Attualità
Muore in casa e tutti pensano a un malore: in realtà è stato pestato a sangue
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Due uomini sono stati arrestati con l’accusa di omicidio preterintenzionale per aver aggredito selvaggiamente un uomo di 63 anni, che poi è deceduto dopo alcuni giorni a causa di lesioni causate dal pestaggio.
Immagine di repertorio
Il 9 giugno viene trovato morto in casa a Fondi, provincia di Latina. Tutti pensano a un improvviso malore. Ma l’autopsia ha portato alla luce un’altra verità: il 63enne è morto a causa di un pestaggio avvenuto pochi giorni prima del decesso. Per questo oggi, a distanza di cinque mesi, due uomini sono stati arrestati con l’accusa di omicidio preterintenzionale.
Il 63enne è stato trovato senza vita da alcuni famigliari all’interno della propria abitazione. Da una prima ricostruzione il decesso sembrava attribuibile a una morte naturale, ma già dai primi accertamenti sono emersi dettagli incongruenti con l’ipotesi del malore improvviso. Per questo i pm della procura id Latina hanno disposto un’autopsia sul cadavere dell’uomo.
Il risultato è stato sorprendente: la morte del 63enne è avvenuta a causa di una doppia lesione alla milza, compatibile con un pestaggio subito nei giorni precedenti. L’aggressione è effettivamente avvenuta, come hanno accertato i carabinieri, il 3 giugno all’esterno di un bar di Lenola. I responsabili sarebbero i due arrestati, chiamati dal proprietario del locale che aveva deciso di liberarsi in questo modo del 63enne. L’uomo, infatti, si presentava spesso al bar ubriaco, come in quell’occasione.
Dimentica le…
Attualità
Daniele Penna, scomparso da Pomezia, trovato senza vita nel parcheggio di un centro commerciale
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La scomparsa di Daniele Penna, avvenuta il 12 febbraio scorso da Pomezia, ha avuto un esito tragico. L’uomo è stato ritrovato morto all’interno della sua auto nel parcheggio di un centro commerciale.
Il quarantaquattrenne, scomparso con la sua Fiat Punto grigia targata CG773BZ, è stato rinvenuto senza vita. La trasmissione ‘Chi l’ha visto?’ ha comunicato la notizia del ritrovamento, offrendo supporto ai famigliari e agli amici delle persone scomparse.
Attualità
Condannato a un anno in carcere per rapina dopo aver rubato un pezzo di pancetta, potrebbe ricevere uno sconto
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Un uomo di 60 anni, Sabino C., è stato condannato a un anno di reclusione per aver tentato di rubare una confezione di pancetta in un supermercato di Roma. Dopo quasi dieci anni dall’incidente, la Corte di Cassazione ha deciso di riaprire il caso, ordinando un nuovo processo d’appello.
La condanna era scattata dopo che l’uomo aveva minacciato un addetto alla vigilanza che lo aveva fermato, afferrandolo per il collo, senza però tentare di scappare. I giudici della Corte Suprema hanno accolto parzialmente il ricorso del sessantenne, riconoscendo la possibilità di applicare la cosiddetta ‘diminuente’. Questa misura è stata introdotta da una sentenza recente, che ha esaminato la legittimità costituzionale dell’assenza di sconti per reati considerati di lieve entità.
Secondo quanto riportato dal quotidiano locale Latina Oggi, il tentativo di furto avvenne all’interno di un supermercato, dove Sabino C. fu immediatamente bloccato dall’addetto alla vigilanza e successivamente arrestato dalla polizia. Nonostante i due gradi di condanna, l’uomo ha richiesto di essere riconosciuto la ‘diminuente’ per le circostanze attenuanti legate alla peculiarità dell’azione e alla limitata entità del danno. Di conseguenza, la Cassazione ha annullato in parte la sentenza d’appello, avviando un nuovo giudizio.
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