Cronaca
Aperta un’inchiesta: c’era la babysitter
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La vicenda giudiziaria tra Francesco Totti e Ilary Blasi, precedentemente confinata alle aule del tribunale civile, ha ora un nuovo sviluppo presso la Procura di Roma. Un’inchiesta penale è stata avviata in seguito a una denuncia sporta dalla conduttrice televisiva, in cui si accusa l’ex calciatore di abbandono di minore. L’episodio contestato riguarda la figlia Isabel, attualmente di 8 anni, che sarebbe stata lasciata sola in casa. La scoperta è avvenuta tramite una videochiamata tra madre e figlia, durante la quale Ilary Blasi non avrebbe notato la presenza del padre accanto alla minore. La segnalazione ha portato all’intervento degli agenti del commissariato di Ponte Milvio, i quali, secondo quanto detto dalla difesa di Totti, hanno trovato una baby sitter con la bambina. Totti si trovava in un vicino ristorante ed è subito rientrato in casa. Considerando che l’abbandono di minore è un reato perseguibile d’ufficio, l’indagine è stata avviata.
Le Accuse
I pubblici ministeri della Capitale dovranno chiarire se il giorno dei fatti contestati fosse presente un adulto con la bambina. Qualora le accuse risultassero infondate, Totti potrebbe decidere di querelare la ex moglie per calunnia. Nel frattempo, la controversia sulla custodia dei figli prosegue. Il giudice incaricato del caso di separazione aveva imposto una custodia condivisa, con residenza prevalente dei figli nella villa dell’Eur. L’obbligo di Totti di non lasciare Isabel sola senza un maggiorenne è vincolante, escludendo quindi la sola presenza della sorella Chanel, ancora minorenne.
Gli Altri Fronti
Le divergenze tra l’ex coppia non si fermano qui: oltre ai reciproci addebiti di infedeltà coniugale, vi è una disputa sull’assegno di mantenimento per i figli. La conduttrice ha richiesto un aumento dell’assegno mensile da 12.500 euro, giustificando la domanda con una diminuzione dei propri redditi e con le spese elevate della villa dell’Eur. Totti, per contro, rivendica che le entrate dell’ex moglie non sarebbero cambiate. Inoltre, è ancora in corso la causa legata alla restituzione di beni materiali, tra cui Rolex e gioielli personali.
Cronaca
Prime dieci sospensioni effettuate
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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.
Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.
I DANNI
Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.
LA RIAPERTURA
In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.
Cronaca
Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda
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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.
LA SEQUENZA
La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.
SOTTO LA LENTE
Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.
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