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Desirèe Amato davanti all’ex che ha ucciso sua madre e sua sorella in tribunale: “Non voglio vederlo”

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Desirèe Amato davanti all’ex che ha ucciso sua madre e sua sorella in tribunale: “Non voglio vederlo”

Nel Tribunale di Latina, il clima resta teso mentre prende il via il processo per l’accusa di duplice omicidio a carico di Christian Sodano. L’imputato è al centro delle indagini per i tragici eventi che hanno colpito profondamente la comunità.

L’Ingresso in Aula

Christian Sodano è arrivato in tribunale in modo composto, mantenendo uno sguardo impassibile. Tra il pubblico presente, c’è anche Desirèe Amato, l’ex fidanzata di Sodano, la cui famiglia è stata tragicamente colpita. L’emozione in aula è palpabile, con Desirèe che reagisce emotivamente alla vista di Sodano, supportata dalla sua famiglia.

Le Parole del Padre

Giuseppe Amato, il padre di una delle vittime, ha rilasciato poche parole ai giornalisti presenti. Con rassegnazione, ha espresso il suo desiderio di giustizia, sottolineando la gravità delle azioni di Sodano.

Svolgimento del Processo

Durante la sessione odierna, il tribunale ha negato l’autorizzazione alle riprese in aula, seguendo le disposizioni del giudice. La difesa di Sodano non è riuscita ad ottenere un rito abbreviato, nonostante le richieste avanzate. Le accuse mosse a Sodano sono gravi, con un procedimento che si prospetta lungo e complesso. La comunità locale, rappresentata dall’avvocato Nicodemo Gentile, ha ottenuto il riconoscimento come parte civile insieme ai familiari delle vittime.

L’udienza è stata inoltre caratterizzata dall’ascolto di alcuni testimoni, tra cui poliziotti e il medico legale, mentre ulteriori testimonianze sono attese nelle prossime udienze. Desirèe Amato, visibilmente provata, ha chiesto di testimoniare in modalità protetta, cercando di evitare ulteriori stress emotivi legati alla presenza di Sodano in aula.

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Arresto di padre e figlio trovati con 250mila euro falsi, una pistola e munizioni tenute illegalmente

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Arresto di padre e figlio trovati con 250mila euro falsi, una pistola e munizioni tenute illegalmente

Due uomini, un padre di 73 anni e un figlio di 48 anni, sono stati arrestati a Pomezia (Roma) per possesso di oltre 20mila euro in banconote false, unitamente a armi e munizioni detenute illegalmente.

Nella giornata di sabato 22 febbraio, i carabinieri della stazione di Torvaianica, in collaborazione con l’Aliquota operativa, hanno effettuato una perquisizione nell’abitazione dei due durante un’attività info-investigativa. Durante l’operazione, sono stati trovati 20.500 euro in banconote da cento euro, una pistola scacciacani priva del tappo rosso e diverse munizioni, tra cui 28 a salve, sei cartucce calibro 22 e 60 cartucce calibro 12. Tutti gli oggetti sono stati sequestrati poiché detenuti illegalmente.

I due arrestati, già noti alle forze dell’ordine, dovranno ora rispondere alle accuse di detenzione di monete contraffatte e di armi.

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Arrestato per aver cercato di sfondare la porta di casa dell’ex fidanzata e per aver tentato di aggredire i carabinieri.

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Arrestato per aver cercato di sfondare la porta di casa dell’ex fidanzata e per aver tentato di aggredire i carabinieri.

Un uomo di 67 anni è stato arrestato per aver perseguitato l’ex compagna, tentando anche di sfondare la porta di casa sua. L’episodio è avvenuto la sera di venerdì 21 febbraio a Tor Vergata, quando la donna ha contattato il numero unico delle emergenze 112, segnalando che l’ex si stava tentando di entrare nella sua abitazione. I carabinieri sono intervenuti, arrestando l’uomo in flagranza di reato.

La dinamica

Secondo la vittima, l’ex compagno ha iniziato a colpire ripetutamente il portoncino d’ingresso con calci e pugni nel tentativo di entrare. Non accettando la fine della relazione, il 67enne ha perseguitato la donna per lungo tempo. Dopo l’ennesimo tentativo di intrusione, la vittima ha deciso di contattare le forze dell’ordine.

L’arresto

L’uomo, che si trovava in stato di ebbrezza, ha cercato di aggredire i carabinieri con una bottiglia di vetro per sfuggire al loro controllo, ma non ha causato feriti. Dopo essere stato bloccato, è stato portato in caserma per le procedure di rito e successivamente trasferito nel carcere di Regina Coeli, dove il Tribunale ha convalidato il suo arresto.

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