Cronaca
La serranda viene manomessa dai ladri e vengono rubati 70 euro.

Un furto si è consumato nella notte presso un’edicola situata in Piazza Vittorio Emanuele, all’angolo con via Foscari. I malviventi hanno manomesso la serranda, piegato i tubi di ferro e danneggiato la tenda prima di riuscire a portare via la somma di 70 euro. Nonostante il denaro sottratto non sia ingente, i danni strutturali risultano significativi.
Testimonianze locali
Un testimone, presente sul posto ogni mattina, ha riportato che si trovava sul luogo come di consueto alle 7:30, quando ha notato i segni del misfatto. “Il titolare mi ha informato del furto notturno; la serranda appariva visibilmente danneggiata,” ha affermato. In passato, l’edicola aveva già subito piccoli atti vandalici, come il ritrovamento di bottiglie rotte nelle vicinanze o diverse ammaccature.
Possibili responsabili
Una residente del quartiere ha espresso sospetti su chi potrebbero essere i responsabili, citando la presenza abituale di gruppi che stazionano nell’area fino a tarda sera. Questa mattina, tuttavia, nessuno di loro era presente. Ad aggravare la situazione di tale zona sono le transenne che ormai da settimane costeggiano parte delle arcate, creando isolamento e disagio. Secondo alcuni, la presenza dei lavori in corso renderebbe la zona ancora più insicura.
Il contesto complicato delle infrastrutture e l’ambiente circostante continuano a rappresentare un problema per la sicurezza dell’area, mentre l’edicola si conta tra le vittime più recenti di questo clima di insicurezza.
Cronaca
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La Serata Piena di Sorprese
Immagina una notte romana illuminata da fiori colorati e visual spettacolari, con una scaletta di classici che ha fatto cantare e ballare il pubblico per ore. Questa è stata solo la prima delle dodici date previste, e già si parla di un’atmosfera elettrica che ha conquistato tutti. Ma cosa ha reso questa serata così indimenticabile? Gli indizi sono nei dettagli che hanno trasformato un concerto in un vero e proprio spettacolo da non perdere.
Il Duetto Che Nessuno Si Aspettava
E poi, il colpo di scena: un fuoriprogramma che ha fatto impazzire i fan! L’artista ha condiviso il palco con Giuliano Sangiorgi dei Negramaro per un duetto su “Se lo senti lo sai”, un momento di pura emozione che ha creato scintille inaspettate. Chissà quali altre sorprese ci riserveranno le date successive? Non vorrai perdertelo!
Cronaca
La vendetta che non posso ignorare

Rivelazioni choc in aula: i messaggi WhatsApp che svelano l’oscura ossessione di un omicidio! #OmicidioPetrangeli #DelittoRivelato
I messaggi
Immaginate di scoprire messaggi che anticipano un tragico destino: Gianluca Molinaro, accusato dell’omicidio di Manuela Petrangeli, inviava audio WhatsApp carichi di rabbia e minacce. Frasi come “Mi sta portando all’estremo” e “maledetta, gliela devo fare pagare” emergono dalle indagini, lasciando tutti a chiedersi cosa si nascondeva dietro quelle parole. Dagli esami del suo telefono, si scopre anche un’accusa di manipolazione verso l’ex compagna, con lei che ribatteva: “Mi stai portando all’esasperazione”. Sarà vero? Questi dettagli stanno accendendo la curiosità sul processo in corso.
L’omicidio
E se un delitto fosse stato pianificato sotto gli occhi di tutti? Molinaro è imputato per omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, stalking e detenzione abusiva di un fucile a canne mozze. Gli inquirenti hanno rintracciato SMS scambiati con un amico, dove si leggeva “oggi forse prendo due piccioni con una fava” prima del fatto, e dopo l’uccisione della 51enne fisioterapista: “gli ho sparato du botti”. Non potete non domandarmi: cosa ha spinto un uomo a compiere un gesto così estremo, per poi costituirsi in caserma con l’arma in mano?Le testimonianze
Cosa accade quando le testimonianze in aula rivelano dettagli agghiaccianti? I carabinieri hanno descritto la scena del crimine, con il corpo di Manuela vicino alla sua auto, mentre i colleghi tentavano disperatamente di rianimarla. Altri militari hanno raccontato la confessione di Molinaro in caserma, dove, al telefono con la madre, ha ammesso: “sono in caserma, quello che ho detto ho fatto”. Le indagini sui dispositivi sequestrati hanno confermato un pattern di stalking e premeditazione, come sottolineato dai legali della famiglia. Queste storie fanno sorgere una domanda: quanto profondo era il risentimento che ha condotto a questo dramma?
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