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Christian Salierno: l’allenatore di rugby deceduto nell’incidente in scooter a Tivoli.

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Christian Salierno: l’allenatore di rugby deceduto nell’incidente in scooter a Tivoli.

Christian Salierno, noto preparatore sportivo, è deceduto in un incidente stradale avvenuto il pomeriggio del 20 novembre. Salierno aveva 33 anni e stava guidando il suo scooter Piaggio, acquistato solo una settimana prima, quando è avvenuto lo scontro con un furgoncino su via di Campolimpido, tra Tivoli e Guidonia Montecelio. Le cause dell’incidente sono attualmente sotto indagine da parte delle autorità competenti.

Una vita dedicata allo sport

Salierno era un volto noto nella comunità sportiva locale. Aveva iniziato la sua carriera nel rugby lavorando a Benevento e Ceccano, prima di trasferirsi a Tivoli, dove ha seguito la sua passione per il rugby allenando il Tivoli Rugby e impegnandosi come preparatore atletico in vari centri sportivi della zona e a Roma. La notizia della sua scomparsa ha destato profondo cordoglio nella comunità, con molti colleghi e giovani atleti che hanno voluto ricordare l’energia e la passione che Christian trasmetteva nello sport.

Il ricordo della Scuola Sportiva ELIS

La Scuola sportiva ELIS ha espresso il proprio dolore per la perdita di Salierno, sottolineando l’impronta indelebile lasciata da Christian attraverso la sua dedizione e l’esempio di sportività. “La sua energia e la dedizione nel lavoro di squadra sono stati un esempio per tutti”, ha scritto l’istituzione in un comunicato che esprime vicinanza alla famiglia e agli amici del giovane preparatore sportivo.

Dinamica dell’incidente

Lo scontro tra lo scooter di Salierno e il furgoncino, condotto da un uomo di 60 anni di Fonte Nuova, è avvenuto in circostanze che restano oggetto di indagine. Nonostante i soccorsi siano giunti prontamente, per Salierno non c’è stato nulla da fare. Entrambi i mezzi sono stati sequestrati e l’autista del furgoncino è stato sottoposto ai test alcolemici e tossicologici, risultati negativi. Le autorità continuano gli accertamenti per chiarire la dinamica dell’incidente e le eventuali responsabilità.

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Inizia il processo per l’avvocato accusato di aver rubato mezzo milione di euro a Paolo Calissano

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Inizia il processo per l’avvocato accusato di aver rubato mezzo milione di euro a Paolo Calissano

È iniziato il processo relativo alla morte di Paolo Calissano, l’attore genovese deceduto a Roma il 29 dicembre 2021. A essere imputato è l’avvocato Matteo Minna, storico amministratore di sostegno di Calissano, accusato di peculato, circonvenzione di incapace e falso. L’accusa sostiene che Minna abbia sottratto alla vittima circa mezzo milione di euro approfittando della sua vulnerabilità. Il fratello di Calissano, Roberto, ha sporto denuncia dopo aver notato anomalie nei conti e nei bonifici dell’attore.

Il ruolo dell’avvocato Minna

Il fratello di Paolo Calissano ha descritto la situazione come un “duplice dolore, perché ci fidavamo di lui”. Minna e Calissano si conoscevano da tredici anni, durante i quali l’avvocato ha gestito le finanze dell’attore. Dall’inizio del procedimento, Minna si trova agli arresti domiciliari e sono emerse circa 143 operazioni irregolari effettuate nell’arco di tredici anni. Nell’ultimo periodo della sua vita, Paolo Calissano era in uno stato di fragilità, afflitto da depressione e debiti.

Altre presunte vittime e sequestro di beni

Oltre a Calissano, Minna sarebbe accusato di aver ingannato altre persone, sottraendo denaro in modo “spregiudicato”. Per queste motivazioni, è stato disposto un sequestro di beni per un valore di 800mila euro nei suoi confronti.

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Perizia sui telefonini di Camilla Sanvoisin: la verità negli ultimi messaggi con il fidanzato riguardo alla sua morte

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Perizia sui telefonini di Camilla Sanvoisin: la verità negli ultimi messaggi con il fidanzato riguardo alla sua morte

La Procura della Repubblica di Roma ha avviato una perizia sugli smartphone di Camilla Sanvoisin e del fidanzato Giacomo Celluprica, nella speranza di ottenere informazioni rilevanti sui messaggi scambiati, per ricostruire le ultime ore di vita della giovane, trovata morta nella sua abitazione il mattino di venerdì 13 febbraio. Gli esiti della perizia sono attesi entro un mese, mentre l’indagine prosegue per stabilire le cause della morte, che è attualmente considerata come conseguenza di un altro reato.

Dettagli sulla sera della morte

Il fidanzato di Camilla ha riferito agli inquirenti che entrambi avrebbero assunto eroina la sera prima del tragico evento. Ha raccontato di essersi addormentato dopo aver consumato la sostanza e di essersi svegliato senza rendersi conto che Camilla non respirava più, portandolo a contattare i soccorsi. Nella loro abitazione è stato trovato del metadone.

Testimonianze e sviluppi delle indagini

La proprietaria del consorzio in cui viveva la coppia ha dichiarato che una collaboratrice domestica avrebbe notato che Camilla stava male già nel pomeriggio, prima dell’assunzione della sostanza. Inoltre, grazie ai tabulati telefonici, è stato rintracciato un presunto spacciatore che avrebbe venduto droga al fidanzato, risiedente a Tor Bella Monaca. Le indagini continueranno con gli esami istologici e tossicologici sulla salma di Camilla, per individuare con precisione le cause dell’arresto cardiaco che ha portato alla sua morte.

Senza segni di violenza

I primi accertamenti non hanno rivelato segni di violenza né fori da iniezione. Tra le ipotesi formulate, si sospetta che l’eroina potesse essere stata contaminata con benzodiazepine o fentanyl. Le indagini sono ancora in corso e restano in attesa dei risultati degli esami.

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