Attualità
Oggi i partigiani affrontano i neofascisti di Azione Frontale: il leader è stato condannato per atti antisemiti
Lo scontro sull’intitolazione di un parco a Torre Angela alla partigiana Tina Costa ha attirato l’attenzione, risultando in una manifestazione con la partecipazione di due staffette partigiane. Presente al centro della discussione, Ernesto Moroni, individuo già noto per essere stato condannato per istigazione all’odio razziale a causa di azioni provocatorie che includevano l’invio di teste di maiale in sinagoga durante il Giorno della Memoria delle vittime della Shoah.
Una cerimonia dal grande valore simbolico
L’appuntamento è fissato per le 11.00 in via Celio Caldo a Torre Angela con la partecipazione del neoassessore alla Cultura e le due staffette partigiane Teresa Vergalli e Luciana Romoli. Accompagnate dalla Presidente dell’Anpi provinciale di Roma, l’evento rappresenta un tributo alla memoria di Tina Costa, una figura di spicco nel contesto politico e democratico della città di Roma fino alla sua scomparsa nel 2019.
Le tensioni sul territorio
L’iniziativa tuttavia non ha trovato il favore di Azione Frontale, un gruppo di estrema destra che ha esposto la sua opposizione con slogan provocatori. La presenza del leader del gruppo, Ernesto Moroni, noto per precedenti azioni di natura antisemita e neofascista, ha contribuito ad accendere ulteriori polemiche. Il gruppo ha esercitato una forte opposizione in particolare sotto il governo del municipio guidato dal centrodestra, il quale aveva precedentemente sostenuto un’iniziativa per intitolare lo spazio a Norma Cossetto e altre figure storiche.
Decisioni e polemiche politiche
Nel contesto delle dispute locali, il Campidoglio ha agito a sostegno della proposta di intitolare l’area a Tina Costa, nonostante il voto contrario espresso dal VI Municipio. L’iniziativa è stata portata avanti grazie all’impegno di esponenti politici che hanno sostenuto l’Anpi. Tuttavia, il malcontento si è manifestato quando le decisioni del Campidoglio sono state criticate dal governo municipale, che ha denunciato l’assenza di consultazioni adeguate con il territorio.
La situazione continua a essere oggetto di dibattito politico e sociale, con accuse reciproche tra consiglieri e rappresentanti locali, riflettendo le tensioni persistenti tra le diverse fazioni politiche e le loro visioni contrapposte su temi legati alla memoria storica e al riconoscimento civile.
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