Cronaca
Il ladro sapeva tutto di me, io spiato da professionisti
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Nelle vicinanze della Capitale si è verificato un furto clamoroso che ha visto come protagonista l’abitazione del coreografo e ballerino Luca Tommassini. Un commando di ladri ha colpito la sua villa di quattro piani, situata nei pressi della via Aurelia, portando via una serie di oggetti di valore. Tra i beni sottratti ci sono i gioielli e gli orologi, ma anche gli ultimi ricordi di famiglia, come l’anello del padre e la fede della nonna. I responsabili del colpo sono sospettati di essere criminali altamente specializzati, capaci di operare con efficienza e rapidità.
Tecnica da professionisti
Secondo quanto riportato, i ladri hanno messo in atto un piano ben studiato, paragonato a un’operazione di assalto a una banca. Sono stati impiegati strumenti per scardinare porte blindate e aprire casseforti, dimostrando una notevole competenza. L’azione è avvenuta in un periodo in cui la casa era vuota, dato che Tommassini si trovava fuori per lavoro e il suo assistente stava per trasferirsi.
Incontro con i ladri
Un momento di tensione si è verificato quando l’assistente Nico è tornato nell’abitazione, trovando la banda di ladri all’opera. Ha provato ad affrontarli, ma si è visto minacciato con armi da fuoco. Sotto shock, ha raccontato la situazione di caos vissuta all’interno della villa. Nonostante la presenza di sistemi di allarme che sarebbero stati completati a breve, i malviventi hanno agito indisturbati.
Sistemi di sicurezza comunitari
La zona, caratterizzata dalla presenza di ville circondate da ampi spazi verdi, dispone di un sistema di comunicazione tra vicini tramite un gruppo WhatsApp per segnalare movimenti sospetti. Eppure, nonostante queste precauzioni, il piano dei ladri è andato a segno senza destare allarmi. Al momento, Tommassini si trova a fare un inventario di quanto andato perduto, mentre rimane aperto il caso per individuare i responsabili del furto.
© 2023 Giornale della Capitale
Cronaca
Prime dieci sospensioni effettuate
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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.
Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.
I DANNI
Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.
LA RIAPERTURA
In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.
Cronaca
Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda
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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.
LA SEQUENZA
La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.
SOTTO LA LENTE
Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.
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