Attualità
Donna condannata per il pestaggio di una borseggiatrice incinta nella metro che non voleva pagare il pizzo
Il caso del pestaggio nella metropolitana romana
Il caso della donna incinta all’ottavo mese di gravidanza violentemente aggredita nella metropolitana di Roma ha destato scalpore in tutta Italia. Per questo grave episodio è stata emessa la prima sentenza di condanna, con una pena di quattro anni e otto mesi di reclusione per una delle responsabili.
La sentenza e il contesto
Una delle protagoniste della vicenda, Sabira Sejdic, è stata condannata per estorsione e lesioni. Secondo le ricostruzioni, la donna aveva imposto alla vittima un pizzo di mille euro per operare nell’ambito dei borseggi nella metro romana. Al rifiuto della vittima di pagare la somma richiesta, Sejdic e altri individui hanno brutalmente aggredito la donna. L’immagine del pestaggio, ripreso in video, è diventata virale in tutta Italia, suscitando una forte reazione pubblica. La vittima, a causa delle lesioni riportate, ha dovuto sottoporsi a un cesareo d’urgenza lo stesso pomeriggio dell’aggressione.
Il racconto della vittima
La donna, che dopo l’incidente ha deciso di lasciare l’Italia, ha denunciato i suoi aggressori, sollevando il velo sul racket dei furti in metropolitana. Durante l’aggressione, avvenuta nella linea B della metro di Roma, la vittima è stata colpita con calci e pugni dai cinque aggressori. Dopo essere stata ridotta in condizioni critiche, è stata immediatamente trasportata al Policlinico Umberto I per il cesareo che ha permesso di salvare il neonato.
Dettagli sull’aggressione
Il pestaggio sarebbe stato motivato dalla mancata consegna di una parte del pizzo richiesto dalla banda. La vittima aveva effettivamente pagato una parte, circa 300 euro, ma ciò non è bastato a evitare la violenza. La banda, dopo vari avvertimenti, ha deciso di agire con violenza. Tre degli aggressori sono minorenni, e un altro individuo risulta ancora irreperibile. Attualmente, tra gli imputati, solo Sejdic ha ricevuto una condanna.
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