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Processo richiesto per i vertici del San Giovanni dopo la morte del medico in seguito all’autopsia a una donna con epatite C

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Processo richiesto per i vertici del San Giovanni dopo la morte del medico in seguito all’autopsia a una donna con epatite C

Un caso di sicurezza sul lavoro è al centro di nuove indagini giudiziarie a Roma. La morte del tecnico di anatomia patologica Rufino Vacca, avvenuta l’11 agosto 2013, è ora sotto la lente della procura, che ha richiesto il rinvio a giudizio per l’ex direttore sanitario dell’ospedale San Giovanni e per un ex dirigente della direzione infermieristica e tecnica.

Dettagli delle accuse

Le indagini puntano a chiarire le responsabilità in un episodio di presunta negligenza che avrebbe portato alla morte di Vacca. Il tecnico aveva eseguito un’autopsia su un corpo infetto da epatite C, senza adeguate misure di protezione individuale, indossando una semplice mascherina chirurgica. La procura accusa i due dirigenti di omicidio colposo, ponendo sotto accusa le condizioni lavorative in cui operava Vacca, incluso l’inefficace sistema di aerazione della sala autoptica.

Risvolti sull’infermiera coinvolta

Il caso non ha coinvolto solo Vacca; un’infermiera presente durante l’autopsia si è successivamente ammalata dello stesso ceppo di epatite C. Nonostante sia sopravvissuta, la donna ha subito danni permanenti, per i quali è stata riconosciuta la malattia professionale. La situazione ha portato ad una revisione dei protocolli di sicurezza negli ambienti ospedalieri, ma il caso rimane controverso.

Il giudice ora dovrà stabilire se procedere con il processo o archiviare il caso. La famiglia della vittima continua a chiedere giustizia e il riconoscimento delle responsabilità nel tragico evento.

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Arresto di padre e figlio trovati con 250mila euro falsi, una pistola e munizioni tenute illegalmente

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Arresto di padre e figlio trovati con 250mila euro falsi, una pistola e munizioni tenute illegalmente

Due uomini, un padre di 73 anni e un figlio di 48 anni, sono stati arrestati a Pomezia (Roma) per possesso di oltre 20mila euro in banconote false, unitamente a armi e munizioni detenute illegalmente.

Nella giornata di sabato 22 febbraio, i carabinieri della stazione di Torvaianica, in collaborazione con l’Aliquota operativa, hanno effettuato una perquisizione nell’abitazione dei due durante un’attività info-investigativa. Durante l’operazione, sono stati trovati 20.500 euro in banconote da cento euro, una pistola scacciacani priva del tappo rosso e diverse munizioni, tra cui 28 a salve, sei cartucce calibro 22 e 60 cartucce calibro 12. Tutti gli oggetti sono stati sequestrati poiché detenuti illegalmente.

I due arrestati, già noti alle forze dell’ordine, dovranno ora rispondere alle accuse di detenzione di monete contraffatte e di armi.

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Arrestato per aver cercato di sfondare la porta di casa dell’ex fidanzata e per aver tentato di aggredire i carabinieri.

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Arrestato per aver cercato di sfondare la porta di casa dell’ex fidanzata e per aver tentato di aggredire i carabinieri.

Un uomo di 67 anni è stato arrestato per aver perseguitato l’ex compagna, tentando anche di sfondare la porta di casa sua. L’episodio è avvenuto la sera di venerdì 21 febbraio a Tor Vergata, quando la donna ha contattato il numero unico delle emergenze 112, segnalando che l’ex si stava tentando di entrare nella sua abitazione. I carabinieri sono intervenuti, arrestando l’uomo in flagranza di reato.

La dinamica

Secondo la vittima, l’ex compagno ha iniziato a colpire ripetutamente il portoncino d’ingresso con calci e pugni nel tentativo di entrare. Non accettando la fine della relazione, il 67enne ha perseguitato la donna per lungo tempo. Dopo l’ennesimo tentativo di intrusione, la vittima ha deciso di contattare le forze dell’ordine.

L’arresto

L’uomo, che si trovava in stato di ebbrezza, ha cercato di aggredire i carabinieri con una bottiglia di vetro per sfuggire al loro controllo, ma non ha causato feriti. Dopo essere stato bloccato, è stato portato in caserma per le procedure di rito e successivamente trasferito nel carcere di Regina Coeli, dove il Tribunale ha convalidato il suo arresto.

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