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Amar Kudin: sirene, tricolore e applausi accompagnano il funerale del poliziotto morto nell’incidente tra volanti

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Amar Kudin: sirene, tricolore e applausi accompagnano il funerale del poliziotto morto nell’incidente tra volanti

Si è svolto nel campo da rugby di Paese, in provincia di Treviso, l’ultimo saluto ad Amar Kudin, un poliziotto di 32 anni, morto in un tragico incidente stradale a Roma. Alla cerimonia, organizzata per rendere omaggio all’agente, hanno partecipato circa duemila persone, tra cui familiari, amici, colleghi e rappresentanti delle istituzioni.

Cerimonia tra silenzio e applausi

Il feretro è stato scortato fino al campo sportivo da un corteo di moto e auto della Polizia, con le sirene in funzione. Durante il rito funebre, sono stati osservati tutti gli onori del caso, inclusi il silenzio d’ordinanza e l’ingresso della bara coperta dal tricolore, accompagnata dagli applausi dei presenti. Dopo la celebrazione, il feretro è stato trasferito al cimitero di Paese per la tumulazione. Venerdì scorso, la camera ardente era stata allestita alla caserma Maurizio Giglio di Roma.

Un giovane agente ricordato dalla comunità

Le esequie hanno visto la partecipazione di varie autorità regionali e locali, così come rappresentanti del mondo sportivo, in particolare del rugby, disciplina che Amar praticava con passione. Durante il funerale, la sindaca Katia Uberti ha ricordato il percorso di Amar, dall’arrivo in Italia nel 1993 alla carriera nella Polizia di Stato, sottolineando i valori di lealtà e impegno che Kudin incarnava sia come atleta che come agente.

Messaggi di vicinanza sono stati espressi alla famiglia di Amar, con un riconoscimento al ruolo fondamentale della Polizia di Stato nel garantire sicurezza e legalità. La comunità e le istituzioni si sono unite nel dolore e nella memoria di un giovane che ha lasciato un segno indelebile.

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Striscione fascista esposto in Curva Sud durante la partita della Roma provoca sdegno e viene ripreso in tv

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Striscione fascista esposto in Curva Sud durante la partita della Roma provoca sdegno e viene ripreso in tv

Durante la partita Roma-Monza, vinta dalla squadra giallorossa con il punteggio di 4 a 0, la Curva Sud ha esposto un grande striscione dedicato a “Paoletto” con la citazione: “Io ce resto su sta strada finché me reggheno le gambe, è co sto core e co sta faccia che so diventato grande!”. Si tratta di una frase che, sebbene non offensiva né esplicitamente riconducibile al fascismo, ha sollevato polemiche.

Il giornalista Paolo Berizzi del quotidiano La Repubblica ha evidenziato che i versi provengono dal brano “Er camerata”, scritto nel 2007 dal gruppo di estrema destra INSEDIA e pubblicato nell’album ‘Quando c’era lui’. Nonostante il testo dello striscione non contenga riferimenti evidenti al fascismo, il significato della canzone è controverso. Il brano aborda temi legati alla lealtà tra amici e alla vita di strada, esprimendo un forte attaccamento a ideali che possono risultare problematici.

La canzone completa, ricca di frasi come: “Nun s’accannano l’amici per un paro de mignotte” e “ma una cosa ne so certo, una sola l’ho capita, nun s’accanna un Camerata anche a rischio de la vita!”, riflette un contesto che potrebbe suscitare preoccupazioni. La discussione attorno allo striscione evidenzia la complessità dei simboli e dei messaggi all’interno delle culture calcistiche.

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Assalto al commissariato di Albano, incendiate 16 auto: informazioni disponibili finora

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Assalto al commissariato di Albano, incendiate 16 auto: informazioni disponibili finora

Indagini sono in corso sull’incendio doloso che ha distrutto sedici auto della polizia nel parcheggio del commissariato di Albano Laziale.

Sono 16 le automobili della polizia di Stato distrutte dalle fiamme nell’incendio divampato la scorsa notte all’interno del parcheggio del commissariato di Albano Laziale, comune dei Castelli Romani. Sulla vicenda sono in corso indagini della Digos, ed è ormai certo che il rogo sia di origine dolosa. Alcune telecamere hanno ripreso un uomo incappucciato mentre innescava il rogo.

L’attentato alla stazione di Albano Laziale e le indagini

Nel video pubblicato dal sindacato Coisp, le automobili risultano gravemente danneggiate o distrutte. Le telecamere di sicurezza hanno immortalato un uomo incappucciato mentre entrava nel parcheggio e appiccava l’incendio, probabilmente utilizzando della Diavolina. Le indagini sono attualmente in corso, e secondo Domenico Pianese, segretario del Coisp, “è abbastanza evidente che dietro questo gesto ci siano esponenti dell’area anarco-insurrezionalista, una pista che merita di essere approfondita dalle autorità competenti. Si tratta di un atto gravissimo contro le forze dell’ordine, che mette a rischio non solo gli operatori di Polizia ma anche la sicurezza della collettività”.

L’inquietante precedente: l’incendio alla stazione dei carabinieri

Solo pochi giorni fa, alcune macchine della stazione dei carabinieri di Castel Gandolfo hanno rischiato di essere distrutte dalle fiamme. Pur non essendoci elementi che collegano i due gesti, la vicinanza tra i luoghi e le modalità sembrano simili, suggerendo che non si tratti di episodi isolati. Attorno alle 4 del 9 febbraio, un carabiniere ha notato un incendio nel piazzale dove erano parcheggiate le auto di servizio. Le fiamme avevano avvolto le gomme di due automobili, ma l’intervento immediato ha evitato ulteriori danni. In quel caso, sono stati trovati inneschi e le telecamere hanno ripreso una persona incappucciata mentre scavalcava la recinzione esterna ed entrava nel piazzale.

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