. Mentre il giovane prestava aiuto, il padrone del cane è fuggito. “Il ragazzo che ha soccorso mia madre mi ha detto che dovrebbe trattarsi di una persona che vive nella zona,” ha aggiunto.
Condizioni di Patrizia e denuncia
Dopo l’incidente, il giovane ha fornito una prima fasciatura e ha chiamato i soccorsi: Patrizia è stata portata in ospedale per ricevere cure. Emiliano ha confermato che “ora mia madre sta meglio,” specificando che non ha subito danni ai tendini o alle ossa, ma potrebbe necessitare di un intervento chirurgico per ricostruire la pelle. È stata presentata denuncia contro ignoti, inclusa quella per omissione di soccorso.
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