Cronaca
Una strada è dedicata a Roma a Marisa Rodano, storica paladina dei diritti delle donne.
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Roma ha scelto di onorare Marisa Rodano, figura storica nella lotta per i diritti delle donne, dedicandole un viale nel Parco della Resistenza dell’8 settembre, nel quartiere San Saba. Questa decisione rende omaggio alla politica e partigiana, scomparsa lo scorso anno, e mira a tenere viva la sua eredità nelle battaglie per la parità di genere. L’iniziativa è sostenuta dall’associazione Noi Rete Donne, che auspica ad analoghe intitolazioni di strade in altre città italiane, riconoscendo il ruolo pionieristico di Rodano nel movimento femminista.
Un’Impegnata Carriera Politica
Nata a Roma nel 1921, Marisa Rodano ha dedicato la sua vita alla politica, sia all’interno delle istituzioni che fuori, concentrandosi sull’emancipazione e l’autodeterminazione femminile. Di origini ebraiche, partecipò alla Resistenza italiana come parte del Movimento dei Cattolici Comunisti e dei Gruppi di difesa della donna. Nel 1943 fu arrestata e imprigionata al carcere delle Mantellate. Cofondatrice dell’Unione donne in Italia (Udi), ne divenne presidente e nel 1946 si iscrisse al Partito Comunista Italiano.
Contributi al Parlamento Italiano ed Europeo
Rodano venne eletta alla Camera dei deputati nel 1948, mantenendo il seggio fino al 1968, ed è stata la prima donna a ricoprire il ruolo di vicepresidente della Camera. Successivamente, nel 1968, fu eletta al Senato e dal 1972 al 1979 fu consigliere provinciale di Roma. La sua carriera politica si estese anche al Parlamento europeo, dove venne eletta nel 1979 e nel 1984. Le memorie della sua carriera e delle sue battaglie sono raccolte nell’autobiografia “Memorie di una che c’era. Una storia dell’Udi”, pubblicata nel 2010. Nel 2015 ha ricevuto il titolo di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
Cronaca
Prime dieci sospensioni effettuate
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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.
Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.
I DANNI
Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.
LA RIAPERTURA
In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.
Cronaca
Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda
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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.
LA SEQUENZA
La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.
SOTTO LA LENTE
Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.
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