Attualità
Il trapper Elia17Baby viene condannato a 10 anni per aver accoltellato un ragazzo alla schiena rendendolo paraplegico

La Cassazione ha emesso una sentenza definitiva che condanna Elia17Baby, trapper noto all’anagrafe come Elia Di Genova, a dieci anni di carcere. L’artista è stato giudicato colpevole di aver accoltellato un uomo, Fabio Piu, durante un incidente avvenuto nella notte del 14 agosto a Porto Rotondo, in Sardegna, provocando alla vittima la perdita dell’uso delle gambe.
La condanna
L’accusa sosteneva che l’intenzione dell’aggressore fosse di uccidere, tesi che è stata accettata dalla Corte di Cassazione. Le gravi ferite inflitte nella schiena di Fabio Piu hanno infatti provocato danni irreversibili alla sua colonna vertebrale, determinando una condizione di paraplegia permanente. Durante il processo, la difesa dell’artista, rappresentata dai legali Pietro e Gian Maria Nicotera, aveva chiesto una riqualificazione del reato da tentato omicidio a lesioni personali, ma tale richiesta è stata respinta dal giudice.
L’accaduto
L’episodio è nato dopo che Di Genova e alcuni amici furono allontanati da un locale sulla spiaggia di Santa Marinella per via di comportamenti molesti. La successiva discussione con gli addetti alla sicurezza del posto, già particolarmente tesa, degenerò finché Fabio Piu, nel tentativo di calmare la situazione, venne aggredito alle spalle. Di Genova ha inferto una coltellata che ha lasciato Piu a terra sanguinante, e successivamente si è liberato dell’arma tentando la fuga. L’artista è stato catturato in un albergo di Olbia poco dopo il fatto.
L’episodio getta luce su dinamiche preoccupanti che talvolta coinvolgono giovani artisti nella movida notturna, sollevando interrogativi su sicurezza e prevenzione di simili incidenti.
Attualità
Arrestato per aver cercato di sfondare la porta di casa dell’ex fidanzata e per aver tentato di aggredire i carabinieri.

Un uomo di 67 anni è stato arrestato per aver perseguitato l’ex compagna, tentando anche di sfondare la porta di casa sua. L’episodio è avvenuto la sera di venerdì 21 febbraio a Tor Vergata, quando la donna ha contattato il numero unico delle emergenze 112, segnalando che l’ex si stava tentando di entrare nella sua abitazione. I carabinieri sono intervenuti, arrestando l’uomo in flagranza di reato.
La dinamica
Secondo la vittima, l’ex compagno ha iniziato a colpire ripetutamente il portoncino d’ingresso con calci e pugni nel tentativo di entrare. Non accettando la fine della relazione, il 67enne ha perseguitato la donna per lungo tempo. Dopo l’ennesimo tentativo di intrusione, la vittima ha deciso di contattare le forze dell’ordine.
L’arresto
L’uomo, che si trovava in stato di ebbrezza, ha cercato di aggredire i carabinieri con una bottiglia di vetro per sfuggire al loro controllo, ma non ha causato feriti. Dopo essere stato bloccato, è stato portato in caserma per le procedure di rito e successivamente trasferito nel carcere di Regina Coeli, dove il Tribunale ha convalidato il suo arresto.
Attualità
Decesso dopo il parto a Rieti, scattano indagini per un risarcimento di quasi 2 milioni di euro dalla Asl

Le indagini sono state avviate a Rieti in seguito al risarcimento di 1,8 milioni di euro da parte della Asl alla famiglia di una paziente deceduta dopo un parto cesareo. La Corte dei Conti sta esaminando il caso.
Dettagli della vicenda
Una donna è morta dopo un intervento di parto cesareo presso l’ospedale San Camillo De Lellis a Rieti. Inizialmente, la paziente aveva manifestato dolore e gonfiore addominali. Tuttavia, i medici non hanno ritenuto necessario effettuare ulteriori controlli. A causa di ciò, si erano sviluppate gravi complicazioni, tra cui un’emorragia interna che ha reso urgente un’isterectomia, la quale è stata eseguita con un ritardo di sette ore, portando alla morte della donna.
Le conseguenze legali
Due medici sono stati condannati per omicidio colposo in merito all’accaduto, mentre una dottoressa, che ha sempre proclamato la propria innocenza, ha presentato ricorso in Cassazione. Nonostante siano trascorsi oltre dieci anni, la vicenda legale non si è ancora conclusa.
Indagine della Corte dei Conti
Secondo quanto riportato da la Repubblica, la Asl di Rieti è stata condannata in primo grado come responsabile civile e ha presentato reclamo in Corte d’Appello, dove il procedimento rimane aperto. In aggiunta ai procedimenti penali e civili già avviati, è stato avviato un procedimento davanti alla Corte dei Conti per chiedere un risarcimento per danno erariale nei confronti dei medici coinvolti, in relazione all’incapacità di salvare la paziente.
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