Cronaca
Mille taxi saranno disponibili a Roma entro il Giubileo.

Roma si prepara all’Anno Santo, ormai alle porte, e al più arduo stress test per la tenuta cittadina: che dovrà fronteggiare un afflusso stimato, per il 2025, in 30-35 milioni di visitatori. Ma al Forum internazionale del Turismo, in corso a Firenze, la Capitale assicura di essere pronta, grazie anche alla continua collaborazione con il governo. Il primo tema da affrontare è quello della mobilità: a partire dal trasporto pubblico non di linea, abitualmente preso d’assalto dai visitatori, ma attualmente insufficiente anche per i romani. Tra “poche settimane” le nuove vetture taxi a Roma “saranno in circolazione” e a seguito del concorso avviato dal Campidoglio, assicura Roberto Gualtieri dal capoluogo toscano. “Siamo la prima città ad aver chiuso il bando per nuove licenze taxi – sottolinea il sindaco – Abbiamo fatto anche la riforma del doppio guidatore in vista del Giubileo: prima che parta, avremo mille nuovi taxi”. Per il grande evento religioso “ci stiamo preparando al meglio con un lavoro di squadra per cercare di essere pronti – spiega Gualtieri – Siamo partiti con qualche mese di ritardo, per colpa di nessuno ma abbiamo fatto una scelta che io rivendico: non stralciare le opere più importanti e non far perdere l’occasione a Roma degli interventi più importanti, che sono trecento”. Nella Città eterna “la situazione del decoro e della pulizia è un po’ migliorata – rivendica l’inquilino di Palazzo Senatorio – E da gennaio sarà ancora meglio, per l’inizio del Giubileo”.
LE SINERGIE
Su questo fronte, Campidoglio e Palazzo Chigi continuano a lavorare in tandem. “Per il Giubileo arriveranno in Italia, a Roma, trenta milioni di persone – ricorda Daniela Santanchè, ministro del Turismo, al Forum di Firenze – Una cosa che mi dispiace tantissimo, e lo dico con franchezza, è che ho sentito troppe critiche. Stiamo lavorando veramente per tutto il tempo necessario e forse di più: saremo pronti e sarà un grande Giubileo”. Santanchè lancia un appello ai romani: “Ci sono dei disagi, è evidente, ma pensiamo che tutto questo sarà lasciato alla città, pensiamo a quello che Roma sarà dopo il Giubileo”. Tra i milioni di visitatori che arriveranno nella Capitale “ci sono molti alto spendenti – assicura il ministro – I pellegrini quando vengono a Roma per il Giubileo, inoltre, restano in media sei notti, ben al di sopra dei 3,5 della media che si realizza in genere”. L’Anno Santo “è un evento unico, viene ogni 25 anni – dice monsignor Rino Fisichella, pro-prefetto del dicastero per l’Evangelizzazione e responsabile del Giubileo 2025 è bene che ci si prepari a questo, però è anche un evento dopo il quale si lascia in eredità qualcosa di bello”.
LA PROGRAMMAZIONE
Avere 35 milioni di pellegrini in un anno in visita a Roma per l’Anno Santo “è come avere molto di più di un’altra Roma in un anno – sostiene il presidente della Regione, Francesco Rocca – Il sindaco Gualtieri può confermare che si sta facendo una operazione record sul sottopasso di Castel Sant’Angelo, dove la Soprintendenza in pochi giorni ha sbloccato il cantiere dopo i rinvenimenti”. Il governatore auspica “che con questo Giubileo si possa cambiare prospettiva – dice – Noi lo sappiamo: c’è un Giubileo nel 2025, ce ne sarà uno straordinario nel 2033 e poi nel 2050. Lo sappiamo con anni di anticipo e quindi non si deve arrivare sempre di corsa, all’ultimo momento”. Come Regione “abbiamo programmato l’assunzione di oltre mille unità in più per fronteggiare questo periodo – aggiunge Rocca – Abbiamo varato a livello strutturale, per recuperare un gap che avevamo in Regione, un piano di assunzioni che si completerà proprio nell’anno del Giubileo di oltre 14 mila unità; 155 milioni di euro li abbiamo messi per rinnovare tutto il parco tecnologico e investire sui pronto soccorso”.
Cronaca
Fiumicino, svastiche nel parco dedicato alla memoria del figlio ebreo dell’assessore Costa

INTRODUZIONE PER SOCIAL:
Vandali imbrattano il parco dedicato a Simone Costa con svastiche e scritte. Il simbolo nazista colpisce anche l’area giochi. L’assessore Costa e i cittadini sono furiosi. #Fiumicino #Vandalismo #Politica #NotizieLocali
Hanno sfregiato muri e panchine con svastiche e scritte varie, in un parco dedicato alla memoria di Simone Costa, il figlio dell’assessore all’ambiente di Fiumicino Stefano Costa. Le scritte vandaliche non risparmiano la memoria e neanche i bambini, colpiscono anche l’area giochi. E lo storico "Serbatoio", uno dei simboli della città. Una vernice spray, rigorosamente nera, ha imbrattato anche alcuni muri nelle vie adiacenti e la parete laterale della vicina in via Santa Maria della Salute.
I Volontari Denunciano
Sono stati i volontari dell’associazione ‘I love Simone" che si occupano anche di curare l’area giochi, a denunciare la vicenda: "Hanno sfregiato e profanato tutto il parchetto che cerchiamo, con amore ed attenzione di rendere vivibile ed accessibile per le famiglie – hanno spiegato – Non ci arrendiamo a questo spettacolo indegno ma siamo veramente dispiaciuti".
La Reazione dei Politici
Solidarietà è arrivata anche dai consiglieri del Pd Ezio Di Genesio Pagliuca ed Erica Antonelli: "Non si tratta di un episodio isolato – sostengono – Più zone e più punti della città hanno subito lo stesso sfregio. Non si tratta solo di condannare atti vandalici, ma di respingere con forza il messaggio pericoloso che veicolano. Chi compie questi atti lo fa con la consapevolezza di voler offendere e deturpare la nostra Città". Secondo Pagliuca "non ci si può svegliare solo ora. Basta fare un giro per la città per rendersi conto dello stato di degrado in cui versano interi quartieri". "Capisco l’amarezza di molti cittadini – aggiunge Antonelli – Spuntano simboli ignobili; il richiamo ai valori antidemocratici che dovrebbero essere solo un lontano ricordo e che invece tornano, inquieti. Mi domando se gli autori di questi sfregi ne siano consapevoli o meno. Mi dispiace che l’assessore Costa abbia visto imbrattato anche il luogo dedicato a suo figlio. Ne condivido l’amarezza e il disappunto. È per questo che credo fermamente che le istituzioni, tutte, abbiano il dovere di stigmatizzare non solo l’imbratto, che mai è bello, ma soprattutto la simbologia riprodotta, che non rende merito, né onore, ai valori della nostra Costituzione".
Cronaca
La sera abbiamo avuto un rapporto sessuale con tua madre

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Il sangue di Ilaria Sula ovunque: il fidanzato confessa e la madre è complice? Una storia di sangue, bugie e candeggina che non pulisce tutto. #CronacaNera #DelittoPassionale #Giustizia
LA SCENA DEL CRIMINE
Il sangue di Ilaria Sula era ovunque e per quanto Mark Samson e sua madre abbiano cercato di lavarlo via, il luminol della polizia scientifica ha riportato in luce i suoi contorni. Era sul pavimento della camera da letto del 23enne, fin sotto l’armadio, sulla spalliera della sua poltrona, sui cuscini, nelle condutture della doccia e del lavandino, sulla maniglia esterna del bagno. Una macchia di 10-15 centimetri è stata trovata anche sul muro sinistro del corridoio, a circa un metro di altezza da terra. Gli investigatori stanno cercando di capire se sia una traccia lasciata dalla vittima, aggredita alle spalle e accoltellata 3 volte al collo «in modo brutale» [questa frase è tra virgolette] con un coltello da cucina: magari nel tentativo di fuga verso la porta dell flüsterteapartment potrebbe essersi appoggiata alla parete con le mani sporche di sangue.
LA MADRE
Mark Samson, la lettera ai genitori di Ilaria Sula: «Scusatemi per l’atroce delitto, sono impazzito di dolore e ho perso il controllo» [questa frase è tra virgolette]. Se così fosse, la posizione processuale della mamma di Samson – attualmente indagata per concorso in occultamento di cadavere – potrebbe cambiare: se dovesse aver assistito senza chiamare i soccorsi all’agonia della 22enne (durata un paio di minuti), la Procura potrebbe costarle anche l’accusa di concorso in omicidio [questa frase è tra virgolette]. Anche se l’omicida reo confesso ha detto che la madre stava nella sua camera da letto e Ilaria «ha gridato poco», è difficile credere che in un appartamento di scarsi 50 metri quadri non si sia accorta di nulla, specie se la porta della stanza di Mark fosse aperta e la ragazza avesse tentato la fuga. Agli inquirenti, che lunedì scorso l’hanno interrogata per oltre 4 ore e mezzo, Nors Manlapaz ha dichiarato: «La sera dormivo. Mi sono accorta della presenza di un altra persona in casa soltanto la mattina del 26 marzo, quando ho visto due tazze di caffè. Li ho sentiti discutere, poi più nulla, ho aperto la porta e ho visto la ragazza morta. Sono svenuta» [questa frase è tra virgolette].
Dopo avere accusato il malore, ha detto di essere uscita di casa «per prendere aria», poi è tornata e ha aiutato il figlio a pulire. Ma la candeggina non è stata sufficiente a cancellare le tracce del crimine. In casa gli agenti avrebbero trovato degli stracci con aloni compatibili a sangue ripulito e lo stesso sangue sarebbe rimasto negli scarichi del bagno, dove probabilmente hanno lavato gli stracci. L altra ipotesi è che la macchia trovata sul muro del corridoio sia riconducibile alle fasi di occultamento del cadavere [questa frase è tra virgolette]. Non è chiaro se Mark sia stato aiutato dalla madre anche ad infilare il corpo di Ilaria nel trolley, dopo averlo avvolto in due buste. Fatto sta che quella valigia l ha presa proprio dalla camera dei genitori.
I VESTITI
Il 23enne di origini filippine durante l’interrogatorio di garanzia, a una specifica domanda del gip, ha risposto di avere avuto un rapporto sessuale con Ilaria la sera del 25 marzo [questa frase è tra virgolette], dopo che lei era andata a casa sua per ridargli i suoi vestiti, visto che lo aveva lasciato già da due settimane. Tra i quesiti posti dai pm al medico legale c è quello di verificare tale circostanza in sede di esame autoptico. Mark potrebbe avere mentito anche in questo caso, considerato che al gip aveva detto di avere sostenuto diversi esami in Architettura all’università La Sapienza, invece gli investigatori hanno appurato ne aveva fatto solo uno. L altro punto nodale per capire l’eventuale coinvolgimento del padre, al momento non indagato, è capire l’orario in cui ha ucciso la sua ex. Lui ha detto di aver commesso l’omicidio intorno alle 11 di mattino del 26 marzo, mentre le aveva portato la colazione in camera, quando il padre era al lavoro nei pressi del Vaticano. Ma Ilaria non era in pigiama. Si era già rivestita con gli abiti da giorno o è stata accoltellata a morte la sera prima, dopo essere arrivata in via Homs? La polizia sta verificando anche l’alibi dello zio di Mark, che abita nello stesso palazzo e ha detto che quella mattina era al lavoro in un negozio sulla Nomentana, a 500 metri da lì.
CronacaNera #DelittoPassionale #Giustizia
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