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Il marito della sorella Natalina Orlandi ricorda lo strazio della mamma di Emanuela in commissione

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Il marito della sorella Natalina Orlandi ricorda lo strazio della mamma di Emanuela in commissione

Aggiornamenti sul caso Emanuela Orlandi

Il caso di Emanuela Orlandi torna sotto i riflettori con nuove audizioni presso la commissione bicamerale d’inchiesta dedicata ai casi di scomparsa di Orlandi e Mirella Gregori. L’ultima persona ad essere ascoltata è Andrea Mario Ferraris, cognato di Emanuela.

La testimonianza di Andrea Mario Ferraris

Durante il colloquio, Ferraris ha offerto un quadro dettagliato dell’atmosfera che si viveva nella famiglia Orlandi dopo la scomparsa di Emanuela, avvenuta il 22 giugno 1983. Ha ricordato come la scomparsa della quindicenne avesse sconvolto i piani di matrimonio con sua moglie Natalina, previsto per pochi mesi dopo. “Con Natalina avevamo programmato il nostro matrimonio per settembre-ottobre – ricorda Ferraris – La scomparsa di Emanuela ha cambiato tutto, stravolgendo la nostra esistenza”. In particolare, ha evocato il dolore della madre di Emanuela durante quei tragici giorni.

Il rapporto con il vigile e le testimonianze raccolte

Ferraris ha inoltre ricordato il coinvolgimento di un vigile urbano, Antonio Sambuco, uno degli ultimi a vedere Emanuela. Sambuco, deceduto alcuni anni fa, aveva fornito dettagli significativi, compresa la descrizione del veicolo in cui sarebbe stata vista l’adolescente. Queste informazioni, tuttavia, non trovarono riscontro definitivo. Nel frattempo, anche un poliziotto, testimone della medesima scena, è stato ascoltato dalla commissione, benché la sua testimonianza sia stata meno dettagliata.

Il dossier Vaticano e le rivelazioni recenti

Intanto, ulteriore attenzione è stata posta sul dossier riguardante Emanuela conservato in Vaticano. Dopo anni di smentite, recentemente è stata confermata l’esistenza del fascicolo da parte del promotore della giustizia vaticana, sollevando nuove domande sulla sua scomparsa.

La commissione continua il suo lavoro, con altre audizioni in programma per cercare ulteriori risposte su uno dei più enigmatici casi irrisolti d’Italia.

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Ladri derubano rider di telefono, soldi e moto mentre lavora: seconda volta in 24 ore

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Ladri derubano rider di telefono, soldi e moto mentre lavora: seconda volta in 24 ore

RiderSottoAttacco Un rider di Roma derubato per la seconda volta in sole 24 ore – scopri i dettagli di questa inquietante escalation di crimini urbani!

Immaginate di essere in sella alla vostra moto, consegnando cibo per le strade affollate, quando improvvisamente vi ritrovate senza telefono, soldi e mezzo di trasporto: è esattamente ciò che è accaduto a un rider nella capitale, in un doppio episodio che sta facendo discutere e che solleva interrogativi sulla sicurezza dei lavoratori in prima linea. Secondo quanto emerso, il primo furto ha colpito il rider mentre era impegnato in una consegna, con i ladri che hanno agito rapidamente per sottrargli beni essenziali, lasciando lui e i suoi colleghi in allerta.

La sequenza degli eventi

Gli incidenti si sono verificati in rapida successione, con il secondo furto che ha ripreso lo stesso modus operandi: ladri che approfittano della vulnerabilità dei rider durante il lavoro. Fonti locali riportano che il rider, già scosso dal primo episodio, è stato preso di mira di nuovo, alimentando paure diffuse tra chi opera nelle consegne a domicilio.

Le implicazioni per la sicurezza

Questa serie di furti non è solo un caso isolato, ma un segnale preoccupante per la comunità dei rider, che ogni giorno affronta rischi per le strade. Esperti del settore stanno monitorando la situazione, chiedendosi se misure più stringenti possano prevenire simili episodi in futuro – e tu, cosa ne pensi di questa onda di crimini?

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Dall’assalto ai fiori, ai selfie davanti il Papa morto. Il trionfo dell’apparire

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Dall’assalto ai fiori, ai selfie davanti il Papa morto. Il trionfo dell’apparire

Come è triste questa vita fatta di immagine, apparenza e superficialità.

I tempi cambiano, ma forse in peggio. La morte di Papa Francesco è l’emblema più lampante di come nemmeno la fede cristiana sia riuscita ad arginare lo strapotere dei social.

Rubare i fiori da piazza San Pietro come souvenir il giorno della annuncio della morte del sommo pontefice, prendersi la copia dell’osservatore Romano e rivenderla online a 500 euro e infine farsi i selfie davanti la salma di Papa Francesco, sono un segno inequivocabile che adesso tutto va condiviso e annunciato sui social network.

Alla fine anche lucrare sulle disgrazie altrui, per prendere qualche like in più, non è poi così male, soprattutto se questo serve per far salire il cima all’algoritmo il proprio profilo social.

Nella società dell’iperdemocrazia mascherata, dove il politicamente corretto è l’undicesimo comandamento e nessuno può mettere più dei paletti alla moralità altrui, la cultura, la moralità e la dignità umana si trovano in forte difficoltà.

Alla ricerca di una guida politica e spirituale che non sia quella dei social e del profitto a tutti i costi, non ci resta che lottare affinché la. vita umana non diventi una passarella dove vince chi prende più like.

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