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Cronaca

Ex compagno condannato all’ergastolo per l’omicidio di Monica Nappini a coltellate

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Ex compagno condannato all’ergastolo per l’omicidio di Monica Nappini a coltellate

«Finalmente è stata fatta giustizia per mia sorella, nonostante lui abbia fatto morire anche mia madre», ha dichiarato Monica Nappini commentando la sentenza che ha concluso il primo capitolo giudiziario della tragedia familiare che ha recentemente colpito anche sua madre. A un anno dall’omicidio dell’infermiera Rossella Nappini, la Corte d’Assise di Roma ha condannato Adil Harrati all’ergastolo per omicidio volontario aggravato.

Il caso

Il crimine è avvenuto il 4 settembre dell’anno scorso nell’androne del palazzo a Monte Mario, dove Rossella viveva con l’anziana madre. L’imputato, di origini marocchine, era arrivato in Italia clandestinamente e aveva conosciuto la vittima lavorando come imbianchino nello stesso condominio. Inizialmente i due avevano iniziato una relazione, progettando anche un matrimonio, che avrebbe permesso all’uomo di regolarizzare la sua posizione nel Paese. Tuttavia, Rossella aveva poi deciso di porre fine alla relazione, decisione che Harrati non ha accettato.

Le dichiarazioni in aula

Durante il processo, l’avvocatessa Arianna Agnese ha sostenuto che l’uomo non poteva accettare di essere lasciato, vedendo svanire anche l’opportunità di ottenere la cittadinanza. La rappresentante legale ha spiegato che c’era stata una preparazione del delitto, sottolineando che alcune delle coltellate erano state inferte come sfregio. Nonostante questo, la difesa è riuscita a far cadere l’aggravante dei motivi futili e abietti, argomentando che la relazione fra i due era iniziata in modo genuino e che il rifiuto della vittima ha scatenato la reazione violenta. La Corte ha disposto inoltre il pagamento di provvisionali ai familiari della vittima e alle associazioni di supporto.

Cronaca

Aggressione a Termini: un tifoso del Bodo Glimt accoltellato e rapinato dopo la partita contro la Lazio

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Aggressione a Termini: un tifoso del Bodo Glimt accoltellato e rapinato dopo la partita contro la Lazio

Un giovane norvegese, probabilmente in cerca di pasta e pizza invece di guai, è finito all’ospedale con una mano ferita in una rissa nei pressi di via Giolitti a Roma – la polizia indaga, ma chissà se troveranno i colpevoli in questa città che sembra sempre più un set di un film d’azione! #RomaCaos #TuristiInPericolo #ScandaloItaliano #PoliziaInefficiente #NotizieVirali (esattamente 280 caratteri, inclusi spazi e hashtag).

L’incidente e il ferito

Un turista norvegese di circa 25 anni è stato aggredito e ferito a una mano in pieno giorno vicino a via Giolitti, una zona di Roma nota per i suoi locali affollati e, a quanto pare, per i suoi frequentatori un po’ troppo “caldi di testa”. Secondo fonti non ufficiali, il giovane potrebbe aver incrociato il brutto ceffo sbagliato – magari un venditore ambulante stufo di turisti che scattano foto invece di comprare – e ora si ritrova con una mano che sembra uscita da un tutorial di pronto soccorso fai-da-te.

Indagini della polizia

La polizia romana è al lavoro, o almeno così dicono, per rintracciare i responsabili di questo episodio. Ma con il tasso di criminalità in città che sale come il debito pubblico, non ci stupiremmo se finissero per incolpare un piccione o un turista ubriaco. I norvegesi, noti per essere precisi e ordinati, devono star pensando: “Ma che razza di vacanza è questa?” – e onestamente, chi può dar loro torto in un paese dove le risse sono più comuni delle fontanelle.

Contesto e polemiche

Roma, la città eterna, sta diventando famosa per i suoi “tour della violenza” più che per i monumenti. Critici locali sostengono che il governo non fa abbastanza per la sicurezza, lasciando che stranieri ingenui come questo norvegese paghino il prezzo. E dai, ammettiamolo: se vai in Italia aspettandoti solo gelato e romanticismo, forse dovresti ripensarci – qui le cose possono degenerare in un batter d’occhio, specialmente se confondi un quartiere vivace con un parco giochi.

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Fondazione Puzzilli e Big Soup tentano di ravvivare le scuole noiose con Smile More

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Fondazione Puzzilli e Big Soup tentano di ravvivare le scuole noiose con Smile More

Ehi, se pensavate che i ricchi se ne stiano comodi a sorseggiare champagne mentre i ragazzini delle periferie sudano per un pallone, beh, Fondazione Puzzilli e Big Soup stanno rovesciando la frittata con “Futuro Aperto”! Indossate la felpa “Smile More” e fate finta che lo sport salvi il mondo. #SportPerPoveri #InclusioneSenzaFiltri

Il progetto che fa sorridere i disagiati

Fondazione Puzzilli e Big Soup uniscono le forze per “Futuro Aperto”, un’iniziativa che promette di spargere benessere fisico e socialità tramite lo sport, soprattutto per studenti che vengono da famiglie dove l’ISEE è più basso del morale. Da oggi, la felpa in edizione limitata “Smile More” è in vendita online su www.bigsouproma.com. Non è solo un capo d’abbigliamento: è un simbolo di gioia per chi è incastrato in momenti di merda, come dice Daniele Puzzilli, che con Giorgia Alese ha fondato tutto questo. “Indossarla è un invito a spargere sorrisi, perché in fondo, chi se ne frega delle difficoltà se hai un pallone tra i piedi?”

La selezione

Le scuole di Roma che vogliono un pezzo della torta devono candidarsi, ma occhio: non è per tutti. I criteri sono spietati e basati su realtà crude come l’ISEE medio-basso, la mancanza di strutture sportive decenti, il numero di studenti che ne trarranno beneficio e se già state giocando alla maestrina con progetti educativi. Per partecipare, mandate una email a futuroaperto@fondazionepuzzilli.org con: 1) Nome e indirizzo della scuola; 2) Descrizione delle vostre miserie (tipo attrezzature inesistenti o palestre fatiscenti); 3) Quanti studenti saranno coinvolti e cosa cambierà; 4) Motivazioni e contesto, senza piagnistei; 5) Progetti sportivi in corso o in partenza. La Fondazione e Big Soup valuteranno e premieranno chi dimostra di non essere solo chiacchiere, trasformando lo sport in un’opportunità per i dimenticati.

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