Attualità
Sei persone arrestate per aver offerto soldi in cambio di condoni edilizi con la presenza di ex dipendenti del Comune

Le forze dell’ordine hanno emesso sei misure cautelari contro alcune persone sospettate di aver accettato denaro per facilitare pratiche burocratiche in ambito edilizio. Le accuse sono legate a condoni e cambi di destinazione d’uso.
Operazione anti-corruzione a Roma
All’alba di questa mattina, i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Eur hanno eseguito sei arresti nell’ambito di un’indagine su presunti atti di corruzione legati a pratiche edilizie nella capitale. Gli arrestati sono sospettati di aver richiesto tangenti per velocizzare l’approvazione di pratiche amministrative relative a condoni edilizi e modifiche di destinazione d’uso di immobili.
Figure coinvolte e modus operandi
Tra le persone indagate figurano due ex dipendenti del comune di Roma, due professionisti esterni, un’ex dipendente dell’Ufficio condono edilizio e una presunta intermediaria tra i privati e i funzionari pubblici. Le indagini, avviate nel 2020, sono state favorite dalla segnalazione di anomalie da parte di un dirigente di ‘Risorse per Roma Spa’, impiegato nell’Ufficio condono edilizio. Il sequestro di documenti ha rivelato possibili cifre legate al presunto pagamento di tali servizi allo scopo di accelerare le pratiche.
Accuse e indagini in corso
Gli indagati sono accusati a vario titolo di corruzione, istigazione alla corruzione, false dichiarazioni, accesso abusivo ai sistemi informatici e occultamento di documenti ufficiali. Dalle indagini risulta che essi avrebbero utilizzato timbri e firme contraffatte e avrebbero avuto accesso non autorizzato ai database catastali per alterare i dati degli immobili.
L’inchiesta continua con nuovi accertamenti sulle pratiche amministrative coinvolte, mentre le autorità assicurano un intensificato sforzo per contrastare tali fenomeni di illiceità nel settore pubblico.
Attualità
Arrestato per aver cercato di sfondare la porta di casa dell’ex fidanzata e per aver tentato di aggredire i carabinieri.

Un uomo di 67 anni è stato arrestato per aver perseguitato l’ex compagna, tentando anche di sfondare la porta di casa sua. L’episodio è avvenuto la sera di venerdì 21 febbraio a Tor Vergata, quando la donna ha contattato il numero unico delle emergenze 112, segnalando che l’ex si stava tentando di entrare nella sua abitazione. I carabinieri sono intervenuti, arrestando l’uomo in flagranza di reato.
La dinamica
Secondo la vittima, l’ex compagno ha iniziato a colpire ripetutamente il portoncino d’ingresso con calci e pugni nel tentativo di entrare. Non accettando la fine della relazione, il 67enne ha perseguitato la donna per lungo tempo. Dopo l’ennesimo tentativo di intrusione, la vittima ha deciso di contattare le forze dell’ordine.
L’arresto
L’uomo, che si trovava in stato di ebbrezza, ha cercato di aggredire i carabinieri con una bottiglia di vetro per sfuggire al loro controllo, ma non ha causato feriti. Dopo essere stato bloccato, è stato portato in caserma per le procedure di rito e successivamente trasferito nel carcere di Regina Coeli, dove il Tribunale ha convalidato il suo arresto.
Attualità
Decesso dopo il parto a Rieti, scattano indagini per un risarcimento di quasi 2 milioni di euro dalla Asl

Le indagini sono state avviate a Rieti in seguito al risarcimento di 1,8 milioni di euro da parte della Asl alla famiglia di una paziente deceduta dopo un parto cesareo. La Corte dei Conti sta esaminando il caso.
Dettagli della vicenda
Una donna è morta dopo un intervento di parto cesareo presso l’ospedale San Camillo De Lellis a Rieti. Inizialmente, la paziente aveva manifestato dolore e gonfiore addominali. Tuttavia, i medici non hanno ritenuto necessario effettuare ulteriori controlli. A causa di ciò, si erano sviluppate gravi complicazioni, tra cui un’emorragia interna che ha reso urgente un’isterectomia, la quale è stata eseguita con un ritardo di sette ore, portando alla morte della donna.
Le conseguenze legali
Due medici sono stati condannati per omicidio colposo in merito all’accaduto, mentre una dottoressa, che ha sempre proclamato la propria innocenza, ha presentato ricorso in Cassazione. Nonostante siano trascorsi oltre dieci anni, la vicenda legale non si è ancora conclusa.
Indagine della Corte dei Conti
Secondo quanto riportato da la Repubblica, la Asl di Rieti è stata condannata in primo grado come responsabile civile e ha presentato reclamo in Corte d’Appello, dove il procedimento rimane aperto. In aggiunta ai procedimenti penali e civili già avviati, è stato avviato un procedimento davanti alla Corte dei Conti per chiedere un risarcimento per danno erariale nei confronti dei medici coinvolti, in relazione all’incapacità di salvare la paziente.
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