Cronaca
Il documentario dell’Ong Rede Nami viene proiettato alla facoltà di Architettura

La campagna “VenUS Informa” procede nel suo impegno per contrastare la violenza di genere, puntando su messaggi educativi online e sui social media. Questo approccio mira a stabilire un dialogo aperto e responsabile per affrontare una problematica che interessa le donne di ogni età. Livia Fabiani, presidente dell’associazione, insiste sull’urgenza di affrontare il tema, partendo dalle nuove generazioni: «La campagna è pensata per comunicare direttamente con i giovani, utilizzando un linguaggio che rompe il silenzio e de-costruisce stereotipi tossici associati alla violenza. Conoscendo i segnali, promuovendo consapevolezza e offrendo strumenti di supporto, si può fare la differenza».
Supporto sul territorio
Non solo online, la campagna estende il suo lavoro sul territorio mediante l’affissione di poster in 50 località strategiche della città. «Durante dicembre, oltre ai gruppi di autocoscienza, sarà proiettato il documentario brasiliano “Graffiti pelo fim da violência doméstica/Graffiti per la fine della violenza di genere», prodotto dalla Rede Nami. Questa ONG è stata riconosciuta dalla Fondazione Hillary Clinton e apprezzata dal Nobel per la pace Malala Yousafzai, per il suo impegno contro la violenza di genere».
Proiezione e dibattito
Il documentario sarà presentato il 12 dicembre alle 14:30 presso la Facoltà di Architettura dell’Università La Sapienza di Roma, in via Antonio Gramsci 53, aula 8. L’incontro, introdotto da Milla Rose Abbenda dell’Unione degli Universitari (UDU), vedrà la partecipazione di Livia Fabiani, Federica Fabrizio e Marzia Presta. Le attiviste condurranno un dibattito con l’UDU, finalizzato a promuovere un dialogo costruttivo con gli studenti.
Cronaca
Operazione nelle zone di Prati e San Lorenzo, chiuse quattro strutture abusive

Quattro strutture abusive sono state individuate dalla polizia in cinque giorni a Roma, con oltre 300 unità irregolari scoperte nell’ultimo anno. Le forze dell’ordine stanno intensificando i controlli quotidiani, con circa 6mila interventi registrati, per garantire la sicurezza e identificare potenziali pericoli nascosti in affittacamere, bed and breakfast, hotel e case vacanze. Negli ultimi giorni, la polizia ha chiuso immediatamente un’attività abusiva e sospeso le licenze per altre tre.
GLI ESCAMOTAGE
Nel quartiere vicino alla stazione Termini, due cittadini del Bangladesh hanno attuato un escamotage, accorpando due strutture che apparivano divise ma in realtà formavano un’unica attività. Questa operazione fraudolenta ha portato alla cessazione immediata dell’attività.
LE ZONE
Titolari di due strutture in viale dello Scalo di San Lorenzo sono stati sanzionati con cinque e sette giorni di sospensione per aver accolto turisti senza registrarli sul portale “Servizio Alloggiati”. Nonostante si siano giustificati per una “semplice dimenticanza”, i loro registri hanno rivelato un continuo afflusso di persone non registrate.
I PROVVEDIMENTI
Simili irregolarità sono emerse in un affittacamere gestito da una donna di Latina in via Giovanni Pierluigi da Palestrina, dove sono stati trovati tredici ospiti, oltre il limite dichiarato di undici. L’uso di keybox per il check-in automatico ha ulteriormente complicato la situazione, portando alla chiusura della struttura per cinque giorni e alla denuncia della titolare.
Cronaca
Rivolta continua contro le discariche nucleari in Tuscia

Il 6 aprile si svolgerà una grande manifestazione nel parco archeologico di Vulci, organizzata da tutti i comitati No Scorie e dai comuni del viterbese. L’evento si propone di sensibilizzare l’opinione pubblica e opporsi alla gestione delle scorie nella regione.
Dettagli della Manifestazione
La manifestazione coinvolgerà diversi gruppi e rappresentanti locali, evidenziando la preoccupazione per le potenziali conseguenze ambientali e sanitarie legate al tema. Saranno presenti cittadini, attivisti e amministratori locali uniti contro questa problematica.
Obiettivi dei Comitati
I comitati No Scorie mirano a mobilitare la comunità e a fare pressione sulle autorità affinché ascoltino le istanze della popolazione riguardo la gestione dei rifiuti pericolosi. La speranza è quella di raccogliere un ampio sostegno e far sentire la voce dei cittadini.
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