Cronaca
Ipotesi su basista in possesso delle chiavi: le avrebbe usate per agevolare i ladri nell’ingresso.
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Nella notte tra venerdì e sabato, un furto lampo di appena pochi minuti ha colpito la boutique della prestigiosa maison Valentino a Piazza di Spagna. Un colpo che ricorda il modus operandi del furto avvenuto qualche mese fa presso la gioielleria Bulgari di via Dei Condotti. Gli autori del furto, si presume almeno tre individui, hanno portato via trenta borse di piccola taglia e alcuni accessori, per un valore complessivo stimato di almeno 140 mila euro. La refurtiva, facilmente occultabile in borsoni e zaini, è già candidata ad essere venduta nel mercato illegale. Nonostante l’allarme della boutique abbia suonato, portando sul posto le volanti della polizia e il vice direttore, non sono stati riscontrati segni di effrazione né all’ingresso principale né alla porta secondaria.
LE INDAGINI
Le investigazioni, in mano al commissariato Trevi, si concentrano sulla possibilità di un complice interno, forse un basista che potrebbe aver fornito le chiavi ai ladri. Questa teoria, tuttavia, si contrappone al fatto che l’allarme si è attivato, con il segnale proveniente dalle sale della boutique e non dall’apertura delle porte. Un enigma che complica il quadro investigativo e suggerisce un piano più elaborato da parte dei malviventi. Le videocamere di sorveglianza potrebbero rivelarsi fondamentali per identificare i ladri, i quali hanno agito con il volto coperto e le impronte accuratamente protette. Le autorità sperano che l’analisi approfondita possa condurre all’identificazione di almeno uno dei coinvolti.
I POSSIBILI ACCESSI
L’edificio che ospita la boutique Valentino è sede di diversi bed & breakfast che comunicano ai clienti codici d’accesso digitali. Uno stratagemma che i ladri potrebbero aver sfruttato prendendo una stanza nei giorni precedenti al furto, ottenendo così i codici necessari. La polizia sta quindi esaminando gli elenchi dei clienti degli alloggi circostanti. Sebbene la vicinanza geografica leghi il furto alla boutique Valentino con quello accaduto alla gioielleria Bulgari, le modalità sembrano differire completamente. Il contesto dei furti di lusso rimane un fenomeno attuale nella Capitale, come dimostra il precedente colpo alla maison Fendi.
Cronaca
Prime dieci sospensioni effettuate
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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.
Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.
I DANNI
Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.
LA RIAPERTURA
In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.
Cronaca
Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda
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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.
LA SEQUENZA
La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.
SOTTO LA LENTE
Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.
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