Attualità
Borseggiatrici pendolari arrestate per furti in metro da Roma a Milano

I Carabinieri arrestano borseggiatrici “pendolari”
Due borseggiatrici, con base al campo rom di via Pontina a Roma, sono state arrestate per furto nella metropolitana di Milano. L’operazione, condotta dai carabinieri della Compagnia Roma Parioli con l’appoggio dei militari di varie divisioni, rientra in un più ampio servizio di controllo del territorio volto alla prevenzione della microcriminalità, in collaborazione con il prefetto di Roma.
Dalla metropolitana al Policlinico
Una delle donne, incinta al sesto mese e ben nota alle forze dell’ordine, è stata riconosciuta e fermata presso la fermata Policlinico della metro B. Su di lei pendeva un ordine di carcerazione per furti commessi a Milano tra il 2016 e il 2021. Dopo l’arresto, è stata trattenuta presso il Policlinico Umberto I a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
Arresti e controlli nel campo rom
Oltre alla trentenne, i militari hanno rintracciato una ventitreenne nel campo rom. La giovane era ricercata per scontare quattro anni di carcere per borseggi e rapine sulle metro milanesi. L’azione investigativa ha portato anche alla denuncia di due persone trovate con strumenti per lo scasso e di una donna in possesso di droga.
Altre azioni delle forze dell’ordine
Parallelamente, i carabinieri hanno sanzionato diverse persone trovate con sostanze stupefacenti per uso personale e condotto controlli su veicoli e attività commerciali. Tra queste, una pizzeria è stata multata e chiusa per irregolarità nelle normative igieniche. Complessivamente, i militari hanno identificato 264 persone e controllato 98 veicoli.
Attualità
Arrestato per aver cercato di sfondare la porta di casa dell’ex fidanzata e per aver tentato di aggredire i carabinieri.

Un uomo di 67 anni è stato arrestato per aver perseguitato l’ex compagna, tentando anche di sfondare la porta di casa sua. L’episodio è avvenuto la sera di venerdì 21 febbraio a Tor Vergata, quando la donna ha contattato il numero unico delle emergenze 112, segnalando che l’ex si stava tentando di entrare nella sua abitazione. I carabinieri sono intervenuti, arrestando l’uomo in flagranza di reato.
La dinamica
Secondo la vittima, l’ex compagno ha iniziato a colpire ripetutamente il portoncino d’ingresso con calci e pugni nel tentativo di entrare. Non accettando la fine della relazione, il 67enne ha perseguitato la donna per lungo tempo. Dopo l’ennesimo tentativo di intrusione, la vittima ha deciso di contattare le forze dell’ordine.
L’arresto
L’uomo, che si trovava in stato di ebbrezza, ha cercato di aggredire i carabinieri con una bottiglia di vetro per sfuggire al loro controllo, ma non ha causato feriti. Dopo essere stato bloccato, è stato portato in caserma per le procedure di rito e successivamente trasferito nel carcere di Regina Coeli, dove il Tribunale ha convalidato il suo arresto.
Attualità
Decesso dopo il parto a Rieti, scattano indagini per un risarcimento di quasi 2 milioni di euro dalla Asl

Le indagini sono state avviate a Rieti in seguito al risarcimento di 1,8 milioni di euro da parte della Asl alla famiglia di una paziente deceduta dopo un parto cesareo. La Corte dei Conti sta esaminando il caso.
Dettagli della vicenda
Una donna è morta dopo un intervento di parto cesareo presso l’ospedale San Camillo De Lellis a Rieti. Inizialmente, la paziente aveva manifestato dolore e gonfiore addominali. Tuttavia, i medici non hanno ritenuto necessario effettuare ulteriori controlli. A causa di ciò, si erano sviluppate gravi complicazioni, tra cui un’emorragia interna che ha reso urgente un’isterectomia, la quale è stata eseguita con un ritardo di sette ore, portando alla morte della donna.
Le conseguenze legali
Due medici sono stati condannati per omicidio colposo in merito all’accaduto, mentre una dottoressa, che ha sempre proclamato la propria innocenza, ha presentato ricorso in Cassazione. Nonostante siano trascorsi oltre dieci anni, la vicenda legale non si è ancora conclusa.
Indagine della Corte dei Conti
Secondo quanto riportato da la Repubblica, la Asl di Rieti è stata condannata in primo grado come responsabile civile e ha presentato reclamo in Corte d’Appello, dove il procedimento rimane aperto. In aggiunta ai procedimenti penali e civili già avviati, è stato avviato un procedimento davanti alla Corte dei Conti per chiedere un risarcimento per danno erariale nei confronti dei medici coinvolti, in relazione all’incapacità di salvare la paziente.
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