Le opere di ripascimento a Ostia continuano a suscitare polemiche tra i residenti, in particolare tra i pescatori locali. Mentre la sabbia usata per riempire le spiagge soffoca i molluschi, compromettendo la pesca, il mare continua a minacciare le strutture costiere.

La lotta contro l’erosione costiera

A Ostia, tra il porto turistico e il pontile in piazza dei Ravennati, il mare ha distrutto cabine e stabilimenti. Marco Magni, pescatore settantenne del posto, lamenta un drastico calo del pescato. “Negli anni ci sono stati molti stravolgimenti. È cambiata la costa, il mare l’ha erosa e l’uomo, cercando di arginare il fenomeno, ha creato altri problemi. Il risultato? Adesso ci sono molti meno pesci,” racconta.

Soluzioni controverse e nuovi approcci

Mentre si continua a investire in tentativi di ripascimento, le strategie adottate destano preoccupazioni. Secondo Filippo D’Ascola, tecnologo dell’ISPRA, “decine di anni fa venivano costruiti dei pennelli, però abbiamo visto nel tempo che fanno un lavoro di ripascimento locale.” I metodi utilizzati in passato non sempre si sono dimostrati efficaci, spingendo verso soluzioni più moderne e adatte. “Oggi si lavora in maniera più mirata,” aggiunge D’Ascola.

Nonostante gli ingenti investimenti pubblici, le misure applicate finora sembrano essere solo parzialmente efficaci. “Adesso si stanno studiando delle opere di difesa più leggere contro le mareggiate,” spiega il tecnologo, evidenziando approcci innovativi come scogliere artificiali con blocchi bucati che potrebbero rappresentare una svolta nella tutela delle coste e dell’ecosistema marino.

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