Attualità
La ex di 16 anni viene sequestrata in albergo e fatta sporgere dalla finestra: “Così posso spingerti meglio”

L’ha chiusa a chiave nella stanza d’albergo in cui alloggiava, costretta ad avere rapporti sessuali, poi l’ha fatta affacciare alla finestra: “Così ti spingo meglio”.
(Immagine di repertorio Getty Images)
Il sequestro nella stanza d’albergo
Si erano conosciuti in vacanza, e qualche tempo dopo la giovane, appena quindicenne, ha scelto di chiudere la loro relazione. Lui, originario del luogo in cui si erano incontrati, si è recato a Roma, dove ha trovato una stanza d’albergo e ha invitato la ragazza.
È stato in quel momento che l’ha chiusa dentro alla camera, sequestrandola per tre ore e costringendola a subire violenza. La faceva avvicinare alla finestra e le diceva di sporgersi: “Guarda meglio, sta piovendo, affacciati così ti posso spingere bene”, minacciandola di voler farla finita con quella situazione.
Le violenze e le minacce in albergo e in Calabria
Conosciutisi a Catanzaro nel 2018, la loro storia fu breve ma intensa. Dopo la separazione, il giovane iniziò a effettuare telefonate e inviare messaggi, anche in anonimo e da profili social fittizi. Alla fine, la convinse a raggiungerlo nella stanza d’albergo. Una volta dentro, la costrinse ad interagire con lui, spingendola sul letto e utilizzando la sua forza fisica.
Nei giorni seguenti, il ragazzo continuò a pedinarla ovunque: sotto casa, al bar, a scuola, minacciando anche i suoi genitori. A settembre 2022, accadde un altro episodio di violenza al ritorno della giovane in Calabria.
La denuncia e il processo
Oggi la ragazza ha 21 anni, l’ex ne ha 29. Dopo l’ultimo episodio di violenza nel 2022, la giovane ha trovato il coraggio di denunciarlo. Il ragazzo ora è sotto processo presso la quinta sezione collegiale del Tribunale di Roma, con accuse di stalking, sequestro di persona e violenza sessuale aggravata.
Attualità
Roma: blatte ed escrementi di topi sugli attrezzi da cucina, chiuse due tavole calde

Access Denied: A Roma chiusura di due tavole calde dopo l’invasione di blatte e topi. Blatte ed escrementi di topi sugli attrezzi da cucina hanno scatenato l’intervento delle autorità. #Roma #Sanità #Cronaca
A Roma, due tavole calde sono state costrette alla chiusura a seguito di un’invasione di blatte e topi. Le condizioni igieniche erano talmente precarie che le autorità non hanno avuto altra scelta se non quella di intervenire immediatamente. La scoperta di blatte ed escrementi di topi sugli attrezzi da cucina ha suscitato un’ondata di indignazione tra i cittadini.
Situazione Igienica Allarmante
Le ispezioni hanno rivelato una situazione igienica allarmante, con la presenza di blatte e topi che hanno infestato gli spazi dove vengono preparati i cibi. Questo ha sollevato seri interrogativi sulla sicurezza alimentare e sulla salute pubblica.
Reazione dei Cittadini
I cittadini romani, già stressati dalle numerose problematiche urbane, hanno reagito con rabbia e delusione. In molti si chiedono come sia possibile che tali condizioni siano state permesse di esistere fino a questo punto. Blatte ed escrementi di topi sugli attrezzi da cucina è una frase che ha fatto il giro dei social, diventando virale e alimentando il dibattito sulla gestione della sanità pubblica.
Intervento delle Autorità
Le autorità hanno immediatamente chiuso i locali coinvolti, ma la questione non si ferma qui. Ora si pone l’interrogativo su come prevenire futuri episodi simili e se ci sia stata una qualche negligenza da parte degli enti preposti al controllo. La situazione richiede un’azione decisa e trasparente per garantire che la sicurezza alimentare non venga mai più compromessa in questo modo.
Attualità
Il caso del prete di Viterbo che vende assoluzioni e confessioni per 50 euro scatena polemiche religiose

Il caso del prete di Viterbo che vende assoluzioni e confessioni per 50 euro ha scatenato un putiferio sui social, con commenti che vanno dal sarcastico all’indignato. #Chiesa #Viterbo #Corruzione
Un recente scandalo ha colpito la comunità di Viterbo, dove un prete è stato accusato di vendere “assoluzioni e confessioni per 50 euro”. La notizia, che ha rapidamente fatto il giro del web, ha sollevato un vespaio di polemiche e discussioni, mettendo in luce una pratica che molti considerano non solo eticamente discutibile, ma anche profondamente contraria ai principi della Chiesa Cattolica.
L’immagine che accompagna l’articolo mostra un messaggio di errore di accesso al sito di Fanpage.it, dove l’articolo originale era stato pubblicato. Il messaggio recita: "Access Denied. You don’t have permission to access ‘http://www.fanpage.it/roma/il-caso-del-prete-di-viterbo-che-vende-assoluzioni-e-confessioni-per-50-euro/‘ on this server. Reference #18.556fdd58.1744451943.8723" e rimanda a un link di errore: https://errors.edgesuite.net/18.556fdd58.1744451943.8723.
La reazione del pubblico è stata immediata e variegata. Alcuni utenti hanno commentato con ironia, chiedendosi se fosse possibile acquistare pacchetti famiglia o sconti per le festività, mentre altri hanno espresso un’indignazione più seria, sottolineando come la sacralità dei sacramenti non possa essere ridotta a una transazione commerciale.
La Chiesa locale non ha ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali in merito, ma la vicenda continua a suscitare dibattito, con molti che si chiedono quali saranno le conseguenze per il prete coinvolto e se questo episodio possa portare a una riflessione più ampia sulle pratiche religiose e la loro gestione.
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