Cronaca
86enne condannato a Roma (dopo un lungo processo)
La storia di Luigi C., un 86enne nato a l’Aquila e residente a Roma, è arrivata a una svolta significativa quando il Tribunale della capitale, nella quinta sezione penale, lo ha condannato a due anni di reclusione per maltrattamenti sulla moglie. In un periodo in cui i diritti delle donne erano praticamente inesistenti, il comportamento di Luigi ha rappresentato per molti anni un esempio di prevaricazione domestica, che ha purtroppo resistito al tempo.
I FATTI
Durante il processo, sono emersi numerosi episodi che raccontano le aggressioni verbali e fisiche inflitte alla moglie, conosciuta in aula come Gilda. L’avvocato di parte civile ha evidenziato le gravi conseguenze psicologiche e fisiche subite dalla donna, già affetta da problemi di salute compreso il bipolarismo. I problemi sembrano essere stati aggravati dalle accuse di infedeltà mosse dal marito, che sospettava una relazione con un uomo di nome Ortensio, accusando la moglie di gravi torti.
MINACCE E BOTTE
Le testimonianze dei figli hanno confermato il clima di violenza domestica subito dalla madre nel corso degli anni. Luigi avrebbe minacciato e svilito la moglie, infliggendole anche aggressioni fisiche e psicologiche gravi. Nonostante la richiesta del pubblico ministero di una pena più severa, i giudici hanno optato per due anni di reclusione. La sentenza è stata accolta dalla difesa come un passo importante in una cultura difficile da sradicare.
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