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Sette membri del clan Casamonica arrestati nell’operazione Gramigna, riconosciuto metodo mafioso

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Sette membri del clan Casamonica arrestati nell’operazione Gramigna, riconosciuto metodo mafioso

La Corte di Cassazione ha emesso la sua decisione confermando le condanne per sette individui affiliati al clan Casamonica, accusati di una serie di reati, tra cui trasferimento fraudolento di valori, esercizio abusivo dell’attività finanziaria ed estorsione, aggravati dall’utilizzo del metodo mafioso.

L’operazione giudiziaria e gli arresti

I membri del clan, composti da quattro uomini e tre donne, sono stati arrestati e condotti in carcere dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Frascati. La sentenza è stata emessa dopo l’esame del ricorso dai giudici della Cassazione, che hanno confermato le accuse mosse dalla Direzione Distrettuale Antimafia, riconoscendo l’aggravante legata all’associazione mafiosa in base all’art.416 bis. Tra gli arrestati figurano Rocco Casamonica, Angelo Spada, Rosa Di Silvio, Vincenzo Spinelli, Claudia Protani, Gentilina Spada e Michele Panza, tutti coinvolti nell’operazione denominata ‘Gramigna’ e ‘Gramigna bis’.

Testimonianze e struttura del clan

L’inchiesta ha visto il fondamentale contributo delle testimonianze di collaboratori di giustizia, tra cui Debora Cerroni e Massimiliano Fazzari. Cerroni, in particolare, ha messo in luce la struttura interna del clan, descrivendo come “ogni nucleo familiare ha un capo” e come i vari nuclei sono interconnessi da un senso di appartenenza familiare. Questa integrazione tra i membri spesso implica un supporto reciproco nei momenti di necessità, con una struttura gerarchica che vede il padre o il primogenito come leader del nucleo familiare. La sua testimonianza ha corroborato le indagini svolte dai carabinieri, rivelandosi cruciale per confermare l’impianto accusatorio.

L’inchiesta ‘Gramigna bis’ ha rappresentato un momento decisivo per la giustizia, mirato a smantellare le attività illecite del clan nel quartiere Appio-Tuscolano a Roma, consolidando l’importanza del riconoscimento del vincolo di associazione mafiosa ai fini dei procedimenti penali in corso.

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Lino Banfi, sempre distratto, perde il portafoglio a Piazza Bologna e i ficcanaso romani si mettono in moto per recuperarlo

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Lino Banfi, sempre distratto, perde il portafoglio a Piazza Bologna e i ficcanaso romani si mettono in moto per recuperarlo

Lino Banfi, l’iconico attore italiano amato per le sue commedie spensierate, si è trovato al centro di un’improbabile avventura a Roma: ha smarrito il portafoglio a Piazza Bologna, e i cittadini si sono subito mobilitati per aiutarlo. In un’epoca in cui tutti corrono con il naso sullo smartphone, ecco che la vecchia scuola del buon cuore italiano riemerge, trasformando un banale contrattempo in una storia virale che scalda i social. #LinoBanfi #PiazzaBologna #RomaSolidale #NotizieVirali

Mentre i romani si organizzano in una caccia al tesoro improvvisata, la notizia ha rapidamente invaso le piattaforme online, con centinaia di messaggi di supporto e appelli condivisi. L’attore, noto per il suo carattere esuberante, ha sempre incarnato l’essenza dell’italianità un po’ sbadata, e questa vicenda non fa che rafforzare quel cliché con un tocco autoironico – perché, ammettiamolo, chi non ha mai perso qualcosa in questa città caotica?

La mobilitazione dei cittadini

Gruppi di residenti e passanti si sono radunati spontaneamente attorno a Piazza Bologna, scambiandosi informazioni e setacciando la zona con l’entusiasmo di una squadra di detective improvvisati. Alcuni hanno persino postato foto e video sui social, creando una rete di solidarietà che dimostra come, nonostante i problemi quotidiani, lo spirito comunitario resista.

Reazioni online e il lato umoristico

La storia ha scatenato un’ondata di meme e commenti spiritosi, con utenti che ironizzano sulla “maledizione dei portafogli romani”. Alcuni hanno scherzato sul fatto che, in un paese dove la burocrazia è un’arte, perdere un documento possa diventare un evento nazionale, ma senza esagerare: è tutto nel segno di un affetto genuino per l’attore.

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Incendio devasta magazzino abbandonato nel caotico Prenestino

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Incendio devasta magazzino abbandonato nel caotico Prenestino

È successo di nuovo: all’alba, un magazzino abbandonato al Prenestino di Roma è andato in fumo, con i vigili del fuoco che hanno dovuto correre per spegnere le fiamme in un quartiere già trascurato. Immaginatevi la scena, tra edifici fatiscenti e burocrazia che dorme sonni tranquilli – un classico esempio di come la città preferisca ignorare i problemi urbani piuttosto che risolverli. #IncendioRoma #EmergenzaUrbana #NotizieVirali

Le fiamme hanno divampato nel cuore della notte, trasformando un magazzino abbandonato in un inferno improvviso. I vigili del fuoco, sempre i veri eroi in questa giungla urbana, sono intervenuti con rapidità per contenere il rogo e evitare che si propagasse ad aree abitate vicine.

Intervento d’emergenza

Le squadre dei pompieri hanno lavorato senza sosta, affrontando non solo le fiamme ma anche le solite complicazioni di un quartiere come il Prenestino, dove l’incuria è all’ordine del giorno. Non è la prima volta che un edificio dimenticato fa notizia, e chissà quante risate si faranno in Campidoglio su questi “incidenti”.

Implicazioni per la città

Questo episodio solleva ancora una volta interrogativi sul degrado urbano, con magazzini lasciati a se stessi che diventano potenziali pericoli. Mentre la politica discute, la gente comune si chiede quanto ancora dovremo tollerare queste situazioni, in una Roma che sembra più interessata a promesse che a fatti.

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