Cronaca
Accoglienza dei pellegrini nelle parrocchie: dalla periferia al centro

Dall’estrema periferia della città al centro, tutte le 354 parrocchie della Capitale sono pronte ad accogliere i fedeli giunti in pellegrinaggio nella Città Eterna. La Chiesa cattolica offre un’importante opportunità: i pellegrini possono ottenere l’indulgenza plenaria, ossia la cancellazione dei peccati e delle pene ad essi associate. Questa iniziativa prevede un incremento delle confessioni, poiché per ricevere il perdono, secondo la Chiesa, è necessario confessare i peccati a un sacerdote.
L’ORGANIZZAZIONE ITALIANA
La rappresentanza delle regioni italiane è particolarmente significativa. I napoletani si riferiscono alla chiesa dello Spirito Santo di via Giulia, i bolognesi alla chiesa dei Santi Giovanni Evangelista e Petronio di via del Mascherone, e così via per le altre regioni. Le chiese nazionali, che risalgono già al XV secolo, svolgono un ruolo cruciale nell’accoglienza dei gruppi di parrocchiani provenienti da tutto il mondo.
IL SERVIZIO PER L’ESTERO
Anche molte nazioni, incluse quelle con una minoranza cattolica, hanno le proprie chiese nazionali a Roma, fungendo da punti di riferimento per le comunità di migranti. Ad esempio, i filippini si ritrovano presso la Basilica di Santa Pudenziana, mentre gli statunitensi possono contare sulla chiesa di San Patrizio a Villa Ludovisi. La presenza è nutrita anche da altre comunità: gli albanesi si riuniscono nella chiesa di San Giovanni della Malva, i belgi a Sant’Eustachio, e i francesi alla chiesa di San Luigi, che ospita opere di Caravaggio.
QUANTI
Il picco di afflusso di pellegrini è atteso tra la primavera e l’estate, con eventi significativi che richiameranno fedeli da ogni parte del mondo, come il Giubileo dei Missionari della misericordia (28-30 marzo), quello degli adolescenti (25-27 aprile) e altri eventi dedicati a famiglie, giovani e migranti.
Cronaca
Wakeman presenta un concerto solista al pianoforte degli Yes

Un’ultima notte da solo al pianoforte, come ha fatto per una vita. Poi basta. Rick Wakeman, storico tastierista britannico già membro degli Yes del periodo d’oro, gli anni Settanta, dice addio a questo tipo di concerti.
Il saluto di un’icona della musica
Wakeman ha comunicato la conclusione della sua carriera dedicata a concerti solisti, dopo aver deliziato i fan con le sue esibizioni per anni. I suoi concerti hanno sempre rappresentato una fusione di virtuosismo e passione, rendendoli un’esperienza unica per il pubblico.
Un legame con il passato
Noto per il suo lavoro con gli Yes, Wakeman ha segnato un’era della musica rock progressive. Ora, con il suo ritiro dai concerti al pianoforte, si chiude un capitolo che ha incantato generazioni di ascoltatori.
Il futuro della musica per Wakeman
La decisione di Rick Wakeman segna un cambio significativo nella sua carriera. Sebbene chiuda questa porta, il suo contributo alla musica rimarrà impresso nella storia. Il tastierista promette di continuare a essere presente nel panorama musicale, ma con modalità diverse.
Cronaca
Truffa dei permessi di soggiorno per madri straniere

Un papà italiano per garantire alle neomamme straniere il permesso di soggiorno: è questo il meccanismo rivelato da un’indagine condotta dal commissariato Viminale. Tre donne sudamericane avevano coinvolto due senza tetto e un pregiudicato nel ruolo di padri improvvisati per i loro figli, presentandosi negli uffici anagrafici degli ospedali per dichiarare la paternità. Gli investigatori hanno scoperto una rete di sfruttamento che traeva vantaggio dalla vulnerabilità degli uomini coinvolti, offrendo in cambio denaro, pasti e sigarette.
LA BANDA
Il principale artefice del raggiro è Simeone Halilovic, 53 anni, soprannominato Kojak, che si occupava di reclutare i falsi padri e definire i compensi. Al suo fianco operavano Daniele Amendolara, 35 anni, e Settimio Possenti, 55 anni, entrambi con precedenti penali. A supportare l’inchiesta c’è anche un clochard, testimone chiave che, dopo aver subito minacce, ha fornito testimonianze cruciali. Halilovic aveva convinto il clochard a dichiararsi padre di un bambino, mentre la madre, una cittadina venezuelana di 33 anni, lavorava come escort.
IL DNA
Le indagini hanno portato alla raccolta di prove biologiche grazie alla collaborazione del clochard, che temeva per la propria vita. Halilovic, dopo aver appreso della sua collaborazione con gli inquirenti, ha tentato di rintracciarlo, dichiarando: «Se lo trovo lo taglio». Gli agenti hanno scoperto che le madri erano in realtà conviventi con i veri padri dei bambini, portando alla luce un complicato sistema di false dichiarazioni. I test del DNA hanno confermato la verità riguardante le paternità, e per Halilovic e i suoi complici sono scattate misure restrittive, mentre le tre donne sono state poste agli arresti domiciliari. Il clochard, che ha assistito le forze dell’ordine, non è stato colpito da misure cautelari.
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