Cronaca
Lo spettacolo del campione Patrizio Oliva arriva al Teatro Ghione di Roma
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Lo spettacolo del campione partenopeo di pugilato è in programma martedì 17 dicembre alle ore 10.30 al Teatro Ghione, rappresentando l’ultima tappa di una tournee nazionale. Al termine dello spettacolo si svolgerà un dibattito a cui parteciperanno il Ministro per lo Sport e i Giovani e un noto giornalista.
Sport e valoro sociali
Il progetto si propone di trasmettere valori importanti attraverso lo sport. Lo spettacolo di Patrizio Oliva, divenuto una tournee per le scuole e partito dalla Campania dopo aver toccato Puglia e Liguria, culminerà a Roma. Il Teatro Ghione ospiterà l’evento, reso possibile grazie all’Associazione Culturale Arteteca, con il supporto del Ministro per lo Sport e i Giovani, il patrocinio dell’Unione Stampa Sportiva Italiana e la collaborazione di Union Gas e Luce.
Il programma prevede l’esibizione del campione olimpico di pugilato, seguita da un dibattito che coinvolgerà, oltre a lui, il Ministro per lo Sport e i Giovani, lo storico volto del giornalismo sportivo, l’organizzatore della tournee e l’attrice che interpreta un ruolo significativo nello spettacolo. Gli alunni provenienti da vari istituti scolastici della Capitale parteciperanno all’evento.
Obiettivi del progetto
“L’obiettivo di questi incontri-spettacolo e del conseguente dibattito è il contrasto dei comportamenti di violenza verbale, fisica e psicologica, il cosiddetto bullismo giovanile,” ha spiegato l’organizzatore, anticipando l’importanza della sensibilizzazione in ambito scolastico. “Attraverso il racconto dello Sport e di un modello sportivo esemplare quale Patrizio Oliva, campione olimpico e mondiale di pugilato, intendiamo promuovere un ambiente educativo sicuro e accogliente.”
Riflessioni dell’artista
“Quello che più mi ha colpito nel corso delle tappe in giro per l’Italia, indipendentemente dai territori, è stato il silenzio in sala durante lo spettacolo,” ha aggiunto Patrizio Oliva. Secondo il campione, la risposta entusiasta dei ragazzi dimostra che il progetto ha un impatto significativo. “È la dimostrazione che per raggiungere il successo non ci sono scorciatoie ma solo lavoro, fatica e sudore,” ha ribadito, avvertendo dei pericoli delle scorciatoie e della criminalità. “È fondamentale comunicare un messaggio chiaro sui veri valori e sulle opportunità.”
Cronaca
Prime dieci sospensioni effettuate
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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.
Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.
I DANNI
Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.
LA RIAPERTURA
In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.
Cronaca
Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda
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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.
LA SEQUENZA
La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.
SOTTO LA LENTE
Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.
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