Cronaca
«Non ci si laureerà mai»

Un caso di stalking ha avuto un epilogo presso l’Università La Sapienza di Roma, coinvolgendo una studentessa di medicina di 23 anni. Dopo una relazione durata tre anni, la giovane donna aveva scelto di interrompere il rapporto con il suo ex fidanzato, un uomo di 31 anni, a causa di episodi crescenti di gelosia. In seguito alla decisione, ha optato per bloccarlo su tutti i social media per tutelare la propria serenità. Tuttavia, questa strategia non ha sortito l’effetto desiderato, innescando reazioni aggressive che hanno avuto il loro culmine in messaggi denigratori e appostamenti dinanzi alla facoltà frequentata dalla ragazza. Il 14 novembre, grazie alla segnalazione di un vigilante della facoltà allertato dalla presenza costante dell’uomo nel parcheggio, le forze dell’ordine del distretto Flaminio sono intervenute, trovando un coltello a doppia lama nell’auto del sospetto. L’ex fidanzato, già segnalato in passato per comportamenti simili, è ora agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico, accusato di atti persecutori.
I Messaggi Alle Amiche
Dopo essere stato bloccato sui social, l’uomo ha tentato un approccio indiretto, cercando di contattare le amiche della giovane con messaggi volti a persuaderle della necessità di una riconciliazione. Inizialmente esprimendo sentimenti nostalgici, i toni sono rapidamente diventati più ostili in assenza di risposte, culminando in affermazioni denigratorie.
Il Sospetto
Nonostante un ammonimento ufficiale ricevuto in estate, gli appostamenti del 31enne continuavano, sino al giorno dell’ultimo confronto. In quell’occasione, ha lasciato un astuccio alla reception dell’università, contenente reminiscenze della loro relazione e messaggi di supplica per ricucire il rapporto. Gli appostamenti successivi sono avvenuti all’interno del parcheggio universitario, dove è rimasto a lungo nella sua auto sperando in un segnale dalla giovane. Grazie alla vigilanza attenta, si è attivata una sequenza di controlli che hanno portato infine a misure restrittive nei confronti dell’uomo.
Cronaca
Ilaria Sula, sequestrata la camera dell’auto usata da Samson per il trasporto del corpo della giovane donna.

ScopertaChoc: La dash cam nascosta e le tracce di caffè che potrebbero ribaltare l’omicidio di Ilaria Sula?
La prova nascosta nell’auto
Mentre gli investigatori hanno sequestrato la dash cam nella macchina di Mark Samson, un dettaglio sorprendente emerge: potrebbe rivelare tutti i suoi spostamenti e cambiare il corso delle indagini. Tracce di caffè nello stomaco di Ilaria Sula, la studentessa della Sapienza uccisa dal suo ex fidanzato, suggeriscono che Samson non ha mentito su tutto. Immaginatevi la scena: un indizio minuscolo che potrebbe smascherare una rete di bugie.
Le rettifiche e le scoperte inaspettate
Samson, il ventitreenne accusato, sta finalmente collaborando, aiutando a ritrovare il telefono della vittima sotto il materasso dei suoi genitori e la micro sim nell’appartamento dove è avvenuto il delitto. Ma cosa nasconde questa telecamera? Gli esperti la analizzeranno per scoprire immagini cruciali: quando è stato caricato il corpo sull’auto, se Samson era solo e quali segreti ha registrato. È come un puzzle che si sta componendo pezzo per pezzo, lasciando tutti a chiedersi cosa emergerà.Il ruolo delle tracce di caffè
Dalle analisi post-autopsia, emerge un fatto intrigante: lo stomaco di Ilaria era quasi vuoto, tranne per qualche residuo di caffè. Potreste non credere a quanto questo dettaglio sia decisivo! Amiche della vittima hanno confermato ai pm che non beveva caffè prima di dormire, indicando che l’omicidio è avvenuto la mattina del 26 marzo, proprio come dichiarato da Samson. Un indizio che fa sorgere mille domande: era davvero un gesto improvviso?
La confessione che lascia senza fiato
Nella sua ammissione, Samson ha raccontato di aver portato la colazione in camera a Ilaria, scoprendo messaggi di un altro ragazzo sul suo telefono. “L’ho uccisa con due coltellate”, ha detto, descrivendo un atto rapido e brutale con il coltello usato per la mortadella. Questo dettaglio non solo rafforza la sua versione, ma allontana i sospetti dal padre, che non era in casa al momento del fatto. Pensateci: un omicidio domestico con colpi di scena che coinvolgono l’intera famiglia.
Le bugie e i depistaggi svelati
Samson ha mentito su quasi tutto, dai messaggi alle modalità di occultamento del corpo in un trolley e poi in un dirupo. Ma ora, con queste nuove prove, emergono crepe nella sua storia. La madre è accusata di concorso nell’occultamento, mentre il padre sembra estraneo. È un intreccio di inganni che tiene tutti con il fiato sospeso: quante altre sorprese riserva questo caso?
Cronaca
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