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Il Trentino protesta contro l’abbattimento e l’arrivo dell’albero di Natale al Vaticano è a rischio

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Il Trentino protesta contro l’abbattimento e l’arrivo dell’albero di Natale al Vaticano è a rischio

Gli abitanti della Val di Ledro in Trentino Alto Adige si mobilitano per prevenire l’abbattimento di un abete plurisecolare destinato a diventare l’albero di Natale di Piazza San Pietro. La comunità locale ha scritto una lettera a Papa Francesco per esprimere la propria opposizione e chiedere il suo intervento.

Residenti in difesa dell’abete

La proposta di tagliare un abete di trenta metri e duecento anni di età, situato nella storica area del vecchio confine austro-ungarico, ha suscitato indignazione tra i residenti. Gli abitanti della Val di Ledro hanno avviato una petizione tramite Change.org, raccogliendo già decine di migliaia di firme. In aggiunta, è stata presentata una diffida legale per impedire l’abbattimento dell’albero.

Lettera a Papa Francesco

Nella lettera a Papa Francesco, i residenti esortano il Pontefice a rivedere la decisione di tagliare l’albero e lo invitano a visitare la valle, apprezzandone la bellezza naturale. Propongono un’alternativa sostenibile: un albero artistico permanente, realizzato con legna riciclata da alberi già caduti, in linea con il rispetto ambientale promosso nelle encicliche papali.

Il dibattito sulla sostenibilità e sulla tutela ambientale rimane centrale, mentre gli abitanti della Val di Ledro continuano la loro campagna per proteggere il simbolico abete monumentale.

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Arrestato per aver cercato di sfondare la porta di casa dell’ex fidanzata e per aver tentato di aggredire i carabinieri.

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Arrestato per aver cercato di sfondare la porta di casa dell’ex fidanzata e per aver tentato di aggredire i carabinieri.

Un uomo di 67 anni è stato arrestato per aver perseguitato l’ex compagna, tentando anche di sfondare la porta di casa sua. L’episodio è avvenuto la sera di venerdì 21 febbraio a Tor Vergata, quando la donna ha contattato il numero unico delle emergenze 112, segnalando che l’ex si stava tentando di entrare nella sua abitazione. I carabinieri sono intervenuti, arrestando l’uomo in flagranza di reato.

La dinamica

Secondo la vittima, l’ex compagno ha iniziato a colpire ripetutamente il portoncino d’ingresso con calci e pugni nel tentativo di entrare. Non accettando la fine della relazione, il 67enne ha perseguitato la donna per lungo tempo. Dopo l’ennesimo tentativo di intrusione, la vittima ha deciso di contattare le forze dell’ordine.

L’arresto

L’uomo, che si trovava in stato di ebbrezza, ha cercato di aggredire i carabinieri con una bottiglia di vetro per sfuggire al loro controllo, ma non ha causato feriti. Dopo essere stato bloccato, è stato portato in caserma per le procedure di rito e successivamente trasferito nel carcere di Regina Coeli, dove il Tribunale ha convalidato il suo arresto.

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Decesso dopo il parto a Rieti, scattano indagini per un risarcimento di quasi 2 milioni di euro dalla Asl

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Decesso dopo il parto a Rieti, scattano indagini per un risarcimento di quasi 2 milioni di euro dalla Asl

Le indagini sono state avviate a Rieti in seguito al risarcimento di 1,8 milioni di euro da parte della Asl alla famiglia di una paziente deceduta dopo un parto cesareo. La Corte dei Conti sta esaminando il caso.

Dettagli della vicenda

Una donna è morta dopo un intervento di parto cesareo presso l’ospedale San Camillo De Lellis a Rieti. Inizialmente, la paziente aveva manifestato dolore e gonfiore addominali. Tuttavia, i medici non hanno ritenuto necessario effettuare ulteriori controlli. A causa di ciò, si erano sviluppate gravi complicazioni, tra cui un’emorragia interna che ha reso urgente un’isterectomia, la quale è stata eseguita con un ritardo di sette ore, portando alla morte della donna.

Le conseguenze legali

Due medici sono stati condannati per omicidio colposo in merito all’accaduto, mentre una dottoressa, che ha sempre proclamato la propria innocenza, ha presentato ricorso in Cassazione. Nonostante siano trascorsi oltre dieci anni, la vicenda legale non si è ancora conclusa.

Indagine della Corte dei Conti

Secondo quanto riportato da la Repubblica, la Asl di Rieti è stata condannata in primo grado come responsabile civile e ha presentato reclamo in Corte d’Appello, dove il procedimento rimane aperto. In aggiunta ai procedimenti penali e civili già avviati, è stato avviato un procedimento davanti alla Corte dei Conti per chiedere un risarcimento per danno erariale nei confronti dei medici coinvolti, in relazione all’incapacità di salvare la paziente.

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