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Roma: viene assegnato un marchio ai ristoranti che fanno il “prezzo giusto” per i piatti tipici. Si rafforza il «patto della carbonara»

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Roma: viene assegnato un marchio ai ristoranti che fanno il “prezzo giusto” per i piatti tipici. Si rafforza il «patto della carbonara»

Un’iniziativa promettente si profila all’orizzonte per i ristoranti e i bar della Capitale, che si preparano ad accogliere il Giubileo. Un bollino di qualità verrà assegnato a coloro che offriranno piatti tipici a prezzi calmierati, un’operazione che mira a evitare esperienze poco piacevoli per i pellegrini.

Nell’ultima seduta dell’Assemblea capitolina è stata approvata una mozione che introduce il “patto della carbonara”. Proposta da Francesca Barbato del gruppo Fratelli d’Italia, la mozione richiede al sindaco Roberto Gualtieri di promuovere prezzi giusti per i piatti locali e di instaurare un marchio di qualità per locali che praticano politiche di prezzo adeguate. La mozione propone anche di intensificare i controlli sulle pratiche commerciali scorrette e di facilitare le segnalazioni dei consumatori attraverso la polizia locale. L’iniziativa ha ricevuto un ampio consenso politico.

I COSTI

L’assessora alle Attività Produttive di Roma Capitale, Monica Lucarelli, ha sottolineato l’importanza di monitorare i prezzi al consumo, tema cruciale sia per l’imminente Giubileo sia per la salvaguardia dell’immagine della città. Un incontro strutturato con le principali associazioni di categoria si è già tenuto per affrontare la questione, coinvolgendo enti come la Camera di Commercio e varie associazioni di commercianti e artigiani. Nel linea di confronto, verranno invitate anche le parti sociali per creare un dialogo inclusivo e mirato.

LA SODDISFAZIONE

Luigi Gabriele, presidente di Consumerismo No Profit, esprime soddisfazione per l’adozione del “patto della carbonara”, che inizialmente era stato proposto come una provocazione per aprire il dibattito sui prezzi in città. La crescente attenzione al tema ha portato un dialogo costruttivo tra la politica e le rappresentanze sociali, mirando a mitigare gli aumenti ingiustificati dei prezzi in un periodo già sfidante per cittadini e aziende.

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Prime dieci sospensioni effettuate

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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.

Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.

I DANNI

Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.

LA RIAPERTURA

In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.

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Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda

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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.

LA SEQUENZA

La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.

SOTTO LA LENTE

Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.

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