Cronaca
«A 80 anni sono sveglia, ho fatto arrestare»
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Una storica residente dei Parioli ha dimostrato lucida intelligenza e coraggio nel contrastare un tentativo di truffa. ‘Sono anziana, ma ancora sveglia e in grado di capire quando qualcuno mi vuole truffare, per questo sono riuscita a farlo arrestare’, ha dichiarato la signora Rosa, che lunedì ha incastrato un 30enne napoletano intento a raggirarla con il noto stratagemma del parente in difficoltà. Poche giorni prima, un episodio simile ha visto un gruppo di malviventi estorcere 5mila euro a un’altra signora della zona, ma Rosa non si è lasciata ingannare.
Il contatto telefonico
‘Al telefono. Mi hanno chiamata al numero fisso che si può trovare sulle pagine bianche. Secondo me è così che queste persone scelgono le vittime. Non si tratta di un singolo, dietro c’è una regia ben organizzata, come mi hanno confermato poi gli agenti ringraziandomi di averli aiutati a prendere uno dei componenti’, ha spiegato Rosa. Il truffatore si è presentato come un maresciallo dei Carabinieri e ha dettagliato una storia colma di timore, affermando che il figlio della signora era coinvolto in un grave incidente.
La truffa in corso
Il malvivente ha raccontato a Rosa di un investimento di una donna incinta da parte del suo presunto figlio, il quale era in una situazione di emergenza e necessitava di una somma immediata di 10mila euro per evitare guai legali. ‘Era lo stesso uomo’, ha affermato Rosa, sottolineando come l’esperienza nel riconoscere simili inganni l’abbia portata a essere più cauta. ‘A primavera ero nel pallone e non capivo nulla, ero già pronta a dargli tutto’, ha ricordato, riflettendo su come la paura abbia influenzato la sua reazione iniziale.
La strategia di Rosa
Questa volta, la signora ha deciso di rimanere calma e ingannare il truffatore. ‘Ho finto di essere spaventata e di voler dare tutti gli oggetti di valore che avevo in casa’, affermando di aver cercato di mantenere il telefono in funzione per non allertare il truffatore. ‘Gli ho fatto credere di essere molto spaventata’, ha raccontato, aggiungendo che nel frattempo ha avvisato il portiere di chiamare la polizia. Quando il malvivente è arrivato per prendere gli oggetti di valore, ha trovato ad attenderlo gli agenti che lo hanno arrestato. ‘Ho calcolato anche questo. L’ho tenuto al telefono finché non sono arrivati gli agenti’, ha concluso Rosa con una nota di soddisfazione.
Cronaca
Prime dieci sospensioni effettuate
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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.
Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.
I DANNI
Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.
LA RIAPERTURA
In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.
Cronaca
Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda
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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.
LA SEQUENZA
La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.
SOTTO LA LENTE
Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.
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