Attualità
A Tor Vergata per la prima volta eseguiscono un trapianto di rene completamente robotico

Un trapianto pionieristico nel centro-sud Italia
Al Policlinico di Roma Tor Vergata è stato realizzato un trapianto di rene da donatore vivente utilizzando una tecnica completamente robotica. Questo intervento, il primo nel suo genere nel centro-sud Italia, è stato eseguito dalle équipe della UOC di Chirurgia dei trapianti, diretta dal professor Giuseppe Tisone, e della UOSD di Urologia, diretta dal professor Enrico Finazzo Agrò.
Un’innovazione nella chirurgia robotica
Il trapianto ha reso possibile la dimissione del paziente in buone condizioni, evidenziando i vantaggi della chirurgia robotica, come minor dolore post-operatorio, ridotte incisioni anatomiche, minor incidenza di infezioni e un più rapido recupero alle attività quotidiane. L’operazione è stata frutto della collaborazione con la Rete Trapiantologica Italiana e il Centro Nazionale Trapianti, guidato dal dottor Giuseppe Feltrin. Particolarità dell’intervento è stata l’utilizzazione di un donatore vivente da un’altra regione italiana, parte di una catena cross-over Deck, iniziata da un donatore deceduto.
Il contributo della tecnologia e della collaborazione interdisciplinare
Il successo di questo intervento evidenzia l’importanza dell’interdisciplinarietà e della collaborazione, un valore aggiunto per l’innovazione robotica e la ricerca in ambito medico. La realizzazione di questo trapianto rappresenta un passo significativo nella qualità di vita dei pazienti e nella gestione delle malattie. L’eccezionale risultato ottenuto è stato celebrato con gratitudine dai responsabili del policlinico e dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, sottolineando l’impegno e la dedizione degli operatori sanitari. Questi professionisti non sono solo medici esperti, ma anche formatori delle future generazioni di medici e chirurghi, contribuendo allo sviluppo del settore medico-chirurgico.
Attualità
Roma: blatte ed escrementi di topi sugli attrezzi da cucina, chiuse due tavole calde

Access Denied: A Roma chiusura di due tavole calde dopo l’invasione di blatte e topi. Blatte ed escrementi di topi sugli attrezzi da cucina hanno scatenato l’intervento delle autorità. #Roma #Sanità #Cronaca
A Roma, due tavole calde sono state costrette alla chiusura a seguito di un’invasione di blatte e topi. Le condizioni igieniche erano talmente precarie che le autorità non hanno avuto altra scelta se non quella di intervenire immediatamente. La scoperta di blatte ed escrementi di topi sugli attrezzi da cucina ha suscitato un’ondata di indignazione tra i cittadini.
Situazione Igienica Allarmante
Le ispezioni hanno rivelato una situazione igienica allarmante, con la presenza di blatte e topi che hanno infestato gli spazi dove vengono preparati i cibi. Questo ha sollevato seri interrogativi sulla sicurezza alimentare e sulla salute pubblica.
Reazione dei Cittadini
I cittadini romani, già stressati dalle numerose problematiche urbane, hanno reagito con rabbia e delusione. In molti si chiedono come sia possibile che tali condizioni siano state permesse di esistere fino a questo punto. Blatte ed escrementi di topi sugli attrezzi da cucina è una frase che ha fatto il giro dei social, diventando virale e alimentando il dibattito sulla gestione della sanità pubblica.
Intervento delle Autorità
Le autorità hanno immediatamente chiuso i locali coinvolti, ma la questione non si ferma qui. Ora si pone l’interrogativo su come prevenire futuri episodi simili e se ci sia stata una qualche negligenza da parte degli enti preposti al controllo. La situazione richiede un’azione decisa e trasparente per garantire che la sicurezza alimentare non venga mai più compromessa in questo modo.
Attualità
Il caso del prete di Viterbo che vende assoluzioni e confessioni per 50 euro scatena polemiche religiose

Il caso del prete di Viterbo che vende assoluzioni e confessioni per 50 euro ha scatenato un putiferio sui social, con commenti che vanno dal sarcastico all’indignato. #Chiesa #Viterbo #Corruzione
Un recente scandalo ha colpito la comunità di Viterbo, dove un prete è stato accusato di vendere “assoluzioni e confessioni per 50 euro”. La notizia, che ha rapidamente fatto il giro del web, ha sollevato un vespaio di polemiche e discussioni, mettendo in luce una pratica che molti considerano non solo eticamente discutibile, ma anche profondamente contraria ai principi della Chiesa Cattolica.
L’immagine che accompagna l’articolo mostra un messaggio di errore di accesso al sito di Fanpage.it, dove l’articolo originale era stato pubblicato. Il messaggio recita: "Access Denied. You don’t have permission to access ‘http://www.fanpage.it/roma/il-caso-del-prete-di-viterbo-che-vende-assoluzioni-e-confessioni-per-50-euro/‘ on this server. Reference #18.556fdd58.1744451943.8723" e rimanda a un link di errore: https://errors.edgesuite.net/18.556fdd58.1744451943.8723.
La reazione del pubblico è stata immediata e variegata. Alcuni utenti hanno commentato con ironia, chiedendosi se fosse possibile acquistare pacchetti famiglia o sconti per le festività, mentre altri hanno espresso un’indignazione più seria, sottolineando come la sacralità dei sacramenti non possa essere ridotta a una transazione commerciale.
La Chiesa locale non ha ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali in merito, ma la vicenda continua a suscitare dibattito, con molti che si chiedono quali saranno le conseguenze per il prete coinvolto e se questo episodio possa portare a una riflessione più ampia sulle pratiche religiose e la loro gestione.
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