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Cronaca

Le auto parcheggiate venivano rubate in un minuto

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Le auto parcheggiate venivano rubate in un minuto

Le forze dell’ordine sono state impegnate in importanti operazioni contro il furto di autoveicoli a Roma, mettendo in luce l’utilizzo di dispositivi elettronici avanzati per l’apertura e il furto rapido delle vetture. Questi strumenti, tra cui jammer e centraline, sono stati sequestrati durante una recente azione dei Carabinieri.

Sequestro di dispositivi elettronici

I Carabinieri del Gruppo di Roma hanno denunciato cinque persone coinvolte in attività illecite. Tra il materiale recuperato vi sono dispositivi elettronici per la decodifica delle chiavi delle auto e attrezzature da scasso. Durante un controllo nella zona del quartiere Città Giardino, due uomini sono stati fermati a bordo di un’auto e trovati in possesso di un jammer e altri strumenti per il furto di autovetture.

Operazioni nella notte a Ostiense e Parioli

Nella zona Ostiense, una donna di 41 anni è stata scoperta con una centralina estranea e dispositivi per la decodifica delle chiavi elettroniche, non riuscendo a giustificare il possesso di tali strumenti. Infine, nei pressi di Parioli, due cittadini romeni sono stati fermati e trovati con apparecchi inibitori delle centraline delle automobili. Questa operazione sottolinea l’importanza di un controllo costante e mirato da parte delle forze dell’ordine per prevenire attività criminali di questo calibro.

Tutti dispositivi elettronici per rubare in pochi minuti una macchina. I carabinieri hanno sequestrato uno Jammer che è un marchingegno che permette al ladro di rubare un’autovettura senza che scatti l’antifurto. Poi altre diavolerie elettroniche, come le centraline, che servono a rubare un mezzo anche in meno di un minuto. Tanti pezzi proibiti per clonare le chiavi di accensione.

In poche ore i Carabinieri del Gruppo di Roma hanno denunciato 5 persone e recuperato dispositivi elettronici, utili alla decodifica di chiavi di veicoli, e numerosi arnesi da scasso. Con precisione, nel pomeriggio, i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Montesacro, transitando in viale Gargano, zona Città Giardino, hanno fermato per un controllo due uomini a bordo di un’auto che si aggirava con fare sospetto. I due, un 42enne romano e un 33enne della provincia di Roma, sono stati trovati in possesso di un jammer, per il quale risultavano privi di autorizzazione, e di numerosi arnesi da scasso.

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Nella notte, invece, i Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Roma hanno denunciato una 41enne romana che, sottoposta ad un controllo mentre era alla guida in via Mario Musco in zona Ostiense, è stata trovata in possesso di una centralina di un’altra autovettura, un dispositivo per la decodifica di chiavi elettroniche di veicoli, 9 chiavi di autovetture non codificate e numerosi arnesi da scasso, non giustificandone la provenienza e la destinazione.

Infine, sempre nella notte, nel quartiere Parioli, i Carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia Roma Parioli hanno denunciato due cittadini romeni, di 27 e 37 anni, fermati a bordo di un’auto e trovati in possesso di un dispositivo elettronico per inibire centraline di autovetture.

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Colf incinta licenziata, processo per minacce alla vedova di un generale dell’esercito

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Colf incinta licenziata, processo per minacce alla vedova di un generale dell’esercito

Un drammatico racconto emerge dalla storia di una donna in cerca di stabilità dopo le devastazioni del terremoto di Amatrice. Dopo la distruzione della sua casa, il suo sogno di trovare un lavoro e una nuova sicurezza è stato trasformato in un incubo, con la minaccia di perdere nuovamente tutto.

La ricerca di stabilità

La protagonista ha passato un periodo difficile, cercando di ricostruire la propria vita dopo il sisma che ha colpito la sua abitazione. La speranza iniziale di rimettersi in carreggiata è stata rapidamente oscurata da nuove difficoltà, tra cui la precarietà lavorativa.

Minacce e paura

Oltre alla ricerca di un’occupazione, la donna si è trovata ad affrontare minacce gravi, inclusa la paura per la propria vita. Queste circostanze hanno reso ancora più complessa la sua situazione, rendendo difficile qualsiasi tentativo di risalire.

Il racconto di questa donna evidenzia come le esperienze traumatiche possano segnare profondamente la vita delle persone, costringendole a confrontarsi con ostacoli imprevisti e devastanti.

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La discussione per un prestito di 60 euro

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La discussione per un prestito di 60 euro

«Aveva qualcosa in mano, mi ha colpito». Queste sono le parole di Matteo, un ragazzo di quasi 17 anni, che non si rende subito conto di essere stato accoltellato durante una lite con un compagno di scuola. Dopo un confronto fisico, il giovane aggressore, più piccolo di lui, scappa con la sua fidanzata, mentre Matteo, inizialmente senza avvertire il dolore, scopre il taglio sul suo costato e si accascia.

I SOCCORSI

Fortunatamente, una dottoressa di passaggio nei pressi di viale Annibal Caro a Frascati, interviene e riesce a mantenere in vita Matteo per 15 minuti, prima dell’arrivo dell’ambulanza. La situazione è critica: il ragazzo ha subito un colpo al cuore e, durante il trasporto al policlinico romano di Tor Vergata, ha un arresto cardiaco. L’aggressore, un ragazzo che compirà 15 anni a settembre, è stato rintracciato e arrestato con l’accusa di tentato omicidio. Ha dichiarato agli investigatori di aver agito per un debito di 60 euro, ma il coltello, lungo 20 centimetri, è stato ritrovato da lui stesso a poca distanza dal luogo dell’aggressione.

LA DINAMICA

Circa alle 20.30, Matteo e i suoi amici si trovano sui Vialoni, quando l’aggressore e la sua fidanzata si avvicinano. Le tensioni tra i due ragazzi sfociano in una colluttazione, culminata con l’uso del coltello. Un solo colpo inflitto dall’alto fa sì che la lama trafigga un polmone e raggiunga il cuore. Dopo l’aggressione, il giovane scappa, getta il coltello e si reca a casa della fidanzata, estranea alla vicenda. Arrestato alcune ore dopo, confessa rapidamente l’accaduto.

Nel frattempo, la comunità è sotto shock. I familiari delle due famiglie esprimono incredulità: «Siamo sconvolti e addolorati», affermano gli zii dell’aggressore, mentre la cugina della vittima sottolinea l’intenzionalità del colpo inferto, affermando: «L’ha colpito al cuore, voleva ucciderlo». La situazione è monitorata dalle forze dell’ordine, che evidenziano il grave problema dei comportamenti deviati tra i giovani. «Matteo lotta», dicono i medici ai familiari che sperano in un miracolo per riportarlo a casa.

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