Un’autista licenziato per assenze ingiustificate viene reintegrato
L’autista di un’azienda di trasporti, che era stato licenziato nel 2020, è stato reintegrato nel suo ruolo lavorativo. La decisione è stata presa dalla Corte di Cassazione, in linea con le conclusioni delle precedenti sentenze. L’uomo aveva inviato al suo datore di lavoro un certificato medico per giustificare la sua assenza, tuttavia era stato sorpreso a cantare in un piano bar durante tale periodo. A seguito di tre episodi simili, l’azienda aveva deciso di licenziarlo.
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Motivazioni del reintegro
La Corte di Cassazione ha sostenuto che le attività ricreative del lavoratore non erano incompatibili con la sua certificazione di malattia, poiché era affetto da ansia. Quest’ultimo, secondo il tribunale, partecipava alle serate musicali come un modo per migliorare la propria condizione psico-fisica. L’attività non era inoltre retribuita, dettaglio che ha supportato la sua posizione legale. I giudici della Corte d’Appello avevano già stabilito che queste azioni potevano giovare alla guarigione, un’interpretazione poi confermata dai giudici della Cassazione.
L’azienda non è riuscita a dimostrare l’incompatibilità tra l’attività ricreativa svolta dal lavoratore e la sua condizione di salute. “Il datore di lavoro non ha fornito alcun riscontro obiettivo per mostrare che il tempo passato fuori casa fosse in contrasto con la sindrome d’ansia di cui soffriva il dipendente”, hanno osservato i giudici, confermando così il reintegro dell’autista nel suo ruolo.