Attualità
L’ex di Noemi Bocchi condannato a 4 anni per maltrattamenti, aveva detto: “Per lei ho fatto guerre”

Il tribunale di Roma ha emesso una sentenza di condanna a 4 anni nei confronti di Mario Caucci, imprenditore di Tivoli, per maltrattamenti e mancato mantenimento ai danni della sua ex moglie, Noemi Bocchi. Il caso era stato portato alla luce dopo la separazione della coppia, avvenuta nel settembre del 2019, quando Bocchi aveva deciso di denunciare Caucci. La procura aveva inizialmente chiesto una pena di 5 anni e mezzo, ma la corte ha determinato un periodo leggermente inferiore.
La Vicenda
Dall’udienza, è emerso che Mario Caucci, dopo la separazione consensuale dalla sua ex moglie, si è reso protagonista di un episodio violento nel cuore della notte, recandosi presso l’abitazione di Bocchi per aggredirla. Questo episodio ha costituito la base della denuncia contro di lui. La reazione di Noemi Bocchi, che ha scelto di rivolgersi alle autorità anziché accettare un riavvicinamento da parte di Caucci, è stata determinante per la condanna. La procedura legale si è svolta a porte chiuse, su richiesta dei rappresentanti legali della donna.
Conseguenze e Reazioni
A seguito della diffusione della sentenza, ha destato scalpore una dichiarazione di Mario Caucci riguardo al suo passato legame con Noemi Bocchi, che appare ora in una luce diversa: “Ho fatto in modo che la nostra fosse la storia più bella del mondo e lo è stata. Dopo di me, qualunque persona scelga, non riuscirà mai ad eguagliare quello che è stato, per un semplicissimo fatto: che io l’ho amata più di qualsiasi altra cosa al mondo. Per lei ho fatto guerre, ho discusso con tutta la mia famiglia. Mi dicevano di fare attenzione, che non era la strada giusta, che non andava bene. Sono stato messo nella condizione di essere emarginato perché più ero solo e più potevo essere governabile“.
L’attuale compagna di Francesco Totti ha risposto pubblicando una storia su Instagram dal contenuto enigmatice, “Dio esiste”, suggerendo una sua personale riflessione sulle vicende appena chiuse in tribunale.
Attualità
Arresto di padre e figlio trovati con 250mila euro falsi, una pistola e munizioni tenute illegalmente

Due uomini, un padre di 73 anni e un figlio di 48 anni, sono stati arrestati a Pomezia (Roma) per possesso di oltre 20mila euro in banconote false, unitamente a armi e munizioni detenute illegalmente.
Nella giornata di sabato 22 febbraio, i carabinieri della stazione di Torvaianica, in collaborazione con l’Aliquota operativa, hanno effettuato una perquisizione nell’abitazione dei due durante un’attività info-investigativa. Durante l’operazione, sono stati trovati 20.500 euro in banconote da cento euro, una pistola scacciacani priva del tappo rosso e diverse munizioni, tra cui 28 a salve, sei cartucce calibro 22 e 60 cartucce calibro 12. Tutti gli oggetti sono stati sequestrati poiché detenuti illegalmente.
I due arrestati, già noti alle forze dell’ordine, dovranno ora rispondere alle accuse di detenzione di monete contraffatte e di armi.
Attualità
Arrestato per aver cercato di sfondare la porta di casa dell’ex fidanzata e per aver tentato di aggredire i carabinieri.

Un uomo di 67 anni è stato arrestato per aver perseguitato l’ex compagna, tentando anche di sfondare la porta di casa sua. L’episodio è avvenuto la sera di venerdì 21 febbraio a Tor Vergata, quando la donna ha contattato il numero unico delle emergenze 112, segnalando che l’ex si stava tentando di entrare nella sua abitazione. I carabinieri sono intervenuti, arrestando l’uomo in flagranza di reato.
La dinamica
Secondo la vittima, l’ex compagno ha iniziato a colpire ripetutamente il portoncino d’ingresso con calci e pugni nel tentativo di entrare. Non accettando la fine della relazione, il 67enne ha perseguitato la donna per lungo tempo. Dopo l’ennesimo tentativo di intrusione, la vittima ha deciso di contattare le forze dell’ordine.
L’arresto
L’uomo, che si trovava in stato di ebbrezza, ha cercato di aggredire i carabinieri con una bottiglia di vetro per sfuggire al loro controllo, ma non ha causato feriti. Dopo essere stato bloccato, è stato portato in caserma per le procedure di rito e successivamente trasferito nel carcere di Regina Coeli, dove il Tribunale ha convalidato il suo arresto.
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