Cronaca
Pensione a 67 anni al Comune di Roma, scelta possibile da gennaio. Nodo per chi vuole lasciare il lavoro a 65.
Stop all’obbligo di pensione a 65 anni a certe condizioni e possibilità per i Comuni di trattenere anche fuori tempo massimo dipendenti ritenuti strategici oppure per affiancare i neo assunti. Nelle pieghe della manovra in discussione in Parlamento, spuntano parecchie novità che interessano anche i dipendenti capitolini. Come quelle che incidono sulla pensione: al momento, nel settore privato l’età pensionabile si raggiunge a 67 anni, mentre nel pubblico l’obbligo di andare via scatta già a 65, a condizione però di avere 42 anni e 10 mesi di contributi (come può accadere per esempio per chi riscatta la laurea).
La finanziaria in corso di approvazione prevede invece di parificare le due età, portandole entrambe a quota 67, a partire dal primo gennaio e dunque per i classe 1960. Secondo quanto filtra dal Campidoglio, per chi ha tra 65 e 67 anni (con 42 anni e 10 mesi di contributi) rimarrebbe comunque la possibilità di andare in pensione subito, ma con una possibile decurtazione dell’accredito mensile. Nulla di definito, sia chiaro. Per avere certezze occorrerà aspettare le norme integrative e capire se parliamo di diritti acquisiti, che non possono dunque essere tolti. Secondo le stime del Comune, la norma riguarda il 10% dei dipendenti capitolini (coloro che hanno tutti i requisiti previsti), ossia circa una cinquantina l’anno.
L’altra novità
Sempre la legge di bilancio prevede poi che gli enti locali possano trattenere – ovviamente con il loro consenso – fino al 10% dei pensionabili ritenuti indispensabili oppure per affiancare i neo assunti, evitando di usare formule un po’ barocche, come la collaborazione a titolo gratuito della durata di un anno adottata nel 2019 per il comandante dei vigili urbani della Capitale Antonio Di Maggio. Le norme in questione si vanno ad aggiungere a quelle ormai note e presenti in manovra, come il possibile blocco del turnover al 75%: ogni mille che se ne vanno, ne entrano 750. Una misura – calcolata in realtà sui soldi spesi e non sulle teste – pensata per contenere le spese degli enti locali, fortemente contrastata però dal Campidoglio che al contrario chiede da mesi al governo risorse (100 milioni l’anno per tre anni) e deroghe ai tetti di spesa per assumere 3mila persone in vista del Giubileo. Parliamo soprattutto di vigili urbani dopo gli 800 entrati in funzione quest’anno, ma anche di personale amministrativo ed educativo, soprattutto per gli asili nido.
Al momento, poi, Campidoglio ed esecutivo si trovano su posizioni diverse soprattutto per quanto riguarda l’interpretazione delle soglie massime alle assunzioni data dal ministero dell’Economia. Per il Mef, Roma Capitale è lontana dal tetto di spesa previsto dalla legge (parametrato in primis sulle entrate) e dunque può assumere senza timore di sanzioni. Il Campidoglio invece sostiene il contrario. Tanti tavoli, tutti collegati, che dovranno in ogni caso essere risolti entro un mese, prima dell’approvazione della manovra.
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