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Incidente provocato da un uomo accusato di omicidio nel 2011, scende bevendo vino e scappa

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Incidente provocato da un uomo accusato di omicidio nel 2011, scende bevendo vino e scappa

Francesco D’Antonio, un nome già noto alle cronache, è il pirata della strada arrestato dopo aver provocato un grave incidente a Latina. D’Antonio, 35 anni, ha imboccato una strada contromano il 21 dicembre, causando lesioni gravi a un uomo e fuggendo dalla scena senza prestare soccorso.

L’incidente e la fuga

L’incidente si è verificato all’incrocio tra via Quarto e via Ecetra. Dopo lo scontro con una Mercedes, D’Antonio è sceso dall’Audi Q8, di cui era alla guida, con un calice di vino in mano, cercando inizialmente di minimizzare l’accaduto. Afferma di contattare l’assicurazione, ma si è poi allontanato, lasciando la vittima ferita.

Il riconoscimento e la costituzione

Due giorni dopo, il 23 dicembre, D’Antonio si è presentato alla Polizia Locale accompagnato dal suo avvocato, consapevole di essere già stato identificato. Gli agenti avevano rinvenuto il suo veicolo, noleggiato da una ditta, abbandonato in un parcheggio in via Casilina Sud.

Un passato turbolento

D’Antonio ha un passato criminale, avendo subito un processo per l’omicidio di Matteo Vaccaro nel 2011. La sua condotta nella serata dell’incidente ha destato grande preoccupazione tra i cittadini di Latina, ora desiderosi di giustizia per l’uomo ferito e di una maggiore sicurezza sulle strade.

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Controlli antidroga e sfratti al Quarticciolo effettuati da centinaia di militari e agenti

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Controlli antidroga e sfratti al Quarticciolo effettuati da centinaia di militari e agenti

Il Quarticciolo ha vissuto un’intensa mattinata di controlli da parte delle forze dell’ordine. L’operazione ha avuto come obiettivo il contrasto al traffico di stupefacenti e la gestione di sfratti, coinvolgendo Ater e la Sala Operativa Sociale.

Il dispiegamento delle forze dell’ordine

Il blitz ha visto la partecipazione di centinaia di militari, vigili urbani e poliziotti, che hanno effettuato controlli antidroga per le strade del quartiere. Nella giornata di oggi, martedì 25 febbraio, il quartiere si è svegliato con un gran dispiegamento di forze dell’ordine, tra cui la polizia locale con le pattuglie, gli agenti dell’unità Sicurezza Pubblica ed Emergenziale, del Gruppo Sicurezza Sociale Urbana, del V Gruppo Prenestino e Casilino, e altre unità territoriali.

Controlli e verifiche in corso

Oltre ai vigili urbani, erano presenti anche agenti della Polizia di Stato, carabinieri e Guardia di Finanza. Le forze dell’ordine sono attive nella periferia Est della Capitale, al Quarticciolo, eseguendo controlli sia nelle strade che all’interno di alcuni alloggi. Gli agenti hanno infatti svolto verifiche congiuntamente con il personale Ater e della Sala Operativa Sociale, entrando in alcune abitazioni per accertamenti.

Il blitz delle forze dell’ordine al Quarticciolo

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Storia di Gisella in tribunale a Trevignano, con accuse di truffa e perizia sulla statua che “piange”

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Storia di Gisella in tribunale a Trevignano, con accuse di truffa e perizia sulla statua che “piange”

C’è attesa per l’esito degli esami sul sangue della statuetta di Gisella Cardia, previsto per il 4 marzo 2025. Il perito Emiliano Giardina illustrerà i risultati in un’udienza presso il Tribunale di Civitavecchia, elemento cruciale nella vicenda riguardante la Madonna di Trevignano Romano.

Sviluppi giuridici

Il caso sta per entrare in una fase decisiva, in cui si dovrà decidere tra la richiesta di archiviazione e il rinvio a giudizio nei confronti di Gisella Cardia e suo marito, Gianni. Questo arriva dopo quasi un anno dalla dichiarazione del vescovo Marco Salvi, che ha definito le apparizioni “false” con la formula “Constat de non supernaturalitate”.

Attese udienze e testimonianze

Oggi, 25 febbraio, verrà ascoltato Luigi Avella, ex fedele che ha donato 123mila euro all’associazione Madonna di Trevignano Ets, e che ha sporto diverse denunce contro i coniugi Cardia. Il termine per la deposizione dell’elaborato peritale scade il 28 febbraio, mentre il 4 marzo sarà l’udienza in cui Giardina presenterà i risultati. Secondo alcune indiscrezioni, si è ipotizzato che il sangue sulla statuetta appartenga a Gisella, ma l’avvocato Solange Marchignoli ha sottolineato la necessità di prudenza.

Prospettive future

Qualora i risultati mostrassero una traccia di DNA unica, escludendo altre fonti, il giudice potrebbe riconoscere la configurazione del reato di truffa aggravata, suggerendo che Gisella possa aver utilizzato il proprio sangue per “suggestionare” i fedeli al fine di ottenere donazioni. Le prossime settimane si preannunciano decisive per il futuro della vicenda della Madonna di Trevignano.

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